7 maggio 2013

La lettera di M. Brivio segretario del PD di Seregno.


Partito Democratico anno zero.

Lettera ai giovani del PD di Seregno


Care ragazze, cari ragazzi,

È difficile contenere il disagio per quanto è accaduto di recente in Parlamento e nel partito, ed è ancor più difficile per me trovare le parole per rivolgermi a voi, consapevole del vostro stato d’animo: provo la stessa rabbia, delusione e frustrazione; lo stesso scoramento. Oggi il PD pare un relitto alla deriva, portato dalle correnti in un mare senza terra e sotto un cielo senza stelle, e i responsabili del naufragio ci chiedono di masticare amaro e tenere duro. Ci dicono che questa era l’unica soluzione possibile, che i risultati di questo governo riavvicineranno gli elettori, e che il tempo ed il congresso riporteranno tutto alla normalità. Ma non è così: sollecitato dalle tensioni interne e da quelle esterne, il Partito Democratico ha mostrato limiti strutturali seri, fratturandosi in molte direzioni. In buona o cattiva fede sono stati commessi molti errori tattici e di prospettiva che pagheremo a lungo, e la rottura più grave è avvenuta tra il partito e i suoi elettori. Andare avanti e fingere che non ci sia un problema non è possibile; guardare al congresso e parlare di riforma del partito pensando ad una restaurazione non è accettabile. 


Nei giorni passati avete visto crollare la sinistra italiana, e nel modo peggiore. Non so cosa succederà al Partito Democratico e al Circolo di Seregno: dipende da noi, ma non solo. In ogni caso a una domanda, prima di ogni altra, dovremo dare risposta, come singoli e come collettivo: crediamo ancora in questo progetto? Se guardo al percorso fatto a Seregno in questi anni, io ne sono più che mai convinto, ma altrove la situazione è molto diversa, e così a livello nazionale.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, e spesso dai grandi disastri vengono i grandi cambiamenti. Il prossimo Congresso ci pone il compito di ricostruire il partito su più solide fondamenta. Perché ciò accada però, è necessario che il PD vada oltre la generazione dei propri padri fondatori, a Seregno e nel Paese: questa è la convinzione che ho maturato, ed è la ragione per cui in sede dell’ormai prossimo congresso cittadino mi impegnerò ad ottenere un rinnovamento complessivo e profondo del partito.
Nelle ultime settimane, con la Costituente Giovanile, vi siete avvicinati al Circolo di Seregno con la voglia di contare, di fare e di cambiare, e posso capire quanto i fatti seguiti alle elezioni politiche siano per voi scoraggianti. Ma questi stessi fatti dimostrano quanto il vostro impegno sia indispensabile: se i nostri iscritti ed elettori lo vorranno, in settembre voi andrete a costituire il cuore politico e decisionale del PD Seregno. 
Prendetevi questo partito. Fatene ciò che vorreste che il Partito Democratico fosse. Edificatelo non su lontananze, ipocrisie, inimicizie e antichi rancori, ma su condivisione, amicizia, lealtà, franchezza e rispetto.
Rifiutate a priori ogni etichetta o rivendicazione di identità presunta: comunista, socialista, democristiano, cattolico, laico, liberista e statalista il più delle volte qui dentro sono soltanto altri modi per definire quelle che altro non sono che divisioni tra le persone. Accettate soltanto di ragionare sulle idee, e non siate superficiali: così facendo vedrete che difficilmente ci troveremo in disaccordo.
Mostrate sempre, in ogni cosa che dite e che fate, come partito e come singoli, il legame tra l’idea e la sua declinazione pratica: fare Politica significa anche fare pedagogia, ovvero promuovere una maturazione civile, tra i cittadini e gli stessi partiti, orientata all’orizzonte di società cui si tende.
Costruite un partito di sinistra, e non abbiate paura nel definirlo tale: lasciate perdere le astratte geometrie e infinite sfumature tra centro e sinistra. La fortuna dei terzi poli in Italia e in Europa è ciclica e fisiologica: si manifesta quando i due poli faticano a dare risposte ad una crisi di qualsiasi natura. E non cedete alla retorica del centro come luogo conciliante del buon senso e del fare: un grande partito di sinistra dev’essere in grado, secondo le condizioni, di governare e cambiare la società in modo autonomo o condiviso con il polo opposto, senza intermediari. Pensate in grande, secondo uno schema bipolare: fate che questo partito sia largo e inclusivo, e che abbia un campo di esistenza che vada dal centro a sinistra, estremi esclusi. Diversamente la sinistra italiana sarà destinata all’irrilevanza.
Fate che la società descritta nella nostra Costituzione sia la vostra stella polare. Il nostro orizzonte politico non può essere solo quello della buona amministrazione: è il progetto a fare la differenza, e il nostro muove dall’idea che l’umanità si promuova attraverso un percorso in cui la collaborazione di ciascuno contribuisca all’emancipazione dei singoli e al progredire della società intera. Che L’umanità viva e progredisca prestando attenzione a ogni suo componente e che ciascuno, attraverso il riconoscimento e la garanzia dei propri diritti fondamentali, dell’uguaglianza davanti alla legge e delle pari opportunità, resti artefice del proprio quotidiano, del proprio futuro e della propria emancipazione. 
Il Partito Democratico nasce dall’idea che le istanze di libertà politica e giustizia sociale debbano camminare insieme nella nostra democrazia, che esse siano allo stesso tempo mezzo e fine. Siate concreti e progressivi: non inseguite astrazioni, utopie o riforme perfette, ma mettete un passo davanti all’altro e prendete e realizzate tutto ciò che possa avvicinarvi anche di poco al vostro orizzonte. Riformismo del metodo e radicalità del progetto.
Siate antifascisti nel profondo; fate che questo sentimento possa vivere nella vostra politica, e non soltanto nelle celebrazioni, perché ogni epoca ha il suo fascismo, e la società italiana di oggi ne è intrisa: pensate all’occupazione dello Stato da parte dei partiti, al controllo dell’informazione, all’uso spregiudicato del potere ed alla sua violenza, all’opacità delle istituzioni, al razzismo e al resto... in quale altro modo chiamereste tutto questo?
Ovunque la politica e la vita vi porteranno, imparate a soffrire il potere, quando lo subite e quando lo esercitate: esso è lo strumento insufficiente ma necessario per costruire la società per cui lottiamo, ma anche la forma di potere apparentemente più insulsa può corrompere un uomo in modi inaspettati. Ogni esercizio di potere, ogni iniziativa o decisione che prenderete comporteranno una coercizione e una violenza nei confronti di qualcun altro. Abbiatene consapevolezza e sentitene il peso.
Lavorate per l’Europa: essa è la vostra casa più di quanto lo sia stata per i vostri genitori. Considerate che la sua parte migliore, quella dei diritti e del welfare, delle opportunità, della meritocrazia, dell’ecologia, dell’economia sociale di mercato, della cultura e della ricerca, è il frutto equilibrato e inestimabile dello scontro epocale tra capitalismo e comunismo: scontro che ha avuto nella storia costi incalcolabili. Quindi non liquidatela alla prima difficoltà o crisi. L’Europa Unita deve restare il vostro obiettivo: nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma lo dovete a voi stessi, ai vostri padri e nonni, ai vostri figli.
Realizzate un partito coraggioso, aperto, severamente democratico. Un partito competente, che sappia sperimentare e destare le speranze e l’entusiasmo di un Paese stanco. Siate coerenti e intransigenti; concilianti quando potete, ma non a costo di svilire il progetto. Non tutti capiranno; non tutti saranno disposti a rinunciare a qualcosa di proprio per realizzare un disegno comune. Qualcuno lascerà, ma non fatevene una croce. Non curatevi ora dello scetticismo, delle ironie e degli insulti: se fallisce il Partito Democratico fallisce la sinistra, e con essa l’alternativa a questa destra per il futuro.
Se sceglierete di incamminarvi lungo questo sentiero, il tempo vi premierà, e noi vi dovremo molto. Ma niente scorciatoie: le nostre vittorie sono da costruirsi necessariamente nel lungo periodo, e forse non sarete voi a goderne, ma siate generosi. E perdonate questi miei consigli, se potete. Al congresso io non sarò ricandidato segretario cittadino, come è normale e giusto che sia dopo tre anni di mandato, ma non vi abbandono di certo: se questo sarà il progetto, io sarò con voi.

Seregno, 5 Maggio 2013
Mauro Brivio, Segretario Pd Seregno


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Partito Democratico - Circolo di Seregno
pdseregno@gmail.com

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