19 luglio 2013

Paolo Borsellino, 21 anni dopo

Borsellino: oggi 21 anni dopo

Il ricordo del Partito Democratico nel giorno della scomparsa di Paolo Borsellino

borsellino  borsellino
“A ventuno anni dalla strage di via D’Amelio, non si attenua nel Paese il ricordo commosso del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta. In questi anni, sono stati fatti molti passi avanti nella lotta alla mafia, grazie, soprattutto, all'impegno della magistratura e delle forze dell’ordine. Resta il dovere morale di non abbassare la guardia e di chiedere verità e giustizia. La lotta contro la criminalità organizzata deve conoscere il momento della giusta repressione e, insieme, quello dell’educazione alla legalità e del dovere di trasmettere alle giovani generazioni la memoria di chi ha sacrificato la vita. E’ questa la via per sconfiggere la mafia alla radice e liberare l’Italia”. Questo il commento di Guglielmo Epifani, Segretario nazionale del Pd nel 21esimo anniversario della morte di Paolo Borsellino.


"La strage di Via D’Amelio è una pagina dolorosa e triste, una giornata in cui l’intero Paese si è sentito sconfitto e sgomento di fronte all’uccisione del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, a breve distanza da quella di Giovanni Falcone nell’attentato di Capaci", ha dichiarato Pina Picierno, responsabile Antimafia e Legalità del Partito Democratico.

"Quella che resta oggi è una preziosa lezione di vita, da cui tutti possono imparare, soprattutto chi ha la responsabilità di ricoprire ruoli istituzionali. Quella di un uomo che ha fatto della legalità il suo principio motore, orientando la sua attività e la sua missione contro la mafia, al servizio dello Stato, e quindi di tutti i cittadini.
Sarò presente oggi alla commemorazione in Via D’Amelio a Palermo, per esprimere la più profonda gratitudine al giudice Borsellino e alla sua scorta e per testimoniare a nome mio e del Partito Democratico l’impegno costante e convinto nella lotta alla criminalità organizzata".

"La lotta alla mafia e alla criminalità organizzata non si fa con la retorica ma con scelte e strumenti legislativi ben precisi. È questo che ci ha insegnato con coraggio e dedizione il giudice Paolo Borsellino, barbaramente ucciso ventuno anni fa insieme alla sua scorta per mano della mafia. Riforma dell’articolo 416-ter del codice penale, aumento della durata delle pene per i reati mafiosi, introduzione del reato di auto riciclaggio, definizione della normativa sui beni confiscati alla mafia, miglioramento della normativa sui testimoni di giustizia, legge istitutiva della Commissione Antimafia. Sono alcuni dei necessari interventi che il Paese attende da Istituzioni forti e credibili. Il Pd farà come sempre la sua parte garantendo rapidità e impegno nell’approvazione di questi provvedimenti al servizio di quell’Italia sana che vuole sconfiggere la criminalità organizzata e che vede nel sacrificio di Borsellino un monito per non abbassare mai la guardia ed essere sempre strenui difensori della legalità". Così Danilo Leva, presidente Forum Giustizia del Partito Democratico.

“Prima di aprire i nostri lavori, la Presidenza desidera ricordare all'Aula che oggi ricorre il ventunesimo anniversario della strage di via D'Amelio a Palermo, nella quale perse la vita il giudice Paolo Borsellino e, con lui il suo caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. A loro, insieme alla ferma condanna per tutte le mafie, va il commosso ricordo di quest'Aula”.

Così la vice presidente della Camera dei Deputati, Marina Sereni, ha aperto la seduta di oggi a Montecitorio dove si stanno svolgendo interrogazioni e interpellanze.

“Mi permetto di rivolgere oggi - ha aggiunto - anche un pensiero affettuoso ai figli di Paolo Borsellino che, da poco, hanno perso anche la madre Agnese, che non ha mai smesso di cercare la verità”.

"Sono trascorsi 21 anni dalla strage di via d'Amelio. Oggi il mio pensiero va alla sorella Rita, a tutta la famiglia Borsellino e ai familiari di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina, i componenti della scorta che persero la vita in quell'atroce attentato. A distanza di cosi' tanto tempo su questa vicenda si addensano ancora misteri e da pochi mesi e' in corso il quarto procedimento giudiziario. E' indispensabile giungere quanto prima alla verita', individuare tutti i responsabili e fare giustizia su una delle pagine piu' oscure della storia repubblicana''.
Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti, presidente della commissione Politiche dell'Unione europea.
''Il dolore collettivo di quel terribile momento - prosegue Chiti - resta indelebile nella memoria del paese. In un feroce attacco contro lo Stato e le istituzioni democratiche veniva assassinato un magistrato coraggioso, un servitore della nostra Repubblica.
La lotta alla mafia e' una sfida da vincere a tutti i costi. La criminalita' organizzata mina la vita democratica, la legalita' e la convivenza civile nel nostro Paese. Per questo e' indispensabile mettere in campo interventi di repressione ma anche quelli legati allo sviluppo di un'economia sana e all'educazione delle giovani generazioni''.

“Oggi sarò a Palermo per ricordare Paolo Borsellino, Angelo Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Caludio, coraggiosi e tenaci servitori dello Stato, ai quali va ancora una volta la nostra gratitudine”. Lo dichiara il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, in occasione del ventunesimo anniversario della strage di via D’Amelio.

“Si tratta di uomini che non volevano essere eroi, ma persone normalissime che, in silenzio, senza clamori, spesso in solitudine, hanno compiuto il loro dovere fino in fondo, scegliendo di non arrendersi all’ingiustizia e all’illegalità. A questi uomini noi dobbiamo l’accertamento della verità e della giustizia su quanto accaduto quel tremendo giorno a via D’Amelio. Di quella stessa verità e giustizia che loro non hanno mai smesso di cercare, anche a costo della vita”.

3 commenti:

  1. E MO' BASTA!!!
    Occupatevi dell'oggi, please!
    http://www.occupypd.it/

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    1. Crediamo siano due cose ben distinte. RIcordare chi ha perso la propria vita per la legalità nel nostro Paese, quindi anche per noi, è un atto dovuto. Non va confuso con l'attualità del Partito Democratico. Un ricordo a questa persona è doveroso e nulla centra con l'argomento che è stato chiamato in causa nel commento sopra, che troviamo un po' fuori luogo.
      Se ha argomenti o articoli da consigliarci può scrivere alla nostra mail e le risponderemo.

      La redazione di teorema

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    2. Se è un atto dovuto ricordare chi ha perso la vita per la legalità nel nostro Paese, allora vi prego, d’ora in poi, di ricordarli tutti.

      Oggi, ad esempio, ricorre l’anniversario della morte di Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo.
      Combattè la mafia con determinazione usando metodi di indagine innovativi.
      Venne ucciso il 21 luglio 1979 dal mafioso Leoluca Bagarella, che gli sparò sette colpi di pistola alle spalle.

      Mi aspetto, naturalmente, che il 27 luglio commemoriate Giovanni Lizzio, responsabile della sezione antiestorsioni della Questura di Catania, ucciso dalla mafia il 27 luglio 1992, mentre rientrava a casa.
      E la Strage di via Palestro a Milano, avvenuta il 27 luglio 1993, dove morirono: Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno (vigili del fuoco); Alessandro Ferrari (agente di polizia municipale); Moussafir Driss (extracomunitario). Tutti vittime di una strage mafiosa volta a ricattare lo Stato.

      Mentre il 28 luglio va ricordato Giuseppe Montana, commissario della squadra mobile di Palermo, dirigente della sezione contro i latitanti mafiosi, ucciso dalla mafia il 28 luglio 1985.

      E il 29 luglio c’è il ricordo della Strage di via Pipitone Federico a Palermo, dove il 29 luglio 1983 vennero uccisi dallo scoppio di un'autobomba:
      - Rocco Chinnici, capo dell'ufficio istruzione del Tribunale di Palermo,
      - Mario Trapassi, maresciallo dei carabinieri,
      - Salvatore Bartolotta, carabiniere,
      - Stefano Li Sacchi, portinaio di casa Chinnici.

      Per i morti nei restanti mesi dell’anno consultare http://it.wikipedia.org/wiki/Vittime_di_Cosa_nostra.

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