2 settembre 2013

Sarà forse Matteo Renzi?

Renzi: sono disponibile a guidare il PD

Se il PD parla dell’Italia vince, se parla solo del PD è il primo a perdere. Per me il PD è il partito che sceglie la curiosità e non la paura, un partito senza recinti o paletti. Il partito che cerca di capire come la pensa l’altro. Il futuro non può farci paura

Matteo Renzi  renzi_genova

È un bagno di folla quello che attende Matteo Renzi sul palco della Festa Nazionale del PD a Genova. Il sindaco di Firenze, intervistato dal direttore del Tg de La7 Enrico Mentana ha parlato della sua idea di Italia e di Partito Democratico.

Candidato alla guida del PD?
Chi è qui e non è un giornalista non vuole sapere questo. Chi è in questa sala vuole sapere come farà il PD ad essere il primo partito come numero di elettori tra i disoccupati, tra le partite IVA, tra i liberi professionisti. Non vuole un partito che sbaglia un calcio di rigore a porta vuota ma che torni a vincere. Io sono disponibile a guidare il partito ma bisogna sapere se lo vogliono anche gli elettori. Si vedrà con il prossimo Congresso e le primarie anche perché noi non siamo un partito in streaming.

Il prossimo congresso non sarà solo fatto di regole ma dovrà fondarsi sul tipo di idee che porteremo davanti alle persone. Se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, abbiamo a che fare con una situazione di drammatica disoccupazione crescente al 12%. Per questo dovremo dare una speranza, un futuro per gli italiani e non solo dire che la nostra priorità è il lavoro.
Se il PD parla dell’Italia vince, se parla solo del PD è il primo a perdere.

Cosa è cambiato nell’ultimo anno da quando veniva considerato un corpo estraneo al PD?
L’anno scorso ero candidato alle primarie e venivo considerato come un possibile distruttore della sinistra solo perché avevo detto che in caso di vittoria avrei mandato a casa un po’ di persone che stavano lì da 30 anni. La prima svolta si è avuta con la mia sconfitta alle primarie. Ho lottato fino all’ultimo giorno prima del voto. Ho ammesso la mia sconfitta contro la malattia degli italiani di non ammettere mai le sconfitte. Sono tornato al mio lavoro di sindaco senza chiedere nessun premio di consolazione. La seconda svolta è stata la sconfitta del PD il 25 febbraio. Se avessimo pensato meno a smacchiare il giaguaro e ad occuparci di più dei giovani e del lavoro, ora al governo ci saremmo noi, senza Brunetta o Alfano.

Il confronto tra me e Bersani è stato visto in tv da oltre 6 milioni di spettatori. Alla fine la gente ha capito che la politica può essere un luogo dove si può discutere con serenità. L’esatto contrario di quanto fa il centrodestra. Ma il giorno dopo il dibattito in tv abbiamo cominciato a respingere le persone dai seggi. Sono convinto che avrei perso lo stesso anche se avessimo aperto i seggi a tutti coloro che volevano partecipare. Io avrei perso ma non il PD alle elezioni. Abbiamo avuto paura e con la paura non si può vincere nulla. Ribadisco quanto detto allora: serve prendere anche il voto degli altri per vincere. Non abbiamo perso per un giaguaro ma solo perché ci siamo fermati, arroganti del fatto di essere certi di aver già vinto. Abbiamo perso 3 milioni di voti a favore di Grillo perché una parte dei nostri elettori si era rotta di noi e della nostra non coerenza tra parole e fatti come sulla riforma della legge elettorale e l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti.

La vicenda delle candidature di Marini e Prodi al Colle
. Sono due vicende molto diverse tra loro. Io non sono un grande elettore ma su Marini ho detto la mia, ovvero che si trattava di una candidatura che si poggiava su basi sbagliate. Per me era un messaggio inaccettabile “mettere un cattolico al Colle” e ve lo dice uno veramente cattolico. Non è stata fatta una scelta sulla persona funzionale alle necessità del paese ma un mero identikit . Ma in questo modo la scelta è stata messa nelle mani di Berlusconi.

Su Prodi c’è stato un atteggiamento immorale da parte di 101 elettori che lo hanno accoltellato alle spalle. Detto una cosa e fatta un’altra. Chi lo ha fatto voleva un percorso diverso per il dopo Napolitano. Sono arrabbiato per il fatto che nessuno ha avuto ancora avuto il coraggio di dire la verità su quel voto.

La politica fatta alla luce del sole non produce solo dei nemici. È preferibile essere leali, coraggiosi e dire le cose direttamente in faccia. Quando Bersani si è dimesso, a lui ho riconosciuto non solo l'onore delle armi ma anche il rispetto della persona. Quello che a me colpisce è il ragionamento di metodo: io non ho mai avuto paura di dire in faccia a Bersani che secondo me stava sbagliando tutto.

L’idea che la politica si riduca ad un cognome legato ad un suffisso (renziano, bersaniano, lettiano, pittelliano) è quanto di più sbagliato esista. Il primo che mi dice di essere renziano gli consiglierei un trattamento sanitario obbligatorio.

Non c’è più il sistema a filiera di 30 anni fa tra base e vertice del partito. Roma non può dare più la linea ai territori su questioni di competenza locale, per questo servono molti più amministratori che funzionari di carriera. Le correnti non possono esistere più! Io vorrei il voto di uomini e donne liberi che hanno a cuore il PD e vogliono il bene per l’Italia.

Bersani dice che il primo a sciogliere le correnti dovrebbe essere Renzi. Quando ho perso le primarie non ho preteso il 40% degli spazi disponibili ma non sono sicuro che a parti inverse sarebbe successo la stessa cosa. Ma non è perché sono buono, ma perché non è così che si fa la politica. Non serve a nessuno, non serve al paese. In Italia si continua a ragionare sulle raccomandazioni, sugli amici degli amici. Non è una questione di correnti organizzate, il lavoro, come la politica si fa con la qualità delle idee.

In Italia si dovrebbe investire sull’educazione, sul sapere. Un paese civile parla di sapere e parte dalle piccole cose per migliorare la vita quotidiana. Se si smacchia il giaguaro non si risolve il problemi degli asili nido.

Senatori a vita. Io sono per l'abolizione del Senato, quindi sono un po' tranchant in partenza, nel senso che ritengo che il ping pong tra Camera e Senato andava bene ai tempi della Costituente ma che oggi sia superato. Oggi bisognerebbe fare le cose più veloci. Immagino che risparmiare 315 indennità senatoriali non cambia la vita del paese ma sia un segnale. Detto questo finché il Senato c'è non credo sia un errore che, nel momento in cui si accetta l'idea dei senatori a vita, ci siano personalità che vengono indicate a tutti come figure di eccellenza, significative. L'Italia è fiera di Piano, Cattaneo, Abbado e Rubbia.

Problema del lavoro e il turnover generazionale. Il 39,8% di giovani disoccupati è un dato davvero impressionante e drammatico. Questi ragazzi sono rassegnati e non possono essere lasciati soli a sé stessi. Cominciamo a dire che vogliamo cambiare il sistema delle garanzie, lavoriamo sugli ammortizzatori sociali, soprattutto attraverso la valorizzazione della formazione professionale senza che questa accontenti solo i formatori e non chi segue i corsi. Mi permetterei di consigliare al governo di dare un po’ tregua ai contribuenti e dare respiro alla ripresa. Rovesciamo il sistema di garanzie. A differenza di quanto accadeva per mio nonno, non si può dire ai giovani che il loro lavoro non sarà più precario ma dobbiamo garantire attraverso il sistema degli ammortizzatori il loro reinserimento nel mercato del lavoro con corsi di formazione.

Governo e l’alleanza di necessità innaturale. Sono stato accusato di essere troppo tenero nei confronti di Berlusconi. Ma nel tempo io sono restato nello stesso posto mentre lui è stato condannato in via definitiva. Detto questo non si deve giudicare chi lo vota. Piuttosto, senza spocchia, domandiamoci perché per 20 anni lo hanno votato e non hanno votato noi. Ribadisco adesso quanto detto tempo fa: va preso il voto dei delusi di Berlusconi, dei delusi di M5S e anche il voto dei delusi del PD!

Quando un cittadino viene condannato in via definitiva, se contesti questo fatto, contesti le istituzioni. Non è un problema di decadenza ma un problema di stabilità delle istituzioni. Per il centrosinistra Berlusconi è stato un collante. Abbiamo passato 20 anni a parlare della presenza di Berlusconi. Possiamo ora parlare per venti mesi della sua assenza? Il PD deve parlare di altro! Pensiamo a creare una comunità di persone che credono che la politica sia una cosa bella. Mettiamo fine alle chiacchiere e diamoci un orizzonte per i prossimi anni.

Quale PD? Per me il PD è il partito che sceglie la curiosità e non la paura, senza recinti o paletti. Il partito che cerca di capire come la pensa l’altro. Il futuro non può farci paura. Abbiamo pensato il futuro come una discarica dei problemi di oggi. Vorrei che il PD desse del TU al futuro. Un partito che è innamorato dell’Italia e non disgustato dagli italiani. Non dobbiamo cambiare il carattere degli italiani ma il loro umore e cancellare la loro rassegnazione. Dobbiamo restituire fiducia all’Italia. Penso ad un partito rete e non un partito piramide. Un partito che abbia gruppi parlamentari forti come primo centro decisionale e il popolo dei sindaci come secondo.

Cosa significa essere di sinistra per Renzi? Quello che ho fatto come sindaco di Firenze è il pensiero su come concepisco la sinistra: essere di sinistra significa fare investimenti sulla cultura, sull’infanzia, aver detto basta al consumo di suolo, aver detto che si può pedonalizzare il centro storico, aver detto che si può riportare le famiglie nei parchi, aver portato il wifi free , dimezzato gli assessori nella Giunta comunale. Ma detto questo, essere di sinistra vuol dire anche di non compiacersi per il fatto di essere bravi ma vuol dire sapere vincere.

A.Dra
Foto di Cristina Corti

2 commenti:

  1. L'articolo non rende merito alla capacità comunicativa, alla chiarezza, alla concretezza, al senso dell'ironia e alla capacità di entusiasmare di Matteo Renzi.

    Vedere per credere l'intervista su: http://www.youdem.tv/

    E' imperdibile!
    Un vero spettacolo!
    "Bagno di folla" strameritato!




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  2. Buonasera gentile lettore,
    ovviamente un video rappresenta la realtà dell'intervento di qualsiasi persona con tutto il bello della diretta e delle cose realmente dette. Uno scritto, per quanto fedele non sarà mai come un video. La ringraziamo per l'utile segnalazione, il video sarà oggetto di un prossimo post di teorema.

    Grazie,
    la Redazione di Teorema

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