18 novembre 2013

Legge Elettorale

Legge elettorale, Epifani: "Chi non vuole cambiarla è Grillo"

Il segretario del Pd in Basilicata in vista del voto di domenica

epifani modena  epifani modena
“Le parole di Grillo sono senza senso: se voleva cambiare veramente il porcellum con una legge elettorale che in prima battuta misura il peso di ogni forza politica e con il secondo dà il governo che il Paese vuole, poteva tranquillamente sostenere il doppio turno. In realtà, con il suo voto, ha impedito che questa soluzione passasse: se c'è qualcuno da accusare è proprio Grillo, insieme ad altri".
Questa la posizione espressa dal segretario del Pd, Guglielmo Epifani da Potenza, dove si è recato oggi per due iniziative elettorali a sostegno del candidato alla presidenza della Regione Marcello Pittella, in vista del voto lucano di domenica e lunedì prossimi.

Per Epifani “bocciare la nostra proposta - ha aggiunto - è stato un errore e dà il segno del fatto che c'è chi non vuole cambiare la legge elettorale. Il Governo e la riforma elettorale sono due cose separate”.
“Non si affrontano così i problemi – ha aggiunto -. La nostra proposta è la migliore ed è un punto da cui partire: doppio turno di collegio di coalizione. Il centrodestra e Grillo l'hanno bocciata” ma, ha sottolineato, “il Partito Democratico non si rassegna e continuerà a sostenerla”.

Passando a parlare del voto nella regione lucana, Epifani ha detto: “Occorre formare una classe dirigente. Abbiamo fatto un'operazione che punta al nuovo. Abbiamo dato la possibilità di essere eletto anche a chi non sembrava favorito. Ecco perché meritiamo di vincere e di governare la Basilicata”.
"A Grillo dico giù il cappello di fronte alle nostre importanti prove di democrazia. Da quando sono segretario - ha sottolineato - il Pd ha vinto tutte le battaglie elettorali. Il Movimento Cinque Stelle a Trento e Bolzano ha ottenuto il 3%. La gente ha capito che non bastano solo gli show. Ti chiede responsabilità' e poi ti presenta il conto".

E a proposito della visita del Papa al Quirinale, per il segretario dem “quando si ascolta il Papa, si deve pensare che parla dall'alto del suo magistero, non è un uomo politico che parla ai politici, ma è un'autorità' morale e religiosa”.
“Abbiamo ascoltato con attenzione e rispetto le sue parole - ha proseguito - e noi cerchiamo sempre di lavorare avendo presenti i punti di vista degli altri. E non aggrediamo mai chi non la pensa come noi”.

Mentre riguardo alla crisi economica, il segretario dei democratici ha sottolineato: “Noi abbiamo un primato negativo delle retribuzioni nette più basse d'Europa, e un altro primato per alcune retribuzioni che non si giustificano per la loro dimensione esagerata, tanto più con questa crisi”.
“Bisogna trovare strumenti - ha concluso- per calmierare alcune di queste

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