29 gennaio 2014

Intervista a Guerini (PD)



Guerini: "II Pd unito. Chi vuole far saltare le riforme lo spieghi al Paese"

Intervista a Lorenzo Guerini di Vladimiro Frulletti - L'Unità


lorenzo guerini  lorenzo_guerini  «Siamo nel punto più buio della notte, vediamo se spunterà l'alba». Il deputato Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd, è in aula alla Camera. Ma il telefono resta quasi costantemente occupato. Guerini fa parte del "consiglio di guerra" di Renzi. Le trattative per condurre in porto l'Italicum continuano. Si sta stringendo, ma l'approdo ancora non si vede.

Onorevole le piace scommettere?

«Non tanto. Scommetto solo quando sono sicuro di vincere».

Oggi certezze non mi pare che ve ne sino molte, quindi faccia un'eccezione. Quanto punterebbe sul successo di questa trattativa veloce, ma anche parecchio ingarbugliata e faticosa?

«Più che sul successo della trattativa scommetterei sul senso di responsabilità. Di fronte a noi abbiamo un accordo importante che non è solo legge elettorale, ma anche superamento del Senato e quindi del bicameralismo perfetto e riforme del Titolo V. Quindi punterei sulla capacità dei protagonisti della politica italiana e del Parlamento a cogliere questa occasione».

Nel Pd, anche se non senza fatica, questo senso di responsabilità è emerso o no?

«Sì. Al gruppo c'è stata una discussione molto franca, così come fino a oggi, da quando Renzi è segretario, è sempre accaduto nel partito e nei gruppi parlamentari. Alcune liturgie diciamo stilistiche non vengono seguite e si discute di questioni. C'è stato un confronto vero attorno alla delicatezza del passaggio politico e c'è stato un passo in avanti».

In che senso?

«Renzi ha chiesto ai nostri deputati in commissione affari costituzionali di far decadere tutti gli emendamenti tranne quelli sulla soglia e le primarie per consentire al segretario di presentarsi alla stretta finale con tutto il Pd unito dietro di sé».

E ha incassato un sì non scontato quanto rilevante?

«È così. C'è stato un risultato positivo per tutto il Pd, dovuto da un lato alla determinazione di Renzi e dall'altro dallo sforzo di responsabilità dei nostri deputati ad accogliere l'invito del segretario».

Quindi il nodo non è più nel Pd?

«No. Ovviamente la legge elettorale rappresenta un passaggio assai delicato, ma sia nel partito che nel gruppo, pur con legittime differenze su questo o quell'aspetto della legge, ci stiamo muovendo con grande unità di intenti».

Da chi vengono i problemi?

«C'è un confronto con gli altri partiti. Con Forza Italia rispetto alla possibilità di cogliere questo passaggio che ha una grande rilevanza. Con i partiti minori affinché non si pongano come freno a una riforma di cui c'è assolutamente bisogno».

Il Pd con Berlusconi e Alfano ha sottoscritto un patto, non è ovvio che Forza Italia non voglia ulteriori cambiamenti rispetto a quell'accordo?

«Un po' di flessibilità porterà a un'approvazione più agevole della nuova legge elettorale. Rispetto al testo di partenza, dal confronto politico e parlamentare sono emerse posizioni che, nel rispetto dell'impianto, portano a modifiche che se accolte produrranno un'ampia condivisione. Con Forza Italia e le altre forze politiche ci stiamo confrontando senza nessuna volontà di imporre alcunché. Facciamo solo no- tare che anche noi abbiamo rinunciato a qualcosa pur di fare passi in avanti come nel caso delle candidature plurime richieste da Ncd. Tutti devono capire che il risultato finale è più importante del singolo aspetto».

Non teme che il vero obiettivo di Berlusconi sia far saltare tutto per colpire e quindi indebolire Renzi che al momento è il suo avversario più temibile?

«Comprendo che ci possa essere questa tentazione, ma confido nel senso di responsabilità a non mancare un appuntamento storico, atteso da anni quale la riforma delle nostre istituzioni. Sarebbe un suicidio. Far prevalere un interesse di parte rispetto al bene di tutto il Paese sarebbe un'ulteriore spinta all'anti-politica che viene alimentata quotidianamente dalla politica incapace di decidere. Qui si rischia forte».

A quel punto meglio sciogliere le Camere e tornare a votare?

«In questo momento sono totalmente dedicato a fare in modo che l'esito sia positivo, altri scenari non li contemplo».

C'è chi ipotizza un governo di scopo.

«Ripeto, il nostro impegno ora è dedicato solo a portare in aula la legge elettorale e a far avviare le riforme istituzionali, non per altri scenari».

Ce la farete a portare e votare la legge elettorale entro questo mese?

«Noi e le altre forze politiche ci siamo impegnati di fronte agli italiani per portare il testo in aula alla Camera entro fine gennaio, consentire il suo esame a febbraio e successivamente l'approdo al Senato. Confido che nessuno si voglia sfilare da questo impegno preso davanti al Paese. Se qualcuno ora vuole frenare si prende una grande responsabilità e dovrà spiegare agli italiani perché vuole bloccare questo processo di riforme».

Fonte: L'Unità

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