Guerini: "II Pd unito. Chi vuole far saltare le riforme lo spieghi al Paese"
Intervista a Lorenzo Guerini di Vladimiro Frulletti - L'Unità
Onorevole le piace scommettere?
«Non tanto. Scommetto solo quando sono sicuro di vincere».
Oggi
certezze non mi pare che ve ne sino molte, quindi faccia un'eccezione.
Quanto punterebbe sul successo di questa trattativa veloce, ma anche
parecchio ingarbugliata e faticosa?
«Più
che sul successo della trattativa scommetterei sul senso di
responsabilità. Di fronte a noi abbiamo un accordo importante che non è
solo legge elettorale, ma anche superamento del Senato e quindi del
bicameralismo perfetto e riforme del Titolo V. Quindi punterei sulla
capacità dei protagonisti della politica italiana e del Parlamento a
cogliere questa occasione».
Nel Pd, anche se non senza fatica, questo senso di responsabilità è emerso o no?
«Sì.
Al gruppo c'è stata una discussione molto franca, così come fino a
oggi, da quando Renzi è segretario, è sempre accaduto nel partito e nei
gruppi parlamentari. Alcune liturgie diciamo stilistiche non vengono
seguite e si discute di questioni. C'è stato un confronto vero attorno
alla delicatezza del passaggio politico e c'è stato un passo in avanti».
In che senso?
«Renzi
ha chiesto ai nostri deputati in commissione affari costituzionali di
far decadere tutti gli emendamenti tranne quelli sulla soglia e le
primarie per consentire al segretario di presentarsi alla stretta finale
con tutto il Pd unito dietro di sé».
E ha incassato un sì non scontato quanto rilevante?
«È
così. C'è stato un risultato positivo per tutto il Pd, dovuto da un
lato alla determinazione di Renzi e dall'altro dallo sforzo di
responsabilità dei nostri deputati ad accogliere l'invito del
segretario».
Quindi il nodo non è più nel Pd?
«No.
Ovviamente la legge elettorale rappresenta un passaggio assai delicato,
ma sia nel partito che nel gruppo, pur con legittime differenze su
questo o quell'aspetto della legge, ci stiamo muovendo con grande unità
di intenti».
Da chi vengono i problemi?
«C'è
un confronto con gli altri partiti. Con Forza Italia rispetto alla
possibilità di cogliere questo passaggio che ha una grande rilevanza.
Con i partiti minori affinché non si pongano come freno a una riforma di
cui c'è assolutamente bisogno».
Il Pd con
Berlusconi e Alfano ha sottoscritto un patto, non è ovvio che Forza
Italia non voglia ulteriori cambiamenti rispetto a quell'accordo?
«Un
po' di flessibilità porterà a un'approvazione più agevole della nuova
legge elettorale. Rispetto al testo di partenza, dal confronto politico e
parlamentare sono emerse posizioni che, nel rispetto dell'impianto,
portano a modifiche che se accolte produrranno un'ampia condivisione.
Con Forza Italia e le altre forze politiche ci stiamo confrontando senza
nessuna volontà di imporre alcunché. Facciamo solo no- tare che anche
noi abbiamo rinunciato a qualcosa pur di fare passi in avanti come nel
caso delle candidature plurime richieste da Ncd. Tutti devono capire che
il risultato finale è più importante del singolo aspetto».
Non
teme che il vero obiettivo di Berlusconi sia far saltare tutto per
colpire e quindi indebolire Renzi che al momento è il suo avversario più
temibile?
«Comprendo che ci possa essere
questa tentazione, ma confido nel senso di responsabilità a non mancare
un appuntamento storico, atteso da anni quale la riforma delle nostre
istituzioni. Sarebbe un suicidio. Far prevalere un interesse di parte
rispetto al bene di tutto il Paese sarebbe un'ulteriore spinta
all'anti-politica che viene alimentata quotidianamente dalla politica
incapace di decidere. Qui si rischia forte».
A quel punto meglio sciogliere le Camere e tornare a votare?
«In questo momento sono totalmente dedicato a fare in modo che l'esito sia positivo, altri scenari non li contemplo».
C'è chi ipotizza un governo di scopo.
«Ripeto,
il nostro impegno ora è dedicato solo a portare in aula la legge
elettorale e a far avviare le riforme istituzionali, non per altri
scenari».
Ce la farete a portare e votare la legge elettorale entro questo mese?
«Noi
e le altre forze politiche ci siamo impegnati di fronte agli italiani
per portare il testo in aula alla Camera entro fine gennaio, consentire
il suo esame a febbraio e successivamente l'approdo al Senato. Confido
che nessuno si voglia sfilare da questo impegno preso davanti al Paese.
Se qualcuno ora vuole frenare si prende una grande responsabilità e
dovrà spiegare agli italiani perché vuole bloccare questo processo di
riforme».
Fonte: L'Unità
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