Un accordo alla luce del sole, il più rapido e vasto possibile, sulla legge elettorale
Il mio Partito chiede alle forze politiche che siedono in Parlamento, a tutte e ciascuna, di uscire dalla tattica e provare a chiudere un accordo serio, istituzionale, su tre punti.
Gentilissimi,
nei giorni scorsi quasi tre
milioni di italiani mi hanno affidato l’incarico di guidare il Partito
Democratico attraverso le primarie. Si tratta di una responsabilità
molto bella che cercherò di adempiere con il massimo della dedizione,
del coraggio, della fantasia. Non credo di esagerare quando dico che il
voto delle primarie è un messaggio per tutta la classe dirigente, non
solo per noi. Il 2013 che si è appena chiuso è stato un anno terribile
per la politica. Il passaggio elettorale non ha prodotto un vincitore
certo, la coalizione di maggioranza si è assottigliata prima di
procedere a riforme significative, forte è il clima di disgusto dei
cittadini nei confronti dei loro rappresentanti. Le primarie hanno
impegnato il mio partito, il PD, primo partito nel voto del 2013 e in
termini di rappresentanza parlamentare a prendere l’iniziativa, in modo
rapido e chiaro. E credo giusto farlo senza tattiche e secondi fini. Da
noi i cittadini oggi esigono rapidità d decisione e chiarezza delle
posizioni. Oggi, primo giorno lavorativo del 2014, dobbiamo dimostrare
di aver chiaro che non possiamo perdere neanche un secondo.
Il
mio Partito chiede alle forze politiche che siedono in Parlamento, a
tutte e ciascuna, di uscire dalla tattica e provare a chiudere un
accordo serio, istituzionale, su tre punti.
1) Una legge elettorale che sia maggioritaria, che garantisca la stabilità e l’alternanza, che eviti il rischio di nuove larghe intese.
2) Una riforma del bicameralismo
con la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie Locali e la
cancellazione di ogni indennità per i senatori che non vengono più
eletti ma diventano tali sulla base dei loro ruoli nei Comuni e nelle
Regioni.
3) Una riforma del titolo V che
semplifichi il quadro costituzionale e istituzionale, che restituisca
allo Stato alcune competenze oggi in mano alle Regioni (per esempio
l’energia) e che riduca il numero e le indennità dei consiglieri
regionali al livello di quello che guadagna il sindaco della città
capoluogo.
Per essere ancora più stringenti e
rispettare la tempistica che ci viene dal Regolamento della Camera, dove
la Commissione Affari Costituzionali sta esaminando la legge
elettorale, il PD fa un ulteriore passo in avanti. Pur consapevoli del
ruolo di partito di maggioranza relativa, rinunciamo a formulare la
nostra proposta ma offriamo diversi modelli alle forze politiche che
siedono insieme a noi in Parlamento, convinti come siamo che ciascuna di
queste tre proposte rispecchi il mandato assegnatoci dagli elettori
delle primarie. Pur essendo il primo partito non imponiamo le nostre
idee, ma siamo pronti a chiudere su un modello tra quelli qui
sommariamente esposti.
I. Riforma sul modello della legge elettorale spagnola.
Divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione
alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi).
Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di
cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%.
II. Riforma sul modello della legge Mattarella
rivisitata. 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi
restanti attraverso l’attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e
di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.
III. Riforma sul modello del doppio turno
di coalizione dei sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i
restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un
sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia
di sbarramento al 5%.
Il PD è pronto a recepire
suggerimenti, stimoli, critiche su ciascuna di queste tre proposte. Ma
chiediamo certezza dei tempi e trasparenza nel percorso: la politica non
può più fare passi falsi. Nella prossima settimana sarà nostra cura
chiedere appuntamenti bilaterali a chi di voi sarà disponibile a
incontrarsi. L’obiettivo sarà capire in modo semplice e trasparente se
esiste la possibilità di chiudere rapidamente un accordo istituzionale.
Non servono molti giri di parole: volendo, in qualche ora si chiude
tutto. Volendo, però. E il PD dimostra di volerlo nel momento in cui non
si attesta su una sola posizione secca, prendere o lasciare, che
sarebbe irrispettosa delle altre forze politiche, ma apre a più
possibilità chiedendo solo di non perdere neanche un minuto.
Vi
auguro un 2014 migliore del 2013. Per voi, per le vostre famiglie,
certo. Ma anche per il nostro Paese. Nel rispetto dei diversi ruoli,
abbiamo una straordinaria responsabilità: un accordo alla luce del sole,
il più rapido e vasto possibile, sulla legge elettorale sarebbe un
segnale semplice ma chiaro che iniziamo l’anno nel migliore dei modi.
Perché prima dei destini personali e dei rispettivi partiti, viene
l’Italia e vengono gli Italiani. Il PD è pronto ad accettare la sfida.
Un saluto cordiale Matteo Renzi
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