8 febbraio 2014

Matteo Renzi sulla politica


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Renzi: "La politica è un atto di fiducia"

"Le elezioni regionali e amministrative secondo me, sono un po' sardo in questo, sono molto legate al territorio. Non sopporto quelli che dicono andiamo a votare così diamo un segnale nazionale. Ho grande rispetto per Sassari, per il valore di questa città, che ha dato i natali a due presidenti della Repubblica, è la città del segretario del Partito Comunista Enrico Berlinguer, ed è la città del prossimo presidente della Regione, Francesco Pigliaru". Così Matteo Renzi ha esordito al Teatro Verdi di Sassari, nella prima delle due iniziative a sostegno della candidatura di Pigliaru alla Presidenza della Regione, raccogliendo una standing ovation.

''Dio solo sa quanto c'è bisogno che la politica nazionale torni a restituire speranza, aiuti a risolvere i problemi, ci incoraggi a credere nella cosa pubblica. Però le elezioni amministrative e regionali sono quelle in cui un popolo, una comunità sceglie la guida per cinque anni. Io non li sopporto più quelli che dicono: 'andiamo a votare così diamo un segnale nazionale'. Le elezioni regionali devono essere legate al territorio. Nessuno di noi del Pd, deve cercare di cavalcare il giorno dopo il risultato, perché qui in ballo c'è il futuro di una terra che deve chiedersi: 'Stiamo meglio o stiamo peggio rispetto a 5 anni fa?'.

L'entusiasmo non lo recuperi a parole ma guardando in faccia la realtà. Ricominciamo a parlare di lavoro senza le barzellette, ma con la convinzione che questa terra può farcela.

Non si fanno campagne elettorali con gli slogan. C'è chi dice che Pigliaru è competente ma non sa raccontare le barzellette. Ma c'è un piccolo particolare: le barzellette di questi anni vi hanno fatto ridere? Vi hanno raccontato di 100mila posti di lavoro in Sardegna. Sono stati quasi di parola: 80mila, ma hanno sbagliato segno, erano in meno. La Sardegna non è condannata al declino con qualcuno potrebbe far credere. Una terra come la Sardegna è un luogo dove far crescere la qualità della vita, delle idee e delle persone. Lo spazio per i risultati in Sardegna c'è. Ma questa non è la battaglia di uno. I prossimi otto giorni possono cambiare i prossimi cinque anni: si vince o si perde per i prossimi 5 anni. Stare in una squadra significa mettere al centro l'obiettivo di tutti. Ma questa logica della squadra non può essere deresponsabilizzante. Vittoria e sconfitta si giocano sulle idee. Ognuno di voi si senta responsabile. Nessuno immagini che accanto all'intelligenza e alla competenza di Francesco rimanga solo un gruppo di burocrati o di consiglieri regionali. Non lasciamo che il domani non inizi mai.

Riforme e tagli alla politica? Le faremo perché ci abbiamo messo la faccia. Perché se la politica non inizia a tagliare se stessa con quale credibilità puo' chiedere agli altri di fare sacrifici? Dalla crisi si esce con la scuola, con la formazione dei giovani che devono avere opportunità per il loro futuro. La scuola deve assumere un ruolo centrale. È vero che dobbiamo rimettere a posto i bilanci per le generazioni future. Occorre un piano di 5 miliardi di euro fuori da patto di stabilità per l'istruzione e la formazione dei lavoratori. I politici sono quelli che hanno il dovere di riportare la speranza. Lo voglio dire ai bambini.

Prendo accordi con Berlusconi? Sì. Abbiamo sbagliato prima a pensare di poter fare regole costituzionali da soli. Ma ricordiamo che abbiamo iniziato noi, perche' bisogna dire le cose come stanno, a cambiare la maggioranza, il titolo V della Costituzione. Oggi scrivere le regole insieme è un valore civile ed educativo per i nostri figli” per dire che ''non si scambia il Parlamento per un ring in cui si dà un pessimo esempio di maleducazione. Le regole si scrivono insieme per poi stare separati, ma per vincere bisogna convincere. Bisogna scoprire la bellezza della politica. La politica non e' solo andare a talk show e rilasciare interviste, ma guardare negli occhi le persone. E' far capire che dietro un candidato, c'è un atto di fiducia. Per ridare entusiasmo dobbiamo riuscire a raccontare le nostre idee. Le regole servono per stare uno da una parte e uno dall'altra. Abbiamo voluto scriverle insieme proprio per sconfiggere alle elezioni Berlusconi e Cappellacci.

Amo Michela Murgia come scrittrice. Ma votarla forse mette a posto la coscienza mentre votare per Pigliaru mette a posto la Sardegna. Sono due cose diverse. La nostra Italia, come la Sardegna, ha le quattro frecce inserite e ora siamo ad un bivio, sta a voi levare le doppie frecce e decidere se parcheggiare o rimettersi in moto. Mercoledì dopo le elezioni regionali vedremo a Roma i presidenti delle Regioni del Pd: Francesco, ti aspettiamo".

Il segretario democratico, a margine dell'iniziativa di Sassari, ha commentato la decisione di Enrico Letta di salire al Quirinale per il rilancio dell'azione di governo: "Era ora, è quello che stiamo aspettando e adesso possiamo aspettare lunedì".

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