L’escalation di violenza sviluppatasi in Medio Oriente non può lasciarci indifferenti e
necessita di una chiara presa di posizione da parte
della nostra comunità partitica. Consci
delle difficoltà che possano incontrarsi nel valutare rapidamente eventi che testimoniano
un filo diretto con la storia politica internazionale di questo e dello scorso secolo, riteniamo
tuttavia fondamentale partire da un assunto di fondo imprescindibile, vale a dire
l’appello
al cessate il fuoco
e
la condanna contro ogni forma di violenza.
Condividendo le valutazioni del vice-ministro agli
Affari Esteri, Lapo Pistelli, pare evidente
come
la parola delle armi non sia mai stata risolutiva
in Medio Oriente e
non lo sarà
nemmeno oggi:
in dieci giorni sono più di 200 le vittime palestinesi
colpite dai raid
israeliani lungo la Striscia di Gaza, in maggioranza civili,
e più di 1500 i feriti, il cui numero
sale con tragica costanza ogni ora.
In un clima di tensione e di confusione mediatica,
di luoghi comuni e di commenti che
oscillano tra l’indifferenza ed il tifo,
riteniamo fondamentale che il nostro Partito ed i suoi
iscritti valutino con la dovuta profondità le dinamiche che si stanno susseguendo in Medio
Oriente. Davanti alla tragedia di un popolo che è vittima
al contempo del terrorismo di
Hamas e dell’esercito di Israele, il quale rivendica -in qualità di Stato militarmente
aggredito- il proprio diritto alla sicurezza, non deve esserci altra via se non quella della
mobilitazione della diplomazia internazionale, che
si spera possa permettere di riprendere
lo spiraglio aperto dalla proposta egiziana di cessate il fuoco ma fino ad ora rifiutata dai
terroristi di Hamas. In accordo con le parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
ribadiamo pertanto come prioritario l’obiettivo di
fermare le armi, garantendo così
il
diritto alla sicurezza di Israele e il diritto alla
patria del popolo palestinese.
Fermamente convinti che sia
meglio combattere intorno ad un tavolo che non su un campo
di battaglia,
auspichiamo che le diplomazie internazionali, ed in
particolare quella
europea il cui timone è oggi nelle mani del nostro
Paese, sappiano porre le basi per una
risoluzione pacifica del conflitto, la cui prosecuzione rischierebbe invece di complicare
ulteriormente la precaria situazione umanitaria a Gaza, dove già oggi centinaia di migliaia di
persone non hanno avuto possibilità di approvvigionamento di acqua.
Pietro Virtuani
Segretario provinciale PD Monza e Brianza
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