Newsletter 94 / Aprile 2016
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Al tempo della fioritura del glicine, la temperatura primaverile
comincia ad alzarsi. In senso metaforico, aumenta anche la temperatura
politica per il vicino referendum sulle trivelle,
di poco per la verità
e, molto di più, per le prossime elezioni amministrative che in
Lombardia riguardano Milano e altre importanti città.
Gli appuntamenti elettorali portano sempre in Regione una maggiore
distrazione, con i consiglieri impegnati ad occuparsi delle vicende
politiche dei loro territori. Questo riduce ancora di più, se
possibile, l'onere da parte della maggioranza ad applicarsi nella
predisposizione di provvedimenti degni di nota. Si sopravvive con
l'esame di qualche risoluzione e qualche progetto di legge dallo scarso
appeal.
Dopo la seduta di martedì, dedicata alle interrogazioni e alle mozioni,
ne' è prevista solo un'altra per l'intero mese di aprile. Facciamolo
sapere ai Lombardi.
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FAMIGLIA: UN SOSTEGNO DI "FACCIATA"
Con
la nostra mozione presentata martedì, chiedevamo il ripristino delle
risorse dedicate alle famiglie per l'anno 2016 e l'inserimento di
alcune misure a sostegno della maternità, in particolare, per i minori
adottati, finora esclusi.
Ma l'attenzione di Maroni e dei suoi per la famiglia è solo di
"facciata", bravi come sono a comporre le scritte sul
Pirellone e stop.
I fondi regionali dedicati al settore sono, infatti, una Caporetto.
Solo 50 milioni di euro, contro i precedenti 330 per i fondi famiglia,
860 mila euro per i fondi Nasko e Cresco per la maternità, che
ammontavano a 9 milioni nel 2012.
Solo 54 milioni per il fondo sociale regionale, rispetto ai 70 del
2015. Zero euro alle famiglie con badante. Bonus bebè solo per i nati
da ottobre a dicembre 2015 (premiati gli scorpioni, i sagittari e i
capricorni! Perché?) ed esclusi i figli adottivi.
Tra l'altro, la presentazione di questa mozione deve aver spaventato
non poco il nostro presidente, conscio delle diverse visioni sul tema
presenti nella sua maggioranza. E così , cosa mai vista in tutta la
storia dell'istituzione, sulla mozione del PD, Maroni ha richiesto una
sorta di voto di fiducia, escludendo il ricorso al voto segreto, ma
denunciando così, lui stesso, scarsa fiducia nella sua maggioranza.
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ACQUA
SPORCA
Complice
il clima da campagna elettorale, il vicepresidente del Consiglio
targato Lega ha alzato un polverone sulla stampa denunciando
l'inquinamento dei fiumi lombardi e, in particolare del nostro fiume di
maggior pregio ambientale, il Ticino.
Alla buonora! Ma non gli è permesso certamente di fare l'anima candida.
Come spiego nell'intervista dedicata alla qualità delle acque lombarde,
se i nostri corsi d'acqua sono in queste condizioni e sono ben lontani
dall'obiettivo di "stato buono" previsto dall'Europa per il
2027, la colpa è soprattutto di Regione Lombardia che non se n'è mai
occupata più
di tanto, lesinando attenzione e risorse.
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IL DESTINO
FINALE DEI RIFIUTI
Nella
progredita Lombardia sono ancora attive ben otto discariche per i
rifiuti urbani. Cosa voglia dire per i territori che le ospitano, in
termini di degrado ambientale, puzze, presenza di roditori, pericoli
per la salute ce lo possiamo ben immaginare...
Sabato scorso ne ho visitata una ed è stata un'esperienza sconvolgente.
Sono tornata a casa riconoscente per la lungimiranza di quegli
amministratori della Brianza che, ai loro tempi, avevano pensato al
termovalorizzatore come destinazione finale dei rifiuti.
Sebbene occorra tendere sempre più ad una economia circolare che
elimina il rifiuto alla fonte, questi impianti sono ancora necessari
perché sarà sempre presente una frazione residuale di rifiuti
indifferenziati e non esiste per ora una diversa tecnologia efficiente
atta allo smaltimento, checché ne dica il M5S.
Non capisco e non mi adeguo perciò agli attacchi che in questi mesi
sono indirizzati al termovalorizzatore di Desio.
Ogni vero amministratore sa che è facile far demagogia e
filosofeggiare. Ma il buon senso, la concretezza e il bene pubblico
spingono in un'altra direzione. Eliminare una struttura perfettamente
funzionante, efficiente e completamente in mano pubblica, per caricare
i rifiuti su camion e portarli a discariche ed inceneritori distanti
chilometri è demenziale. E non fa neppure bene all'ambiente!
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TRIVELLE?
Impossibile
poter spiegare in poche righe le motivazioni, ma a chi insistentemente
mi chiede cosa farò il prossimo 17 aprile, rispondo che non parteciperò
al voto referendario. E lo farò con consapevolezza, proprio perché si
tratta di un referendum abrogativo che richiede il raggiungimento del
quorum per essere valido.
La mia, come quella di tanti altri, è una precisa scelta politica
perché questo referendum non riguarda le trivelle, le fonti fossili,
l'energia rinnovabile, le balene e la fauna marina e non ha nulla di
"ambientale", se non forse la speranza di richiamare
l'attenzione dei cittadini su questi temi.
È un referendum politico, con il principale obiettivo di manifestare
contrarietà al governo in carica e alla sua azione politica.
Nel merito, vi invito a partecipare ad almeno uno degli appuntamenti
dove si tratta l'argomento
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