7 novembre 2018

Rischio idrogeologico, vi spiego perché Salvini è responsabile

Tutto quello che ha fatto il Pd al governo per difendere il nostro territorio
di Chiara Braga @bragachiara - Democratica

Provo una pena profonda, ma anche una rabbia che fatico a contenere sentendo le parole di Salvini che da ministro dell’Interno, con un selfie che lo ritrae sorridente, ha prima sporcato l’immagine della Protezione civile e offeso le vittime di questi giorni, e poi ha additato, come è solito fare con la sua propaganda insopportabile, i colpevoli di turno, quelli che lui definisce gli “ambientalisti da salotto”. Il fiume esondato in Sicilia ha spazzato via case abusive su cui c’era un ordine di demolizione mai eseguito, provocando la morte di un’intera famiglia. Le altre vittime da Nord a Sud, le devastazioni, i danni enormi sono stati provocati dal dissesto idrogeologico in un territorio fragile e martoriato da cementificazione selvaggia, mancata prevenzione e abusivismo edilizio.

Di fronte alle vittime servirebbe rispetto, non polemiche; ma c’è anche bisogno di verità. E allora provo a mettere in fila qualche semplice dato, nel tentativo di spiegare a Salvini e a chiunque è interessato come stanno davvero le cose. Per riflettere insieme su si è impegnato per affrontare le fragilità del nostro Paese e chi è capace solo di speculare sulle morti.

Nel 2014, con uno dei suoi primi atti, il governo Renzi istituisce presso Palazzo Chigi la struttura di missione Italia Sicura dedicata alla prevenzione del rischio idrogeologico, con il compito di coordinare l’attività di tutti i ministeri e degli enti territoriali: nove miliardi di investimenti anche con fondi europei, accordi con tutte le Regioni, un unico data-base nazionale per gli interventi con priorità e urgenza, migliaia di cantieri aperti, un piano straordinario per le aree metropolitane, interventi integrati per la sicurezza dei nostri fiumi. Nel 2018 la prima operazione del governo Conte è invece quella di cancellare Italia Sicura, bloccare lo stato di avanzamento degli Accordi di programma e riportare al ministero dell’Ambiente, privo di competenze e strutture, la gestione dei soldi programmati che tornano ad essere attribuiti con discrezionalità, senza più rispettare le priorità definite negli accordi siglati con le Regioni.

Nella Legge di Bilancio 2018 del governo Gentiloni, con un mio emendamento, vengono approvati i commi 1073-1074 che introducono un meccanismo di finanziamento con prestito Bei (la Banca Europea degli Investimenti) degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nelle Regioni del Centro-Nord. Mentre il governo Lega-M5s non dà nessuna attuazione a quella disposizione e il nuovo ministro dell’Ambiente Costa dichiara che “il governo non intende farsi prestare gli 800 milioni per opere contro il dissesto idrogeologico che era stati concordati con la Bei a giugno da Italia Sicura”.

Nel “Collegato ambientale” approvato in Parlamento nel 2015, promosso da Andrea Orlando da ministro dell’Ambiente, diamo finalmente attuazione alla riforma dei distretti idrografici; destiniamo 10 milioni di euro per la demolizione di immobili abusivi nelle aree a rischio idrogeologico; istituiamo presso il ministero dell’Ambiente un Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico; e con un mio emendamento introduciamo nel Codice dell’Ambiente lo strumento dei “Contratti di fiume” per la messa in sicurezza e la riqualificazione dei corpi idrici superficiali.

Nel 2018 il Consiglio dei ministri in cui siedono, tra gli altri, Salvini, Di Maio e Costa, va nella direzione opposta con un decreto legge “Genova” che contiene il condono edilizio per Ischia, con cui si potranno sanare abusi anche in aree a rischio idrogeologico. Nonostante l’opposizione durissima in Parlamento di Pd e Leu e la contrarietà di tutte le associazioni ambientaliste, la maggioranza Lega-M5s, con il supporto prezioso di FI, approva il testo che contiene il più grande e tombale condono edilizio del nostro Paese.

Lo scorso dicembre approviamo il Codice della Protezione Civile. Un provvedimento che attua una legge a mia prima firma approvata dal Parlamento nel 2017, senza ovviamente i voti della Lega e del Movimento 5 Stelle, con cui si forniscono strumenti e risorse fondamentali per rafforzare il sistema della protezione civile. Si istituiscono presso la Presidenza del Consiglio il Fondo nazionale per le attività di previsione e prevenzione, il Fondo per le emergenze nazionali e il Fondo regionale di Protezione civile. Nella legge di Bilancio 2019 approvata dal governo Salvini-Di Maio, e che abbiamo potuto leggere alla Camera solo ieri, ad un primo esame non ho trovato alcun riferimento specifico al finanziamento di questi Fondi, in particolare nessuna risorsa per il Fondo regionale.

Nel marzo 2016 la Camera approva in prima lettura la legge sullo stop al consumo di suolo di cui sono stata relatrice: Lega e 5 Stelle votano ovviamente contro, ma per ragioni opposte. La Lega perché la ritiene troppo restrittiva – “così bloccherete tutta l’attività edilizia!” dicevano i deputati leghisti – e il Movimento 5 Stelle perché la giudica “un regalo agli speculatori”. Idee confuse da parte di chi oggi sta al governo insieme ma decisive per impedire ancora oggi al nostro Paese di avere una legge nazionale per fermare la cementificazione selvaggia. Nonostante ciò nella Legge di Bilancio 2017 (comma 460) riusciamo a far approvare con un emendamento Pd una norma importante: gli oneri di urbanizzazione devono tutti essere destinati dai Comuni agli investimenti in opere pubbliche e a spese di manutenzione del territorio, prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e sismico, demolizione edifici abusivi e non più invece alla copertura delle spese correnti. Lega e 5Stelle, naturalmente, votano contro.

Potrei continuare, ma mi fermo qui. Ma sono questi fatti che mi rendono doppiamente insopportabili le parole di un ministro della Repubblica che specula sulle tragedia per qualche “mi piace” in più, si riempie la bocca di “me ne frego” e che invece di avere rispetto e dedicarsi a risolvere i problemi delle comunità colpite dai disastri di questi giorni, prova a additare anche stavolta il “colpevole” di turno – gli “ambientalisti da salotto e la sinistra”, il Pd che ha voluto, scritto e approvato le leggi e le politiche di cui ho detto qui sopra – per provare a scaricarsi di dosso le responsabilità che invece spettano a lui e al suo governo. Chi lascia correre, chi tollera questa mistificazione della realtà è complice di questo meccanismo perverso.

Sfido chiunque, Salvini o chiunque altro dei suoi scherani – ministri, sottosegretari, deputati o elettori, così come i suoi compagni di governo grillini – a confrontarsi pubblicamente con me su quello che ho scritto.
Lavoreremo in Parlamento, come sempre, anche dall’opposizione, per dare sostegno e aiuto alle comunità colpite dalla tragedia di questi giorni. E a dedicare tutto il nostro impegno per combattere l’ignoranza, l’incompetenza e l’arroganza di chi oggi governa il nostro Paese. Io non mi arrendo.

Nessun commento:

Posta un commento