24 gennaio 2019

Salvini e quella macchia oscena di Castelnuovo di Porto

Un vero e proprio blitz quello del ministero dell’Interno, che il Pd non ha esitato a definire una “deportazione”

Mettere per strada oltre 100 lavoratori. Fatto. Calpestare la dignità. Fatto. Ignorare i diritti e l’umanità. Fatto. Interrompere violentemente un cammino di integrazione per i migranti. Fatto.

Cala il sipario sul CARA di Castelnuovo di Porto, centro modello che nel marzo 2016 papa Francesco scelse per la celebrazione della lavanda dei piedi del giovedì santo, inchinandosi per il rito davanti a 12 profughi.

Il CARA di Castelnuovo di Porto ospitava 500 migranti ed è il primo centro di accoglienza per richiedenti asilo nella lista di quelli che dovranno chiudere i battenti, a poco più di un mese dalla conversione in legge del decreto sicurezza. Nessuna riconoscenza per il comune di Castelnuovo che ha fronteggiato l’emergenza nazionale per 10 anni, con il secondo centro di accoglienza più grande del Paese.

“Si possono cambiare” le politiche di gestione dell’immigrazione, “ma non si possono sbattere le persone sulla strada”. Il sindaco di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini è su tutte le furie. Per i tempi, per i modi, per le motivazioni con cui il governo ha compiuto un vero e proprio blitz. La Lega con Salvini usa il pugno duro. E i Cinquestelle avallano con il loro silenzio omertoso un’operazione che gli stessi cittadini definiscono indegna. Tant’è che sono lì a dare solidarietà a coloro che facevano parte del paese a tutti gli effetti.

Cinquecentocinquanta sono i profughi che verranno ‘smistati’ in tutta Italia, non si sa bene dove. I pullman stanno lasciando il centro. Ieri, fra le proteste, c’è stato lo spostamento dei primi 30. Oggi dovrebbero andare via in 75. Il centro deve essere totalmente chiuso entro il 31 gennaio.

Tra gli effetti di questa decisione vi sarà che i bambini dovranno lasciare le scuole dove erano inseriti, i giovani che avevano avviato percorsi di integrazione che funzionavano rischiano di finire in strada per effetto del decreto sicurezza e i 120 lavoratori del CARA (medici, psicologi, mediatori culturali e insegnanti) sono a rischio licenziamento. Insomma il Governo continua ad utilizzare la forza verso le persone più deboli, interrompendo percorsi di accoglienza e creando maggiore insicurezza. Visto che molti di loro finiranno per strada.

Il Pd che oggi è andato a far visito al centro con una delegazione non ha esitato a definire ciò che è successo una “deportazione”. Tra i primi a protestare il parlamentare del Pd, Roberto Morassut, che ha parlato di “una modalità che ricorda i lager nazisti”.  Il parlamentare dem  attacca “Ventiquattro ore dopo l’annuncio, sono piombati lì come una bomba, per fare spettacolo, perché Salvini vuole fare spettacolo e questo è incompatibile con una comunità civile e con un governo delle cose”.

“Mi ero impegnato a chiudere le mega strutture dell’accoglienza, dove ci sono sprechi e reati, come a Bagnoli, a Castelnuovo di Porto, a Mineo. E lo stiamo facendo” si è giustificato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini spiegando di aver agito come “un buon padre di famiglia”.

Ma uno dei primi atti di Travaglini, dopo il grande caos di Mafia Capitale, è stato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la prefettura di Roma per la realizzazione di progetti culturali e di volontariato, per l’inserimento scolastico dei bambini, costretti a lasciare aula, maestre e compagni senza sapere dove andranno e cosa li aspetta.

Inoltre il sindaco spiega: “I centri CARA costano meno rispetto ai Cas, i centri di accoglienza straordinaria, ai quali sono diretti questi migranti”. Riguardo alle cifre ieri fornite da Salvini (1 milione di contratto per ogni anno e 5 milioni annui di gestione), Travaglini precisa: “Questo è un edificio Inail. Non è una spesa per lo Stato. L’edificio era stato da anni abbandonato. Mi auguro che il ministero sia così efficace ed efficiente nel ristrutturarlo”.

tratto da Democratica

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