1 luglio 2019

Europee 2019 | UN GRAZIE A TUTTI VOI


Care, cari,

eccomi a voi (con qualche ritardo, lo so), per ringraziarvi di tutto cuore per il sostegno, il voto e soprattutto il calore e la stima che ho sentito in tante e tanti di voi.
GRAZIE, vorrei dire mille volte grazie!
È stata una campagna difficile, ma BELLA perché ho incontrato gente appassionata, interessata all'Italia e all'Europa, desiderosa di dire la sua sul futuro e sulle scelte che dovremmo fare e soprattutto interessata a trovare "insieme" una risposta alle molte sfide che abbiamo già di fronte.
Mi sono sentita "accompagnata" e ho sentito tantissimi di voi partecipi di questa avventura europea.
Davvero, mai mi sono sentita sola in questo intenso viaggio.
Spero dunque che questo spirito di partecipazione continui e che si possano creare (io mi impegno a farlo) modalità e anche appuntamenti fissi e periodici per un'informazione continua e uno scambio di idee e proposte.

È importante, infatti, che l'Europa "non arrivi" alle persone soltanto alle scadenze elettorali, ma sia un cammino comune e un percorso quotidiano.
Solo così vinceremo quel senso di estraneità verso l'UE, che è molto diffuso e su cui poi gli antieuropei fondano e costruiscono le loro false narrazioni e i loro imbrogli comunicativi, tanto dannosi per l'Italia ma tanto fruttosi per il loro consenso.
Adesso si comincia, anzi abbiamo già cominciato.
A livello parlamentare si stanno costituendo i gruppi politici e al 2 luglio si eleggerà il Presidente del Parlamento UE e tutto l'ufficio di presidenza.
Nel frattempo si gioca la grande partita delle nomine dei vertici UE (accanto al Parlamento, ci sono la Commissione e il Consiglio, oltre al Presidente della BCE).
Siamo, proprio in questi giorni, nella fase di costituzione dei gruppi politici e i numeri sono ancora un po’ ballerini, perché alcuni deputati non hanno ancora scelto il gruppo.

In sintesi:

Il PPE perde la sua centralità, il nostro gruppo S&D è fondamentale perché nessuna maggioranza si può fare (né a destra, né a sinistra o centro sinistra) senza di noi. L’ALDE, cioè i liberali crescono per l’arrivo del gruppo di Macron e i Verdi pure sono molto aumentati.
Ecco qui di seguito la composizione del nuovo Parlamento UE:
PPE 179 deputati. S&D 153 deputati. ECR (conservatori dove stanno gli eletti di Fratelli d’Italia) 61 deputati. Renew Europe (ex. liberali) 106 deputati. GUE 41 deputati. Verdi 75 deputati. EFDD (Farage e 5 Stelle???) 43 deputati. Identità e democrazia (Ex ENF cioè Lega e Le Pen) 73 deputati. Non iscritti 7 deputati. Senza gruppo 13 deputati.



Si capisce subito dai numeri, prima ancora che dalla politica, che i rappresentanti della maggioranza che governa l’Italia sono assolutamente marginali e insignificanti in questo Parlamento. Altro che cambiare l’Europa, “rivoltare il Parlamento” e le altre FALSE parole d’ordine e proclami fatti in campagna elettorale!!

In realtà noi l’abbiamo detto subito dopo le elezioni: Salvini ha vinto in Italia, ma HA PERSO in Europa. 

Qui ha tentato di fare un gruppo nuovo ma né gli ungheresi di Orban (oggi nel PPE) né il partito polacco di Kaczyński (oggi nell’ECR) gli hanno detto sì, anzi gli hanno voltato malamente le spalle.
Allora ha ripiegato sul restare dove era: cioè con la Le Pen. I due hanno cambiato il nome del gruppo. Oggi è Identità e Democrazia, e noi sappiamo bene come intendono, la democrazia loro!
Certo i leghisti italiani sono numerosi, ma il gruppo è scarsamente rilevante (meno del 10% del Parlamento), e soprattutto noi Socialisti e Democratici abbiamo proposto agli altri gruppi di fare un “cordone sanitario” in modo da evitare di appoggiare i loro candidati per le cariche istituzionali o di approvare i loro emendamenti. 

La situazione però più incredibile e imbarazzante è quella degli eletti 5 stelle. Non hanno né i colleghi né i numeri per fare un gruppo nuovo: quello tanto sbandierato con le foto di Di Maio (ricordate?) assieme ad altri personaggi (per lo più non eletti).
Quindi oggi hanno due strade entrambe amare: tornare con la coda tra le gambe da FARAGE, uno dei maggiori responsabili della BREXIT (che tanto danno sta creando in Gran Bretagna e anche nel resto d’Europa) o finire tra i non iscritti, gruppo che da noi non ha alcuna agibilità in Parlamento (no responsabilità, no relazioni da svolgere sui dossier, no interventi). Scopriremo dunque entro il 25 giugno che scelta faranno.

Il tanto strombazzato intento di “rivoltare l’Europa” con le elezioni è finito così:
Zero peso in Parlamento e, purtroppo scarso peso, nelle intese in corso per le nomine ai vertici. Questo è un gravissimo danno per l’Italia.

Certo il Governo avrà un rappresentante nella Commissione europea, ma sarà difficile ottenere un portafoglio importante visto la marginalità del nostro paese e la pericolosità delle posizioni che sta tenendo il Governo verso l’Europa. 

Ancora una considerazione politica: 
Il rischio di vedersi arrivare una procedura d’infrazione è molto grave.
Sarebbe la prima volta di una procedura per eccesso di debito e le misure conseguenti sarebbero pesanti per noi.

Un governo serio farebbe tutto il possibile per evitarla, aprirebbe un’intensa discussione, negozierebbe e troverebbe un’intesa ad ogni costo. Invece il nostro Governo in queste settimane ha continuato a provocare, a ridicolizzare le decisioni europee, ad attribuirle a una cattiva disposizione verso l’Italia, come se fosse un problema emotivo, oppure a ritenere che le regole, da tutti stabilite, siano il frutto di una “lunga mano” della finanza, vista come una specie di SPECTRE.
Insomma ci si è rifugiati nella solita propaganda, vittimista e arrogante insieme, invece di affrontare il tema della stabilità del nostro bilancio e della nostra economia per non spaventare gli investitori che comprano i nostri titoli di Stato.

La verità è che abbiamo assoluto bisogno di aver buoni rapporti con l’Europa perché ne siamo parte. Questo non significa come dicono loro, “piegare la schiena” e altre sciocchezze propagandistiche.
Questo significa avere buon senso, capire che le regole si rispettano, negoziando al meglio per noi e per le nostre esigenze per ottenere elasticità nell'applicazione.

E se riteniamo che le regole siano sbagliate, dobbiamo sapere che si cambiano avendo un’idea e una proposta seria, confrontandosi con altri paesi e tessendo alleanze per creare la maggioranza necessaria. Se invece noi (o meglio il nostro Governo) riteniamo che i grandi paesi europei siano tutti nemici, con chi mai cambieremo le regole? 

Inoltre dobbiamo chiarire che il nostro contraltare non è la Commissione, ma il Consiglio, cioè tutti gli altri paesi dell’eurozona (e anche dell’intera Unione) che all’unisono chiedono all’Italia di non rappresentare un pericolo e un rischio per tutti. 

Come dice oggi un autorevole commentatore: “il governo italiano deve abbassare le penne nel conflitto con l’Europa. Sfidare gli altri paesi senza uno straccio di alleato dove può portarci?”
Invece no! non solo noi (i nostri governanti) ci scagliamo contro tutti, non solo rifiutiamo aggiustamenti o altre misure, ma “rilanciamo” la provocazione ipotizzando un’ipotetica, iniqua ma comunque costosa FLAT TAX.
Siamo alla provocazione irresponsabile o al tentativo di creare le condizioni per l’uscita dell’Italia dall’UE? Io penso che tutte le ragioni siano alla base del continuo attacco all’UE.

Solo così si può comprendere (ma non certo giustificare) ciò che è accaduto durante la visita di Salvini negli USA: mentre Draghi fa un favore all’Italia (e all’Europa) con nuove manovre monetarie espansive (che tra l’altro deprezzando l’euro favoriranno la nostra espansione) facendo arrabbiare Trump, Salvini sostiene la potente economia USA! 

In tutto questo confuso panorama non giova certo l’atteggiamento di queste ore al Consiglio europeo di Conte che lamenta un “intervento punitivo” dell’Unione Europea o che, dall’altro lato, sfugge ai propri impegni evocando generiche proposte di riforma dell’eurozona senza assumere alcun impegno preciso. 
Come può Conte rassicurare i suoi colleghi europei e come può l’Europa credere alle sue parole quando si impegna a rispettare le regole se contemporaneamente viene smentito da Salvini in Italia con la solita sfida “noi faremo ciò che vogliamo e l’Europa se ne farà una ragione”!
Il Presidente Conte sembra sempre più debole e solo, quando comincia a sciorinare qualche cifra ipotizzando una manovra di assestamento mentre Salvini continua a negare ogni tipo di manovra correttiva.

Questo passaggio delicato non può ridursi a pessima commedia o a un gioco delle parti! ed è legittimo lo sconcerto dei paesi europei che si chiedono quale sia la proposta dell’Italia e chi la rappresenti.

In questo amaro e pericoloso quadro tocca alle forze europeiste, e tocca a noi in Europa dare prova della nostra volontà di cambiare davvero.

Siamo la maggioranza forte del Parlamento: occorre che emerga da questo schieramento il meglio del coraggio per avanzare con proposte adeguate alla crisi dell’Europa. Una risposta, insomma, all’altezza dell’attacco che viene portato all’Unione.
L’asse tra Berlino e Parigi si è incrinato, (e ciò indebolisce l’intera Unione) il deficit democratico europeo permane e c’è bisogno di uno scatto, di un avanzamento sulla strada dell’integrazione e delle riforme istituzionali.

Si deve dimostrare insomma che l’Europa è viva e capace di dare ai cittadini quelle risposte sociali, ambientali, culturali e di crescita che ne legittimano l’esistenza e ne devono animare il futuro.

Questo è il quadro ad oggi.  

Noi ci risentiremo presto. Intanto osservazioni, proposte e critiche sono ben accette. 

Un grande abbraccio e ancora grazie. Cercherò di onorare con il mio impegno il consenso ricevuto, dal territorio e da tante realtà sociali, culturali e produttive, oltre che da tante e tanti cittadine e cittadini.  

Patrizia Toia
Per contattarmi:
mail: segreteria@patriziatoia.it - patrizia.toia@europarl.europa.eu
Recapiti telefonici : 3357095410 - 0239526858

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