"Le ragioni per cui è stato ucciso sono ancora attuali": le parole del ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano. E' la prima volta che il governo nazionale è presente alla cerimonia
Con la deposizione di corone d'alloro sul luogo dell'omicidio è iniziata, a Palermo, la giornata in ricordo di Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio del 1980. Alla cerimonia in via Libertà, dove erano presenti anche diversi familiari di Mattarella, hanno partecipato, tra gli altri, il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, il governatore siciliano Nello Musumeci, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. E' la prima volta che un ministro partecipa alla commemorazione.
"La mafia che ha voluto uccidere Piersanti Mattarella non ha vinto, eppure non ha nemmeno perso perché quella riforma profonda delle istituzioni che Mattarella voleva realizzare in Sicilia, e di cui c'è bisogno in tutto il Paese, è un lavoro che ancora deve essere portato a compimento: le ragioni per cui è stato ucciso sono ancora attuali". Così il ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, a margine della commemorazione.
"A 40 anni di distanza dalla morte di Piersanti Mattarella emerge sempre di più la levatura nazionale di questa figura. Ha tenuto alta la dignità della politica e delle istituzioni. La sua battaglia per lo sviluppo parla all'Italia intera non solo alla Sicilia, per questo oggi ho voluto essere qui", ha aggiunto Provenzano.
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