7 ottobre 2020

“Piano Marshall”: 24 Sindaci chiedono a Regione di ripensarci, mancata concertazione col territorio

I sindaci del centrosinistra di Monza e Brianza chiedono la sospensione degli effetti della delibera regionale dello scorso 5 agosto 2020 con cui sono state ripartite risorse del cosiddetto Piano Lombardia

Ieri pomeriggio martedì 6 ottobre 2020 si sono ritrovati ad Arcore per manifestare contrarietà e spiegare le proprie ragioni rispetto a questo provvedimento. 

C'è anzitutto una questione di metodo sui finanziamenti di Regione - ha dichiarato Pietro Virtuani, segretario provinciale del PD - Se si decide di fare interventi sui Comuni, lo si fa con bandi pubblici a cui tutti possono decidere di partecipare. La Lega dice sempre di essere per i territori, però poi stabiliscono tutto dall'alto. Occorre piuttosto una vera sussidiarietà e un protagonismo degli enti locali.

Il motivo del ritrovo ad Arcore è stato illustrato dal primo cittadino Rosalba Colombo: Arcore è l'unico Comune del centrosinistra che riceverà direttamente un finanziamento, ma soltanto nel 2023 e per un intervento che il Comune ha già finanziato. Regione attribuisce quindi la stessa cifra per una manutenzione straordinaria di un cavalcavia che il Comune ha già in programma di realizzare con risorse proprie. 

È l'emblema - prosegue il sindaco - di come Regione lavori senza tenere conto del confronto necessario con i Comuni e come abbia distribuito soldi senza conoscere le vere esigenze dei territori ma semplicemente su istanze particolari. 

Chiediamo trasparenza nel metodo rispetto all'assegnazione delle risorse - ribadisce Vincenzo Di Paolo, capogruppo di Brianza Rete Comune in Consiglio Provinciale, lamentando un modo di fare politica di parte che però fa male a tutti. 

Di Paolo chiede uno sforzo della Provincia per un maggiore coordinamento nei confronti di Regione, annunciando la richiesta di una convocazione dell'Assemblea dei Sindaci per una riflessione più significativa.

Di opportunità non colta ha parlato Luca Ornago  sindaco di Villasanta, mentre Roberto Corti, sindaco di Desio, ha parlato di discriminazione non tanto a livello di Comuni ma a livello di cittadini. 

Nessuno di noi - ha spiegato Corti a nome di tutti i sindaci presenti - ha saputo se e come si potesse partecipare alla richiesta per avere finanziamenti di questo tipo, mentre se un Comune è amministrato da un certo colore politico con canali diretti in Regione può accedere ad altre opportunità. 

Occorre inoltre - prosegue il sindaco di Desio - ragionare in termini strategici, per opere che abbiano un impatto sul territorio in senso lato.

Alcuni interventi finanziati riguardano parchi giochi, recinzioni, sistemazione di centri storici: che impatto strategico possono avere sulla provincia di Monza e Brianza interventi di questo tipo?! 

A noi sindaci sarebbe piaciuto confrontarci e insieme portare le scelte strategiche. 

Si fa invece passare l'idea che ci siano cittadini di serie A o serie B, a seconda del colore politico della propria amministrazione.

Se passa il concetto che se una regione è governata da un colore politico, i soldi vanno da una parte, e se è governata da un altro colore, vanno da un altra parte, qui ci rimettiamo tutti: ci rimettono le istituzioni e la democrazia in generale - conclude Corti. 

La richiesta di revisione del Piano arriva anche da Gigi Ponti, consigliere regionale del PD. 

Tutti parliamo di investimenti nelle infrastrutture - afferma Ponti - ma poi vediamo finanziare con riserve strategiche della Regione interventi di natura ordinaria. Se sono di natura ordinaria devono essere messi in fila e condivisi con il territorio, dando a tutti pari opportunità, non come elargizioni che non hanno nulla a che vedere con interventi strategici.

È piuttosto necessario - prosegue Ponti - investire su digitalizzazione, scuole, trasporto pubblico. È quello che abbiamo chiesto anche come PD in Consiglio Regionale. 

È giusta la richiesta dei sindaci della Brianza: il piano va rivisto, altrimenti ci giochiamo le riserve finanziarie per un piano parziale. 

Fare un passo indietro, per fare bene, investendo nelle infrastrutture che servono, senza costruire una gerarchia fra enti ma con una collaborazione orizzontale fra tutti.

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