19 agosto 2018

Concessioni e autostrade, dove erano Lega e M5S in questi anni?

Quando il Carroccio era al governo nel 2008 cancellò delle norme introdotte da Prodi che davano maggiori garanzie ai cittadini su tariffe e investimenti. E nella scorsa legislatura i Cinque Stelle non intervennero mai durante l’indagine sulle concessioni

Per una volta devo dire grazie a Giorgia Meloni. Perché è stata lei, con la sua perentoria dichiarazione al tg della sera (“…è l’intero sistema delle concessioni autostradali ad essere malato. È un sistema che non va bene”), a farmi scattare la scintilla.

La memoria è andata così al mio primo intervento nell’aula parlamentare, nella XVI Legislatura, Seduta n. 10 di mercoledì 28 maggio 2008:
"Signor Presidente, intervengo a titolo personale per esprimere la forte contrarietà rispetto all’articolo aggiuntivo 8.012 (Ulteriore nuova formulazione) del Governo e, in particolare, sui contenuti del comma 2.
Esprimo un voto contrario a causa di questa procedura straordinaria di approvazione, non solo delle convenzioni siglate dall’Anas ma anche degli schemi sottoscritti dalle società concessionarie, che rappresenta una forzatura non condivisibile per il metodo e il merito della questione posta. Per il metodo, data la rilevanza del tema e l’entità delle risorse economiche in gioco, è sconvolgente che non si possa procedere secondo i termini ordinari di un percorso legislativo che coinvolga correttamente le Commissioni e il Parlamento e che si avvalga dei pareri tecnici degli organi competenti.
Non condivisibile rispetto al merito, in quanto la rilevanza del tema richiede la necessità di una riflessione attenta e approfondita sui diversi aspetti delle concessioni autostradali, sulla congruità dei canoni, dei controlli e della trasparenza della procedura quando invece l’approvazione acritica degli schemi di concessione toglie ogni possibilità di controllo, di verifica e di garanzia.
"

14 agosto 2018

Saviano: "Ministro Salvini, ecco perché la sua Lega non ha capito la ’ndrangheta"

Lo scrittore e la visita del vicepremier leghista a San Luca: "Per anni lei e il suo partito avete negato l’esistenza delle mafie al Nord credendo fosse un fenomeno da terroni. Non vi siete accorti che la vera questione mafiosa era tutta di natura economica e ben lontana dal Sud"

di ROBERTO SAVIANO

Fa bene, ministro Salvini, ad andare a San Luca e a visitare il santuario della Madonna di Polsi. Fa bene ad andare nel luogo dove risiede la spiritualità calabrese più antica, infettata da secoli dalla radice 'ndranghetista. Fa bene ad andare nel cuore dell'Aspromonte e la prima parola che dovrà pronunciare è: "Scusatemi". Chieda scusa, ministro, in nome di un partito che ha governato nei territori settentrionali maggiormente infiltrati dalle mafie senza mai chiudere le porte al potere criminale nel Nord Italia. Lo faccia per tutti gli anni in cui il suo partito ha negato l'esistenza delle mafie al Nord, credendo fosse un fenomeno nato da terroni corrotti e incivili, circoscritto all'arretrato Meridione.

11 agosto 2018

Seabin, il cestino contro la plastica sbarca in Italia


Seabin, il cestino che rimuove i rifiuti galleggianti dall'acqua, ha travolto il mondo con la sua semplicità ed efficacia. Arriva anche in Italia e ne parliamo con uno dei suoi creatori, Pete Ceglinski, che ha dedicato la sua vita a pulire gli oceani dalla plastica.

La passione per il mare che unisce gli australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton li ha portati a cambiare vita per combattere la plastica negli oceani, perché le generazioni future continuino a godere delle loro bellezze, magari navigando, facendo immersioni o cavalcando le onde sulle tavole da surf come amano fare loro. Questa forma d’inquinamento è così grave che il peso complessivo di plastica nei mari supererà quello dei pesci entro il 2050, secondo la Ellen MacArthur Foundation. All’età di 35 anni Ceglinski, ex designer di prodotto e costruttore di barche, e Turton, che di anni ne aveva 38 e lavorava anche lui nel settore nautico, hanno lasciato il lavoro dedicandosi a sviluppare Seabin, un cestino galleggiante che risucchia e raccoglie i rifiuti dall’acqua (se volete sapere di più su come funziona, cliccate qui), tra cui le microplastiche. Efficace soprattutto in aree come i porti, dove si accumulano i detriti, è in grado di catturare più di 500 chili di rifiuti all’anno.

8 agosto 2018

IL MIRAGGIO CHE IL DEBITO NON CONTI

di CARLO COTTARELLI e GIAMPAOLO GALLI

Agli allarmi degli economisti sui rischi di crisi finanziaria che incombono sull’Italia se si abbandonasse una linea di fermezza circa l’appartenenza all’euro e di prudenza in materia di conti pubblici, alcuni esponenti dell’attuale maggioranza rispondono che la volontà del popolo è sovrana e non può accettare di essere subordinata a volontà terze, men che meno alla volontà dei mercati finanziari. Dunque può anche darsi che ci siano dei rischi, ma se il popolo sovrano ritiene che sia giusto, ad esempio, aumentare la spesa per il reddito di cittadinanza, questa cosa deve essere fatta.  Sulla base di questo argomento vengono censurati i governi degli anni scorsi, in quanto rei di aver ceduto alle pressioni dei mercati e dunque, in qualche modo, di aver svenduto la democrazia italiana, se addirittura l’Italia stessa, a una élite finanziaria che, secondo alcuni, dominerebbe il mondo. Questi argomenti connotano in modo molto netto, le posizioni che generalmente vengono definite sovraniste e che sono largamente trasversali fra destra e sinistra.

Occorre riconoscere che una riflessione sui limiti della globalizzazione è del tutto legittima e si può forse accettare il ragionamento di Dani Rodrik, dell’Università di Harvard, secondo cui la globalizzazione, spinta oltre certi limiti, rischia di entrare in conflitto con la sovranità nazionale, specie quando questa si esprima in forme democratiche.

Ma ci sono due obiezioni che anche i sovranisti più convinti dovrebbero prendere in considerazione.

6 agosto 2018

Summit BRICS in Sud Africa, nel disinteresse dell’Europa

La dichiarazione finale del vertice pone l’accento sull’importanza di cercare alternative virtuose alle destabilizzanti politiche dei dazi e delle guerre commerciali volute da Trump. Sarebbe significativo se sull’argomento si aggiungesse anche la voce dell’Europa

È appena finito il decimo summit dei Paesi BRICS tenutosi a Johannesburg, in Sud Africa. Purtroppo, nella più totale indifferenza da parte dell’Europa, sia quella delle più alte istituzioni politiche sia quella dei mass media. Un atteggiamento miope che rivela tutta l’impotenza politica dell’Unione europea di fronte ai grandi cambiamenti geopolitici che stanno determinando la storia.

Nessuno pensa che si debbano rompere le tradizionali alleanze o immaginare nuove strategie avventurose. Si chiede semplicemente di non chiudere gli occhi di fronte alla realtà mutata e alle sue continue evoluzioni. È come se l’Europa fosse voluta rimanere incatenata al periodo iniziale della CECA, la comunità del carbone e dell’acciaio, mentre il mondo “andava” verso il petrolio, il nucleare e poi verso la fusione nucleare e le più sofisticate tecnologie delle energie rinnovabili.

3 agosto 2018

Roberto Rampi: "Il senatore Lucidi mi ha messo le mani addosso"



“Oggi un senatore del Movimento 5 stelle mi ha messo le mani addosso.
Io credo che questa sia una degenerazione di cui tutti dovremmo preoccuparci.
Perché è così che si inizia e purtroppo la nostra storia ci racconta come si finisce”.

Questa la denuncia del senatore del Partito Democratico Roberto Rampi, che ricostruisce quanto avvenuto nell'aula di Palazzo Madama diventata palcoscenico di una aggressione da parte del senatore del Movimento 5 Stelle, Stefano Lucidi.

Lo scontro, prima verbale e poi fisico, è avvenuto a seguito di una interrogazione da parte dei Democratici al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in cui si chiede di sapere se, il titolare del dicastero della Giustizia "al fine di tutelare il ruolo istituzionale che ricopre, non ritenga necessario chiarire, in tempi brevi, la natura dei suoi rapporti con l'avvocato Lanzalone", consulente per il Campidoglio chiamato a trattare con il costruttore Luca Parnasi. A depositare l'interrogazione è stato il senatore Pd Dario Parrini, con i colleghi Simona Malpezzi, Franco Mirabelli, Valeria Valente, Stefano Collina, dal momento che secondo quanto emerge dalle carte della Procura sarebbe stato Bonafede a suggerire Lanzalone come consulente per il Campidoglio sullo stadio romano.

30 luglio 2018

State of the Map al PoliMi

Locandina dell'evento organizzato a Sulbiate
lo scorso aprile dai Polimappers in occasione
del 1° Festival dell'Ambiente
Milano ospita il raduno internazionale della comunità di OpenStreetMap, progetto di mappatura libera e collaborativa (grande database globale geospaziale) nato nel 2004 a Londra e coordinato dalla OpenStreetMap Foundation. “State of the map” 2018 riunisce dal 28 al 30 luglio al Politecnico di Milano, in piazza Leonardo da Vinci, oltre 400 mappatori provenienti da una cinquantina di Paesi, ricercatori, aziende, pubbliche amministrazioni, istituzioni e associazioni non governative. Presenti appassionati (i cosiddetti mappers) e ricercatori, ma anche dipendenti di grandi realtà come Apple, Facebook, Google e Microsoft che racconteranno come contribuiscono a sviluppare e come usano il patrimonio informatico che il progetto mette a disposizione di tutti, oltre ai giovani mappatori del PoliMi (i PoliMappers). Previste sessioni e alcuni workshop (iscrizioni al sito) in cui saranno illustrate le opportunità connesse a OpenStreetMap, la più importante piattaforma di open data geografici al mondo (dati accessibili gratuitamente e riutilizzabili per qualsiasi scopo, anche commerciale), e i molteplici ambiti di applicazione e utilizzo dei dati geografici aperti: trasporti, soccorso, logistica, turismo, innovazione e ricerca scientifica. Sito: https://2018.stateofthemap.org/it/

tratto da http://vivimilano.corriere.it/

28 luglio 2018

Il quinto anno in Siria senza una verità su padre Dall'Oglio

Continua il mistero sulla sorte del gesuita con cui si sono persi i contatti il 29 luglio del 2013. Il fratello Giovanni: «La profezia di Paolo ora è riconosciuta da tutti»

Era, probabilmente, il disperato soccorso alla “Primavera siriana” quella «mediazione» cui padre Paolo Dall’Oglio non si era sottratto. «Torno in Siria. Questo è il numero dei miei, se dovesse servire», diceva salutando i giornalisti amici pochi giorni prima. Le ultime immagini sul Web ritraggono il gesuita fra studenti inneggianti alla Siria libera davanti a una chiesa armena di Raqqa. Erano i giovani di padre Paolo, cui aveva legato la sua vita, fino a tentare quella «mediazione». Poche ore dopo, il 29 luglio 2013, iniziava il silenzio che dura sino ad oggi. Forse una trattativa per un ostaggio rapito, forse il tentativo di aprire un canale di dialogo con lo Stato islamico dell’Iraq e del levante che a Raqqa stava aprendo uffici e insediando milizie: la prima città conquistata completamente dai ribelli al regime non era ancora la “capitale” del Daesh. Un anno dopo, il 29 giugno del 2014, Abu Bakr al-Baghdadi, con il discorso alla moschea di al-Nouri a Mosul, avrebbe messo il suo macabro sigillo anche su un pezzo di storia della Siria. Ma non era quello il disegno dei primi sei mesi della rivolta in Siria.E proprio per questo la scomparsa a Raqqa del prete del dialogo islamo-cristiano espulso dal regime, pare, più che una resa, l’ultimo estremo tentativo di opporsi, con la sua presenza fisica, con il suo corpo, a una deriva che – complice quella che Dall’Oglio chiamava la «criminale indifferenza internazionale» – sembrava una necessità.Cosa sia stato per la Siria questo lustro di silenzio di padre Paolo Dall’Oglio, lo dimostra plasticamente la stessa Raqqa. Per tre anni centrale del terrore “nazi-jihadista” del Daesh, e ora, dopo mesi di assedio, rasa al suolo. Un gorgo di violenza, mentre regime e forze russo-siriane, procedevano alla “riconquista”, che ha sventrato in altri assedi medievali Homs, parte di Aleppo, la Ghouta orientale, oltre che la capitale dei jihadisti. Un indistinto, per fare di ogni opposizione un «terrorista». Una tragedia che ha quasi cancellato una nazione e prodotto una bomba migratoria incontenibile nel Mediterraneo. Negata ormai qualsiasi ragione a chi nel 2011 da Daraa aveva iniziato a marciare dietro alle insegne di «pane e libertà». E ieri a Sweida, non lontano da Daraa, il Daesh, ufficialmente sconfitto, si è all’improvviso rimaterializzato: assalti kamikaze in serie a villaggi capaci di fare oltre 220 vittime, di cui 127 civili. Un rigurgito, forse l’ultimo, della guerra civile. Ma da 5 anni, nell’attesa del ritorno di padre Paolo Dall’Oglio, la sua profezia inerme e spietata invoca un’altra Siria.

27 luglio 2018

Protezione dei dati e scandalo Facebook Cambridge Analytica


Carissime, carissimi,

con questa newsletter anziché parlarvi di politica (che in questo periodo, purtroppo, ci riserva tante delusioni) vi voglio raccontare di quello che sta facendo l’Europa, e in particolare il Parlamento Europeo, su uno dei temi controversi e di forte attualità quali la protezione dei dati personali, l’intelligenza artificiale, e il copyright.

Oggi entro nel merito dello scandalo Facebook/Cambridge Analytica.

È notizia fresca la multa di 500.000 sterline del Garante del Regno Unito a Facebook proprio per il mancato rispetto della protezione dei dati personali.