6 giugno 2011

ERRARE E' UMANO PERSEVERARE DIABOLICO. Di M. Sarchielli.


"errare humanum est, perseverare autem diabolicum"

Il nostro Sindaco sta rischiando di provocare danni irreparabili alla nostra Comunità. Tutti partiti del circondario, non solo il PD, lo hanno compreso. In questo fine settimana saranno molte le adesioni dei cittadini del Vimercatese chiamati a firmare l’appello sovra-comunale “No al centro commerciale di Sulbiate”. Della spiacevole ed imbarazzante situazione, purtroppo, il nostro il sig. Sindaco deve ringraziare sole se stesso. Il discutibile modo di intendere e fare politica, il suo dispositivo personalistico ed autoreferenziale del tutto chiuso a qualsiasi possibilità di interlocuzione che dissente dal suo sentire, anche se supportata da argomentazioni importanti e fondate, in questa circostanza emerge in tutta la sua preoccupante pericolosità. Abbiamo più volte chiesto un confronto. E’ stato sistematicamente con vari pretesti negato o disatteso, e quando è avvenuto ha sempre preferito parlare d’altro. Forse pensando di non essere scoperto. Alla presa di posizione di tutti i partiti, disprezzati,e senza vergogna delegittimati, dal nostro primo cittadino, arriva finanche a chiedere una “rifondazione della politica”. Poi, si richiama alla “tradizione cristiano democratica”. Se ci fossero state le “teste pensanti di allora” si sarebbero certamente confrontate e avrebbero trovato una posizione condivisa, magari con fatica e difficoltà, ma condivisa per evitare il peggio.

Solo una precisazione prima di semplificare per punti quello che sta accadendo: il Partito Democratico è concentrato sul problema presente e preoccupato per il futuro della Comunità; il Sindaco invece insiste a parlare d’altro, fugge il confronto, e le sue giustificazioni sono sempre rivolte al passato.

E’ bene sapere che:

· Bloccare l’azione amministrativa del Comune di Sulbiate e l’adozione di una delibera sono scelte del Sindaco. E’ il sindaco che convoca la Giunta e decide l’O.d.G. Decide l’agenda amministrativa. Non è una colpa, se poi gli amministratori prendono posizione su argomenti da lui introdotti.

· Non è il Sindaco che sceglie da che parte debbano stare i consiglieri. Il Sindaco è si’ eletto dal popolo, ma riceve la legittimità ad operare nei limiti e negli indirizzi espressi dal Consiglio. Non ci sono dosi più o meno ampie di libertà da concedere ai Consiglieri. Il Consigliere Comunale è libero e basta, la sua libertà non è a disposizione di nessuno.

· Mai, da due anni a questa parte risulta sia mai stato convocato un incontro della Lista Civica tra amministratori, fondatori e simpatizzanti. Mai nessun momento di verifica collegiale. Mai un bilancio delle attività per controllare se Sindaco ed Assessori stessero operando secondo il mandato ricevuto dal programma e nel rispetto degli impegni presi. Dov’è la Lista Civica? Chi parla è sempre e solo lui.

· Pone alcune condizioni difficilmente condivisibili, insormontabili ostacoli alla possibilità di lavorare insieme.

· Se le condizioni non esistono più non ci sono molte alternative: ridefinire un accordo che evidentemente se si vuole realizzare non può essere imposto da nessuno; andare a votare.

· Non può essere lui a decidere la posizione distinta dei due Assessori, perché hanno coerentemente espresso lo stesso pensiero, facendo lo stesso percorso.

Il Programma non è del Sindaco o del suo Gruppo; è il Programma con il quale ci siamo presentati prima ai cittadini e poi al Consiglio per ottenere la fiducia.

· Non stiamo contestando solo l’adozione della delibera, MA IL PREVENTIVO ASSENSO POSITIVO che la Giunta non poteva esprimere senza andare ad incidere su prerogative del Consiglio Comunale. Se le decisioni in merito devono essere prese dal Consiglio, gli elementi per valutare li chiede il Consiglio, i paletti per valutare li fissa il Consiglio. Il ruolo di una Giunta che chiede l’acquisizione di elementi utili per la valutazione, in questo caso è curioso e bizzarro, perché del tutto inventato.

· Non esistono delibere ininfluenti. Se il Sindaco ha messo all’Odg un atto inutile, ha sbagliato. Ora che l’atto esiste, non è più sufficiente dire “la delibera non ha nessun valore”. Perché per l’operatore un valore c’è.

· Sia chiaro che, se un terreno edificabile non viene edificato, la programmazione territoriale può prevedere che ritorni alla destinazione precedente, anche agricola. Il PGT prevede una programmazione territoriale quinquennale. Passati cinque anni si possono non confermare le scelte precedenti. I proprietari hanno diritti che vengono dati e tolti da motivazioni di governo del territorio. Se la destinazione data dal Sindaco Giorgi non ha trovato attuazione, la responsabilità di una futura edificazione, favorita dalle decisioni di Stucchi sono solo ed esclusivamente di Stucchi.

· Il Sindaco persevera a tradire, così operando, il primo punto del nostro Programma.

Maurizio Sarchielli

Sulbiate, 06 Giugno 2011

1 commento:

  1. A mio avviso la questione non è solo il Sindaco, che avrà pure delle ragioni per comportarsi così, ma che non sappiamo quali sono per l'assenza totale di confronto con i suoi concittadini:
    - Esse non possono essere la conservazione del territorio.
    - Non possono essere la vocazione turistica Sulbiatese (di ricaduta) per l'outlet.
    - Non possono essere la giustificazione dei posti di lavoro (anche sotto i capannoni si lavorerebbe).
    - Quali allora.
    Onestamente non capisco quali possono essere i benefici per il territorio.

    Ma il problema, come dicevo, è anche un altro: queste ragioni le conoscono i collaboratori del sindaco? Gli altri componenti della giunta. Penso di si.
    Anche loro ci rappresentano, e quindi almeno loro si confrontino con i Sulbiatesi.
    Ci dicano loro quali benefici ne trarrebbe il territorio.

    Fausto, Claudio, Andrea battete un colpo se ci siete, spiegateci le ragioni per le quali siete favorevoli all'outlet! Confrontatevi con gli amministratori dei paesi vicini. Non nascondetevi dietro a delle risposte preconfezionate (è solo una delibera per approfondire la questione...), smontate invece con logica e razionalità le osservazioni per cui altri sono contrari.

    Prima si ragiona e ci si confronta (per un argomento che coinvolge tutti) poi si delibera.

    Un invito addirittura banale: se dovrete votare in consiglio comunale votate con la vostra coscienza!

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