L’Ocse ha pubblicato, lo scorso 7 settembre il rapporto sull’educazione “Education at a Glance“. Nulla di buono per l’Italia che si piazza al penultimo posto della classifica relativa al pil destinato dai paesi europei all’istruzione.
Con il 4,5% del pil investito, il nostro bel paese è avanti solo alla Slovacchia (con il 4%), ben lontana dalla media dei paesi Ocse pari al 5,7%; manco a dirlo è l’Islanda l’eccellenza europea , che guida la classifica con il 7,8 % del pil.
La spesa pubblica nella scuola (inclusi sussidi alle famiglie e prestiti agli studenti) è pari al 9% della spesa pubblica totale; ovviamente è il livello più basso tra i Paesi industrializzati (13,3% la media Ocse) mentre, l’80% della spesa corrente è assorbito dalle retribuzioni del personale, docente e non, contro il 70% medio nell’Ocse.
La spesa media annua complessiva per studente è di 7.950 dollari, non molto lontana dalla media (8.200), ma focalizzata sulla scuola primaria e secondaria a scapito dell’università dove la spesa media per studente inclusa l’attività di ricerca è 8.600 dollari contro i quasi 13mila Ocse.
Inoltre in Italia si sta troppo tempo sui banchi con rendimenti poco soddisfacenti soprattutto in materie come matematica, scienze e nella comprensione dei testi: nel nostro paese, si passano in media 8000 ore a scuola in un anno, contro una media di 6777: gli alunni tra i 7 e gli 8 anni passano ogni anno 990 ore a scuola contro una media Ocse di 777. Tra i 9 e gli 11 anni le ore salgono a 1023 contro 882 e sopra i 12 anni si arriva a 1089 ore contro una media Ocse di circa 959 ore.
Pochi sono i laureati italiani rispetto alla media Ocse: solo il 32,8% ( soprattutto donne), contro una media Ocse del 38%. Inoltre la nostra scuola non piace agli studenti stranieri: su 3,3 milioni di studenti universitari che hanno scelto di andare all’estero per i loro studi, solo il 2% ha scelto l’Italia.
I nostri prof, manco a dirlo, sono i meno pagati: un maestro di scuola elementare italiano, ad inizio carriera, guadagna poco più di 26.000 dollari l’anno(la media ocse è di quasi 29.000); per arrivare a fine carriera, con uno stipendio di circa 38.ooo dollari, (peccato che la media Ocse è di 48.000 dollari).
Idem per un professore delle medie e delle superiori: quest’ultimo, tra gli insegnanti italiani, ha l’aumento più consistente, passando nel corso della carriera da 28.098 dollari a 44.041, ma la media dei suoi colleghi di altri Paesi passa da 32.500 dollari a oltre 54.700….
Che ne pensa la Gelmini che, stando ai dati OCSE, ad inizio anno scolastico è già stata bocciata dall’Europa? “I risultati dell’indagine Ocse confermano le nostre valutazioni sul sistema scolastico e la necessità di proseguire sulla strada delle riforme”.
Concordo pienamente con la ricerca (continua il Ministro) quando afferma la necessita’ di puntare sull’istruzione superiore per incentivare l’occupazione. E’ con questo obiettivo infatti che il governo si e’ impegnato a riorganizzare i licei e rilanciare l’istruzione tecnica e professionale.
Si tratta di una risposta concreta alla crisi economica e di uno strumento indispensabile per sostenere le piccole e medie imprese”. “Avanti tutta dunque con le riforme per offrire finalmente ai nostri ragazzi una scuola di qualita’ che prepari veramente al mondo del lavoro”.
Io dico che la Sua riforma fatta principalmente di tagli indiscriminati non serve a farci usciro dall’oblio in cui versa la scuola italiana e, i dati OCSE lo dimostrano.
Mediti Ministro, mediti…
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