1. LA CRISI NON FINISCE CON L’IRLANDA.
Il governo irlandese ha approvato una manovra da 15 miliardi di euro. Ora si attendono gli aiuti dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale. La tensione si è abbassata sui mercati finanziari. Ma la tempesta non è finita. Altri paesi hanno problemi. E le pulsioni isolazioniste della Germania aumentano. I più importanti giornali tedeschi hanno riportato ieri sulle prime pagine le rilevazioni sul desiderio della stragrande maggioranza dei tedeschi di lasciare gli altri europei al loro destino, la nostalgia del supermarco. Abbandonare l’euro sarebbe un disastro anche per la Germania, naturalmente, ma questi sentimenti spingono il governo tedesco ad avere una posizione ondivaga che ogni volta provoca ripercussioni a cascata, mettendo a rischio i paesi più deboli come è stato per la Grecia ed è per Portogallo e Spagna. Insomma, la crisi non è finita. E il 15 dicembre quando l’Unione europea dovrà affrontare il tema del patto di stabilità e delle iniziative che ciascun paese deve prendere per ridurre deficit e debito pubblico è ormai quasi certo che la decisione finale avrà ripercussioni pesanti sul futuro dei paesi con debiti pesanti, come è anche l’Italia, rimasta per ora al di fuori delle turbolenze.
2. IL DRAMMA DELL’UNIVERSITA’ EMBLEMA DI UN PAESE STANCO DI PROMESSE MANCATE E DI INCAPACITA’ DI RISPOSTA.
Alla battaglia nelle aule parlamentari sulla riforma dell’Università firmata dal ministro Maria Stella Gelmini ha fatto eco l’esplosione della rabbia nelle piazze, dove la protesta contro le norme messe a punto dal governo è in corso da mesi.
Alla Camera il governo è andato sotto nelle votazioni su una riforma che incontra il plauso dei rettori, ma che non affronta il problema decisivo della qualità della formazione universitaria, lascia a casa migliaia di ricercatori e di precari, riduce le risorse a disposizione e ne prevede un uso sbagliato.
In tutta Italia hanno protestato gli studenti, i ricercatori, i precari, da mesi in tensione e che il governo di fatto si è riufiutato anche di ascoltare. Un gruppo di studenti, dopo aver tentato di protestare davanti palazzo Grazioli, residenza di Berlusconi, ed essersi scontrati con la polizia, ha lanciato uova contro l’entrata del Senato.
Il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, ha voluto portare personalmente la solidarietà e l’appoggio ai ricercatori rimasti dal giorno precedente sul tetto della facoltà di architettura a Roma. Claudio Rizza, Il Messaggero, citando le parole di Bersani: “Solo noi tagliamo i fondi allo studio e alla ricerca: qual è il paese al mondo che sta segando la conoscenza e il sapere? Non ce n`è uno, siam solo noi, come dice Vasco Rossi». In Spagna. ricorda il leader democratico, hanno fatto la manovra ma l`università è stata messa al riparo, in Francia l`hanno finanziata. Poi, tornato a Montecitorio, racconta: «Cerchiamo di prenderla un po` sul serio questa cosa qui; non sono certo andato lì per tirare uova. Sul tetto c`era
gente che ha vinto concorsi internazionali e che se passa questa riforma non sa più come fare. Perché questa riforma è un disastro, non ci sono soldi, non ci sono prospettive. Io, se tocca a me, la cambio, nonostante i soloni che spiegano che ogni anno non si può cambiare». Anzi, Bersani lo dice proprio: se andassi al governo la cambierei questa riforma. «Il ministro, il governo, raccontano balle ogni giorno, fino alla rabbia impotente della gente. Perché la gente non capisce. Come si fa a dire: abbiamo risolto il problema dei precari?». E difende i dimostranti dalle accuse che arrivano dal centrodestra, manco fossero i moti del `77: se si tirano uova invece di molotov significa che la protesta è civile e non va criminalizzata. «Quello che neanche i "baroni" hanno capito è che oggi c`è una novità: gli studenti di adesso hanno la testa sul collo, non sono dei pericolosi estremisti». Perciò «è una vergogna che si stia traccheggiando di fronte ai problemi della gente». E soprattutto è vergognoso che non vi sia confronto. Chiude Bersani: «Il ministro dovrebbe avere un po` di pazienza e di umiltà di ascoltare. Qui c`è un sacco di gente che non ha una interlocuzione e per questo è piena di rabbia».
3. RIFIUTI A NAPOLI. IL PRESIDENTE RINVIA IL DECRETO ALLE CAMERE. LA LEGA DICE NO AGLI AIUTI.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rinviato alle Camere il decreto approvato dal Consiglio dei ministri sul tema dei rifiuti a Napoli. E’ la testimonianza più chiara dei pasticci che il governo di centrodestra è capace di combinare anche sui problemi più gravi. In questo caso, oltre ai litigi su chi nella maggioranza deve sfruttare l’affare dei termovalorizzatori, si è aperto il problema della sistemazione della montagna di rifiuti accumulati per le strade. La Lega ha alzato un muro di no.
4. PRETATTICA IN VISTA DEL 14 DICEMBRE: TRA OFFERTE, RITIRI, ALLUSIONI. MONTEZEMOLO ROMPE GLI INDUGI. LE IMPRESE DELUSE DA BERLUSCONI.
In vista del voto del 14 dicembre sulla mozione di sfiducia al governo presentata dal Pd si moltiplicano manovre, allusioni, offerte, ritrattamenti all’interno della maggioranza e tra il presidente del Consiglio, Fli e Udc. Ieri Silvio Berlusconi ha proposto a Pier Ferdinando Casini di dare l’appoggio esterno al governo. Risposta: si dimetta, poi vediamo. Nello stesso Pdl si è aperta una discussione sulla possibilità di far fare a Berlusconi un passo indietro, salvando e allargando la maggioranza attorno al governo di centrodestra (idea lanciata dall’ex ministro dell’Interno Pisanu). Per ora è pretattica. Continuerà fino al momento del voto, quando sarà chiaro se una trattativa per il ricompattamento del centrodestra ha o no possibilità di chiudersi.
Nel frattempo, ieri Luca Cordero di Montezemolo ha rotto gli indugi. “Ho il dovere di fare qualcosa per il paese, che è bloccato da 15 anni. ..Serve la partecipazione di molti cittadini, non di pochi superman”. Non è una discesa in campo, ma quasi. L’idea del centro ne esce rafforzata. L’iniziativa di Montezemolo segnala però anche un altro fatto: gli imprenditori sono stufi di non avere risposte. Ne parla Dario Di Vico nell’articolo “La secessione silenziosa” su Il Corriere della Sera,
raccontando la distanza “dalla politica” degli imprenditori del Nord. Sono gli imprenditori che hanno appoggiato Berlusconi e che ora, delusi, se la prendono con tutta la politica. Come dice spesso il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando della pericolosa separazione tra politica e società, “Berlusconi è nato dal discredito della politica negli anni Novanta e rischia di finire portando la politica al discredito”.
5. DA LUNEDI’ MOZIONE DI SFIDUCIA A BONDI.
Da lunedì alla Camera si discute la mozione di sfiducia a Bondi presentata dal Pd dopo i crolli di Pompei. Intanto si è scoperto che Bondi ha concesso lavori a familiari della propria compagna e speso risorse pubbliche per altri fini.
6. PD
Su Europa Paolo Gentiloni annuncia l’iniziativa che domani vede riuniti a Roma i sostenitori di Movimento democratico. Titolo: “Un movimento contro un Pd minoritario”.
Lungo articolo di Alfredo Reichlin su l’Unità. “L`attuale degrado dell`etica pubblica non è poi una grande novità. Questo è il dramma che sta avvenendo sotto i nostri occhi. La vita dei nostri figli e nipoti si sta già impoverendo, stiamo già uscendo dal club dei grandi che contano. E se dopo 150 anni da Porta Pia viene in discussione l`unità della nazione, una conseguenza è certa: il destino della gioventù italiana sarà irrilevante. I nostri figli resteranno ai margini del mondo nuovo. Qualcuno sta parlando così agli italiani? Sta dicendo così chiaramente che si è aperto uno «stato di eccezione» (come una guerra) e che nient`altro che questo impone un governo di "eccezione", cioè di salvezza nazionale? Semplicemente questo è il problema che Bersani sta cercando di affrontare, certo alla sua maniera. C`è così tanto da ridire? Però è vero che il messaggio di Bersani è oscurato da troppe cose. Intanto dalle divisioni interne al Partito democratico. Chi comanda? È difficile affidarsi a un partito il quale è talmente democratico che non conta nulla essere stato eletto segretario da 3 milioni di persone. Chiunque può invocare le "primarie" per rimettere tutto in discussione. Si ammetterà che non è facile guidare in queste condizioni una delicata iniziativa politica di "salvezza nazionale". Noi siamo ancora al punto che il primo che passa ci sfotte perché dice che non è chiaro se siamo alleati col "centro" oppure con la "sinistra". Ma non è chiaro a chi? Certo a chi pensa che siamo nell`Inghilterra di Westminister e che Vendola è Gladston e Casini Disraeli. Come non si capisce che è la decadenza dell`Italia che chiede l`unità più larga in nome di riforme e cambiamenti radicali? Quali, però, sono sostenibili solo se qualcuno acquista l`autorità politica e morale per fare appello non solo a Vendola o a Casini ma alle energie profonde del paese, ovunque siano collocate. Temo che una buona fetta del PD non abbia capito nemmeno che questa è la ragione d`essere di un partito nuovo rispetto ai partiti che fecero la Prima repubblica”.
7. ECONOMIA.
- Fiat. Cominciano le trattative con i sindacati. E questa volta al tavolo siedono tutti.
- Berlusconi promette ai giovani imprenditori un’agevolazione già in vigore dal
2000: fu voluta da Vincenzo Visco durante il governo di centrosinistra (L’Unità).
8. ESTERI.
- 38° parallelo. La portaerei nucleare Geoge Washington della marina militare statunitense è salpata dal Giappone per la Corea del Sud, dopo gli scontri a fuoco del giorno prima. In Corea del Sud il governo è stato criticato per non aver risposto pesantemente sul piano militare all’offensiva del Nord. Pressioni Usa sulla Cina perché convinca la Corea del Nord a moderare le iniziative. La tensione resta alta.
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