7 dicembre 2010

La nota del mattino del 07/12/'10


  1. LA GERMANIA LASCIA L’EUROPA IN MEZZO AL GUADO.

La tregua sui mercati finanziari e dei cambi non durerà molto, se l’Unione europea non riuscirà a trovare un accordo credibile sulla salvezza per gli Stati con i conti pubblici in difficoltà o con le banche sull’orlo del fallimento. Il fondo europeo concordato nei mesi passati non fornirà a lungo una protezione sufficiente. Il premier lussemburghese Jean-Claude Junker ed il ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, hanno proposto nei giorni scorsi la costituzione di un nuovo fondo che possa emettere titoli di Stato europei, cosiddetti E-bond, in modo da ridurre il debito dei vari partners dell’Unione. Molti hanno giudicato questa proposta un passo avanti verso un rafforzamento di tutta l’Europa e un riparo per l’euro. Anche il Pd in Italia ha apprezzato questa ipotesi, pur giudicandola non sufficiente e pur mantenendo un giudizio negativo sull’operato di Tremonti in Italia.

Ma la Germania si sta opponendo ad ogni proposta di sostegno. E così l’Europa si trova bloccata in mezzo al guado, esposta ai rischi di una nuova tempesta. Per il 15 dicembre è già stato fissato l’appuntamento decisivo tra i capi di Stato e di governo. Ma il cancelliere Angela Merkel e il suo ministroWolfgang Schauble, interpretano il timore del popolo tedesco di dover salvare tutti gli europei poco rigorosi, e quindi si stanno opponendo con caparbietà a qualsiasi ipotesi che cancelli la differenza tra paesi virtuosi e paesi poco virtuosi, ovviamente da obbligare alla correzione. Anche a costo di rimetterci (la stabilità dell’euro ha impedito che paesi meno forti potessero fare concorrenza ai prodotti tedeschi attraverso la svalutazione). E’ un gioco che guarda alla politica interna, ma che si svolge sull’orlo del burrone.

  1. OGGI ULTIMO VIA ALLA FINANZIARIA. FINE DEI GIOCHI. E DELLA PRETATTICA.

Entro stasera al Senato si vota la legge finanziaria. Il provvedimento è mediocre. Il Pd ha presentato numerose proposte di modifica, ma la necessità di fare presto ad approvare la legge di bilancio, prima di passare al voto di sfiducia sul governo, ha obbligato il Parlamento a lavorare in tempi stretti. Il varo della legge finanziaria (oggi si chiama di stabilità) è di fatto il giro di boa verso il voto sulle mozioni di sfiducia presentate dal Partito democratico e poi da Fli-Udc-Api del 14 dicembre.

Nei giorni che rimangono continueranno stancamente i giochi di pretattica, le schermaglie. Per questa sera per esempio si preannuncia un’importante intervista del presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Ballarò. Ieri lo stesso Fini ha detto che non ci saranno ribaltoni. Pier Ferdinando Casini ha rinviato al mittente l’accusa di essere un vecchio maneggione: “Allora Berlusconi è catacombale”. Ma il giorno che conta sarà il 14. E ciò che conta sarà l’esito di quel voto. Silvio Berlusconi lo sa benissimo, e nonostante le fanfaronate ci sta pensando.

Claudio Tito, La repubblica: “Un piano B. Una valvola di sicurezza se tutto dovesse precipitare. Un`exit strategy se i pezzi del puzzle disegnato da Palazzo Chigi non dovessero incastrarsi. Silvio Berlusconi ha iniziato a mettere a punto una via d`uscita. Da imboccare solo se il prossimo 14 dicembre il suo governo verrà sfiduciato. «Fino a quel giorno nessuno deve parlare di opzioni diverse - ha ordinato ai suoi fedelissimi-. I1 nostro obiettivo è la fiducia piena e in caso contrario le elezioni anticipate. Ma dal 15 in poi valuteremo ìl da farsi». E nel «da farsi» ora compare anche la possibilità di un altro esecutivo, guidato da un altro esponente del Pdl, e che elenchi tra suoi i ministri proprio il Cavaliere. Magari in un dicastero che ha già ricoperto ad interim, quello degli Esteri. Si tratta solo di una extrema ratio da adottare solo se la situazione non presenterà alternative. Una "mossa del cavallo" per sorprendere tutti e uscire dall`angolo avendo ancora lo "scudo" del legittimo impedimento”.

La linea del Partito democratico, tracciata da mesi è chiara in proposito. Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani (da La Stampa): «Il percorso per uscire dal berlusconismo non è breve». La settimana prossima, dopo il fatidico 14 dicembre, «magari Berlusconi salta, magari fanno una roba interna al centrodestra e noi saremo contro, oppure c`è una cosa nuova, meglio! Comunque noi dal 14 combattiamo da una posizione più avanzata. In tutti i casi se va a casa Berlusconi siamo già avanti di un bel pezzo».

E ancora (da La Repubblica): «Berlusconi si è ribaltato da solo, ha fatto tutto lui, e adesso il problema è che non si ribalti anche l`Italia». «Non vorrei che Berlusconi cominciasse con la solita cantilena vittimistica, per cui è sempre colpa degli altri, solo colpa degli altri. E una scusa inaccettabile». Anche la scusa dell`instabilità non sta in piedi perché il capo del governo «è il fattore massimo d`instabilità. Ha avuto in mano tutto, ha fatto tutto quel che voleva, ci ha ridotti così e adesso qualcun altro deve pensarci, questa è la realtà delle cose». In ogni caso, niente Berlusconi Bis o altri governi di centrodestra con le stesse facce di ora: «Adire il vero sarebbe il Berlusconi quater non il bis, un po` troppo, abbiamo già dato».

  1. L’11 DICEMBRE A ROMA. IL PD GETTA IL SUO PESO NELLA MISCHIA.

Cresce la mobilitazione dei militanti e dei simpatizzanti in vista della manifestazione a piazza San Giovanni, a Roma, dell’11 dicembre. La dimensione della manifestazione sarà una carta importante da giocare sul piatto della crisi. E anche un segnale che non si possono fare giochi sporchi, perché il Partito democratico fa da argine ad ogni ipotesi di deriva non democratica.

Due cortei, 18 treni speciali, 1.500 pullman, spettacolo in piazza e intervento del segretario. L’organizzazione sta mettendo a punto gli ultimi aspetti di una iniziativa destinata ad avere un significato politico di peso. Sul sito del Pd e su quello dell’Unità migliaia di militanti, simpatizzanti, semplici elettori hanno già firmato la propria presenza sotto il titolo, sfiduciamoli, firma anche tu, mandiamolo via. Perché, come dice Bersani, mandare a casa Berlusconi sarebbe già un passo avanti.

  1. DALLA SPECULAZIONE SUL TERREMOTO ALLA RAI CHE PUNISCE MAZZETTI E PREMIA MINZOLINI, FINO AL RAZZISMO. E’ L’ITALIA BERLUSCONIANA.

La Rai mette sotto punizione Loris Mazzetti, che ha prodotto “Vieni via con Me” conquistando milioni di telespettatori (la colpa: 15 minuti di ritardo) e lascia tranquillo il direttore del Tg1 Minzolini, accusato di produrre note spese da vertigine.

Intanto Libera, l’associazione antimafia guidata da Don Ciotti, ha messo a punto un dossier sull’affare delle cricche alla spalle dei terremotati dell’Aquila. Da La Repubblica: “Tutte le trame, gli affari, i legami fra le amministrazioni e le mafie, lo sbarco delle "cricche", la dittatura della Protezione Civile. Tutto il malaffare dopo il terremoto dell`Aquila in un dossier di Libera, nomi e cifre di un`indagine –la prima a largo raggio - che avverte come una regione d`Italia rischia di finire nelle mani della criminalità organizzata. Un viaggio nella fossa d`Abruzzo e nella ricostruzione che non c`è, un`inchiesta completa sul business fatto sui morti e fra i palazzi di sabbia, un rapporto da brivido su appalti piccoli e grandi pilotati in nome di un`emergenza che non finisce mai. Il dossier ha per titolo "L`Isola Felice" e descrive cosa è accaduto all`Aquila già nella notte fra il 5 e il 6 aprile 2009, quando a poche ore dalla tragedia con i soccorsi sono arrivati anche i primi sciacalli. Una cinquantina di pagine firmate da Angelo Venti su bagni chimici e aziende al di sotto di ogni sospetto, sul mistero delle macerie scomparse, sul giallo degli isolatori sismici non omologati, sui costi delle case promesse da Berlusconi. «È un lavoro che abbiamo voluto tutti noi di Libera perché, oggi più che mai, abbiamo il dovere di rompere il silenzio», dice don Luigi Ciotti”.

Sulla vicenda di Yara, fanciulla sparita a Brembate e nuovo fatto di cronaca sotto i riflettori, ora si scopre che l’intercettazione sul marocchino arrestato era stata tradotta male. Ma intanto la mala pianta del razzismo ha messo un'altra radice. E’ l’eredità avvelenata di quindici anni di egemonia berlusconiana.

  1. CANCUN. I RISCHI DEL DISIMPEGNO.

Michael McCarthy, Il Fatto Quotidiano: “Sebbene il tema del cambiamento climatico sia scivolato quasi nel dimenticatoio, continua ad aumentare il rischio derivante dall`aumento delle temperature. Alcuni giorni prima dell`inizio della conferenza di Cancun, il Servizio Meteo della Gran Bretagna ha reso noto un rapporto che conferma il peggioramento della situazione e l`Organizzazione Meteorologica Mondiale ha comunicato che il 2010 è stato uno dei tre anni più caldi della storia. Secondo le previsioni degli esperti, i bambini che nascono oggi vivranno da adulti in un mondo con una temperatura media maggiore di 4 gradi centigradi rispetto a quella attuale, la qual cosa è senza precedenti nella storia dell`umanità”.

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