10 dicembre 2010

La nota del mattino del 10/12/'10

1. CORTE COSTITUZIONALE, PRIMA IL PRESIDENTE POI IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO.
Tutti gli guardi sono rivolti in questi giorni alla crisi politica, ma oggi viene presa una decisione importante, che avrà un peso sul futuro: viene scelto il nuovo presidente della Corte Costituzionale. E il primo appuntamento della Corte, come si ricorderà, è la decisione sulla legittimità costituzionale del legittimo impedimento, cioè della legge ad personam che finora ha permesso a Silvio Berlusconi di non presentarsi in tribunale a rispondere delle accuse nel processo per corruzione per il quale è stato condannato già l’avvocato Mills.
Il Corriere della Sera: “Oggi il plenum della Corte costituzionale elegge il suo nuovo presidente, è il 34°, e dall`esito dello scrutinio dipende in qualche modo la tempistica delle decisioni della Consulta previste nei prossimi mesi. Fino a qualche giorno fa era data per scontata l`elezione del giudice «anziano» Ugo De Siervo, l`attuale vicepresidente votato nel 2002 dal Parlamento su indicazione del centrosinistra in scadenza il 29 aprile prossimo, ma nelle ultime ore i «rumors» della Consulta segnalano grande attivismo intorno al collega napoletano Alfonso Quaranta, eletto dal Consiglio di Stato nel 2004 con un mandato che scade nel 2013 e da molti considerato su posizioni filogovernative. Si andrà al ballottaggio e al terzo scrutinio la partita si dovrebbe giocare sul filo di lana perché un solo voto in più potrà fare la differenza”.

2. CALCIOMERCATO, SCANDALO E CORRUZIONE, TRATTATIVE FINTE E VERE, PRELATI IN CAMPO: ANCORA UN GIRONE DELL’INFERNO BERLUSCONIANO PRIMA DEL VOTO. E SARA’ COMUNQUE L’INIZIO DI UNA NUOVA FASE.
Il presidente del Consiglio ha lasciato trapelare ad arte le indiscrezioni sugli incontri riservati avuti con il numero due di Fli, Italo Bocchino, in modo da provocare il risentimento di Pier Ferdinando Casini nei confronti di Gianfranco Fini. La disponibilità alla trattativa non solo era finta, ma nascondeva anche una trappola, e cioè la volontà di “sporcare” la credibilità degli avversari. Non è la prima volta che viene utilizzato questo metodo.
Fini e i suoi hanno interrotto i contatti e giurato guerra. Casini ha mantenuto ferma la propria decisione di votare la sfiducia. Ma intanto il calciomercato ha prorotto i primi risultati. Ieri sono stati via via annunciati diversi cambiamenti di casacca.
Partito Democratico e Idv hanno parlato, oltre che di scandali, di possibili reati.
Il Corriere della Sera: “L`offensiva contro la «compravendita» dei deputati in Parlamento comincia con il segretario del Pd. Che spiega di non volersi rivolgere ai magistrati, ma che leggendo i giornali, è stato colto dal dubbio: «Io non so la risposta, vorrei chiederlo agli esperti. Sento voci che mi preoccupano, l`aria che tira è inquietante. Perché un conto è la convinzione con argomenti filosofico-politici, un altro la convinzione con argomenti materiali. E in questo caso mi chiedo se vi sia o no una fattispecie di reato. Non ho elementi in più, chi li ha, provi a
esercitarsi». Qualche elemento in più era arrivato nei giorni scorsi dalle dichiarazioni di un ex deputato del Pd, Antonio Calearo, come ricorda a Bersani in conferenza stampa il dalemiano estensore della Velina Rossa Pasquale Laurito. L`ex presidente di Federmeccanica aveva spiegato che chi vota la fiducia potrebbe ottenere «dai 350 mila ai 500 mila euro». E altre voci di favori «materiali» erano state raccolte dai giornali. Qualche ora dopo la conferenza di Bersani, arriva l`affondo di Di Pietro, che chiede chiarezza ai magistrati. L`ex pm è furente per la perdita di Domenico Scilipoti e Antonio Razzi. Dopo avere a lungo tentato di trattenerli, rabbonendoli con abbracci e lusinghe, ora è lapidario: «Poveracci, che il buon Dio abbia pietà di loro».
Nel tentativo di resistere a tutti i costi attaccato alla tolta di comando di Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi sta cercando di incassare anche la benevolenza mostrata nei suoi confronti dalle alte gerarchie della chiesa cattolica. Ieri è stato a pranzo con il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone. Il Messaggero: “C’era mezzo governo ieri con Silvio Berlusconi a palazzo Borrorneo, sede dell`ambasciata d`Italia presso la Santa Sede, per la colazione in onore dei dieci nuovi cardinali italiani. L`incontro è una consuetudine. Ma alla vigilia di un cruciale voto di fiducia è impossibile ridurre a formalità un pranzo a cui hanno preso parte il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il nunzio in Italia Giuseppe Bertello, il segretario della Cei Massimo Crociata, il ministro vaticano della Cultura Gianfranco Ravasi. Anche perché i vertici ecclesiali hanno lanciato in questi giorni segnali di preoccupazione per la crisi. Segnali che Berlusconi ha decrittato come un sostegno. E nel breve saluto a tavola non ha perso l`occasione per ricambiare, assicurando la «massima collaborazione» del governo sui «tenni che stanno più a cuore alla Chiesa». II Cavaliere ha regalato ai nuovi cardinali delle croci pettorali e si è mostrato ottimista anche con loro sull`esito del voto il 14 dicembre. Ma soprattutto ha voluto rimarcare quella prossimità sui tenni eticamente sensibili e sulla scuola (al pranzo era presente anche la ministra Mariastella Gelmini), che sono dal punto di vista di Berlusconi pegno della benevolenza di Madre Chiesa al suo governo. In realtà, negli ultimi mesi, la Cei del dopo-Ruini aveva cominciato a marcare le distanze da Berlusconi. Emblematica è stata l`insistenza del cardinale Angelo Bagnasco sulla «moralità» dei comportamenti pubblici, con riferimenti che non risparmiavano gli scandali del premier, e sulla necessità di «una nuova generazione di cattolici» alla guida della cosa pubblica. L`interlocuzione a tutto campo della Cei - non solo il rapporto con il centrodestra ma anche l`attenzione al Centro d`ispirazione cristiana e il dialogo con il Pd non laicista - ha avuto il suo culmine alle Settimane sociali. Su economia e welfare sono stati trovati anche diversi punti in comune con il centrosinistra.
Poi però il precipitare della crisi non ha convinto i vescovi. Probabilmente ha pesato la diffidenza verso Gianfranco Fini, che la Chiesa vede proiettato esattamente in quella traiettoria laicista e che Avvenire noti perde occasioni di bacchettare. Ha pesato anche il clima di questi giorni, compreso il rifiuto di Fazio e Saviano di dare voce nel loro programma ai testimoni pro-life. Ma alla fine la crisi è sembrata ai vescovi un salto nel buio, senza un`alternativa pronta, perdi più con una grave crisi economico-finanziaria incombente”.

3. DOMANI IN PIAZZA TUTTO IL PD A ROMA PER DIRE BASTA ALLO SCEMPIO E DARE UNA CHANCE AL PAESE.
Diciotto treni speciali, 1.500 pullman da tutta l’Italia. “Noi non faremo numeri” ha ordinato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Ma è chiaro che Piazza San Giovanni sarà piena per sostenere
il progetto per l’alternativa del Partito Democratico, per mandare a casa Silvio Berlusconi e per dare in questo modo una chance all’Italia. Il voto del 14 dicembre, comunque vada a finire, segnerà l’ultimo giorno di boa per questo governo del centrodestra. Il fallimento politico di Berlusconi è evidente e irrimediabile.
Se Berlusconi cade subito, come è molto probabile, subito si aprirà una fase nuova capace di dare al paese una possibilità di futuro, invece del disastro provocato dall’incapacità e dalla faziosità di un governo che ha protetto dalla crisi solo i ceti più ricchi.
Se non cade subito è questione di settimane. Non si affrontano passaggi come il 2011 con uno o due voti di maggioranza. Berlusconi non è riuscito a governare con cento deputati in più dell’opposizione, figuriamoci se riuscirà a farlo con un solo voto in più.
In ogni caso il Pd è al centro del ring e deve avere il fiato per restarci tutto il tempo necessario a giocare un ruolo decisivo in questa fase di cambiamento. Per questo sarà decisivo esserci. La manifestazione in piazza San Giovanni, a Roma, segnerà il passaggio alla nuova fase.

4. E INTANTO NELL’ITALIA VERA I POLIZIOTTI NON HANNO I SOLDI PER FARE LE RONDE, L’ALITALIA TAGLIA ANCORA POSTI DI LAVORO, LA CONFINDUSTRIA CESTINA IL CONTRATTO DEI METALMECCANICI, IL GOVERNO METTE I BASTONI TRA LE RUOTE DI SKY CONCORRENTE DI BERLUSCONI, LA RAI SCIOPERA, E SUGLI AFFARI DEL GAS TUTTI I RIFLETTORI SONO STATI ACCESI.
Ieri i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno inscenato una protesta di fronte al palazzo privato di Berlusconi ad Arcore, a causa dei tagli subiti e che, oltre a limitare gli stipendi, rendono difficile l’esercizio dei compiti assegnati alle forze di polizia per l’ormai drammatica scarsezza dei mezzi e del personale a disposizione.
Alitalia: insieme ai rifiuti che sarebbero scomparsi in tre giorni da Napoli, la salvezza dell’Alitalia era uno degli altri miracoli annunciati dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ora, dopo i sacrifici già compiuti lo scorso anno, si annunciano nuovi tagli al personale.
Ancora un freno all’entrata di Sky sul digitale terrestre. Il governo sta utilizzando ogni mezzo burocratico per ritardare l’ingresso di Sky sulla piattaforma digitale. Un modo plateale per evitare a Mediaset, cioè alle televisioni della famiglia Berlusconi, di dover fare i conti con un concorrente dove non è possibile nominare direttori compiacenti come è avvenuto alla Rai.
Oggi sciopero delle maestranze Rai contro il piano messo a punto dal direttore generale, Mauro Masi, accusato di non avere a cuore il futuro dell’azienda.
A New York Emma Marcegaglia tenta di convincere Sergio Marchionne a restare nella Confindustria, offrendo la disponibilità a mettere in soffitta il contratto nazionale. Il Foglio:”Quasi in parallelo con il faccia a faccia newyorkese fra Sergio Marchionne ed Emma Marcegaglia previsto alle 2 del mattino di oggi ora italiana, la confindustriale Federmeccanica brucia i tempi e convoca i sindacati, con la solita eccezione della Fiom-Cgil, per il 15 dicembre. L`obiettivo è quello di avviare la discussione su norme contrattuali "specifiche per il settore auto". La soluzione che si prospetta è dunque quella di inserire una deroga nel contratto dei
metalmeccanici, in pratica recependo l`accordo di Pomigliano, che verrebbe poi esteso anche allo stabilimento di Mirafiori. La soluzione può rappresentare l`atto finale del confronto dai toni soffusi, ma dalla sostanza dirompente, avviato in luglio da Marchionne con la Confindustria, prima ancora che con i sindacati. Per questo, abbandonando per un attimo la cronaca quotidiana delle vicende di "Fabbrica Italia", non solo per lo storico impianto di Mirafiori potrebbe passare una rivoluzione silenziosa delle relazioni industriali italiane. Detto altrimenti: Marchionne da Detroit rischia di sgonfiare con uno spillo "made in Usa" la bolla welfarista e corporativa italiana, dicono a mezza bocca molti imprenditori tra il compiaciuto e il sorpreso. "Vuole farci diventare l`Alabama d`Europa - diceva ieri Giorgio Airaudo, responsabile Fiom per l`auto - quindi un paese con contratti più deboli e salari più bassi, con lavoratori più disciplinati".
Continuano intanto le inchieste giornalistiche (La Repubblica, Il Corriere della Sera) sugli affari relativi ai rapporti tra Eni e la russa Gazprom conseguenti ai rapporti tra Putin e Berlusconi.

5. PARENTOPOLI IN CAMPIDOGLIO.
“Parentopoli In Campidoglio. Mogli, amici, figli e compagne Le assunzioni che agitano Roma.
Indagini sulle municipalizzate. Alemanno: dal 2011 solo concorsi”. A dire la verità le norme sull’obbligatorietà dei concorsi c’erano ed erano già in vigore, come ha ricordato ieri in un’intervista dell’ex assessore al bilancio del comune, Marco Causi, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano.

6. L’EUROPA ALLE PRESE CON LA CRISI.
L’interesse per le cose italiane svia spesso l’attenzione dai problemi generali, in particolare dell’Europa e del mondo, problemi che non scompaiono, ma anzi restano pesanti. Il Sole 24 Ore: “A due anni dal drammatico fallimento di Lehman Brothers, nel settembre del 2008, la situazione finanziaria nella zona euro rimane fragile. In un rapporto pubblicato ieri, la Banca centrale europea ha messo l`accento sulla sostenibilità delle finanze pubbliche e sul rischio di un circolo vizioso tra conti nazionali e bilanci bancari proprio mentre aumenta il costo del rifinanziamento sui mercati. «La principale fonte di preoccupazione dipende dall`intreccio tra i problemi legati alla crisi dei debiti sovrani e le vulnerabilità in alcuni segmenti del settore bancario della zona euro», ha detto ieri il vice presidente della Bce Vítor Constancio, presentando il rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria mentre si teme un effetto-domino della crisi irlandese su altri stati membri. La paura della Bce e di altre istituzioni è che l`aumento del debito in molti paesi possa a tal punto spaventare i mercati da mettere a soqquadro i bilanci bancari e pesare in ultima analisi sulla stessa economia reale. «Un altro importante rischio ha aggiunto Constancio – è il riemergere degli squilibri globali e la possibilità che si sviluppino in modo disordinato».

7. CANCUN.
Il Messaggero: “Con una svolta radicale rispetto al passato, l`India ha detto di essere disponibile ad accettare in futuro obblighi vincolanti in materia di clima. Dal podio di Cancun, dove si trova per il summit dell`Onu che si chiude oggi, il ministro indiano dell`Ambiente, Jairam Ramesh, ha dichiarato che «tutti i Paesi dovrebbero assumersi obblighi vincolanti in un ambito legale appropriato». Parole che sono stata accolte come una «svolta epocale» dal Times of India. Finora New Delhi ha sempre rifiutato di aderire a obblighi internazionali sulla riduzione delle emissioni inquinanti per non pregiudicare il suo sviluppo economico. La questione era «non negoziabile» secondo l`India che guida il fronte dei paesi di sviluppo. L`apertura di Ramesh rischia quindi di aprire una nuova`.frattura nel blocco delle economie emergenti. Tutte le delegazioni presenti a Cancun stanno intanto tentando

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