10 febbraio 2011

Nota del mattino del 10/02/'11.

1. BERLUSCONI NON E’ RIUSCITO A IMPEDIRE CHE LA PROCURA DI MILANO CHIEDESSE IL PROCESSO IMMEDIATO. LA PROCURA DI NAPOLI INDAGA SU RAPPORTI TRA ALCUNE DONNE CONOSCIUTE DAL CAVALIERE E LA CAMORRA. LA SCOSSA ALL’ECONOMIA COME ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA HA FATTO FLOP. IL TENTATIVO DI DEPOTENZIARE LA MANIFESTAZIONE DELLE DONNE E’ FALLITO. I SONDAGGI VANNO MALE. E A BERLUSCONI, CHIUSO NEL BUNKER DI PALAZZO GRAZIOLI, E’ RIMASTA SOLO LA MINACCIA.
Entro lunedì il Giudice per le indagini preliminari stabilirà se le prove accumulate dalla Procura della Repubblica di Milano per i reati di concussione e prostituzione minorile nei confronti di Silvio Berlusconi giustificano o no il procedimento per direttissima.
Il presidente del Consiglio ha tentato in ogni modo di evitare questo passaggio. Ma non c’è riuscito. E mentre ancora bruciava lo smacco di non aver potuto evitare il confronto con i magistrati, le indagini della Procura della Repubblica di Napoli hanno aperto un nuovo fronte, accendendo i riflettori sui rapporti con la camorra di alcune giovani donne che sono entrate in contatto con il presidente del Consiglio.
La reazione di Berlusconi è stata rabbiosa. Ieri ha riunito i maggiorenti del Popolo delle libertà nella sua residenza privata a Roma. E dalla riunione ha lasciato trapelare come una minaccia che presenterà subito, oltre alla ripresa della discussione sul processo breve, e cioè le norme che potrebbero cancellare oltre a migliaia di processi anche i procedimenti che lo attendono per la corruzione in atti giudiziari (Mills) e per i diritti tv (Mediatrade), un decreto destinato a impedire gran parte delle intercettazioni. Da Palazzo Grazioli è perfino trapelata l’intenzione di andare già oggi da Napolitano a presentare queste norme sulle intercettazioni, intenzione gelata sul nascere da un comunicato del Quirinale sull’assenza di appuntamenti con il presidente del Consiglio.

2. NEMMENO LA PROPAGANDA RIESCE A MONTARE LA SCOSSA CHE DOVEVA DISTRARRE L’ATTENZIONE DEGLI ITALIANI. LO STRATEGA FERRARA FA UNA BRUTTA FIGURA. TREMONTI SI DILEGUA. E PERFINO LA CONFINDUSTRIA STORCE IL NASO.
Ieri mattina riunione in pompa magna del Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno la famosa scossa all’economia, inventata da Giuliano Ferrara per dimostrare che Silvio Berlusconi pensa al paese, non alle sue notti brave. Alla conferenza stampa si presentano in sette. La ricetta che illustrano sembra il lievito del panettone. Man mano che gli esperti vanno a verificare di che si tratta scoprono, nell’ordine: la riforma
dell’articolo 41 (e non solo) della Costituzione dovrà seguire l’iter previsto per le riforme costituzionali (da un anno a un anno e mezzo di lavori parlamentari); la revisione degli incentivi, come molti altri provvedimenti, è stata solo esaminata e comunque se ne prevede l’entrata in vigore nel 2012; il ministro Paolo Romani presenta il primo (dice lui) investimento sulla banda larga, parlando di migliaia di posti di lavoro, di infrastrutture e quant’altro: in realtà, si tratta di 100 milioni di euro da investire nel superamento del cosiddetto digital divide, rimediati all’ultimo momento (il governo Prodi ne aveva appostati 800, ma sono stati usati per altri scopi). La banda larga non c’entra nulla. Per farla tutti gli esperti sanno che bisognerà investire da 10 a 15 miliardi di euro. Tremonti, appena fatta una breve prolusione sull’articolo 41 si dilegua, consapevole del flop. Solo i Tg di proprietà e quelli della Rai occupati dai fedeli del premier continuano a parlare di scossa. La Confindustria, da tempo sostenitrice del governo di Berlusconi, non riesce a mentire sulla pochezza della prova. E così la furba strategia di Giuliano Ferrara finisce in un flop.

3. IL PD FA VEDERE COME SI FA: PRESENTA 34 PROPOSTE DI LIBERALIZZAZIONE CHE SI POSSONO DECIDERE SUBITO.
Un’ora dopo la fine del Consiglio dei ministri e della conseguente conferenza stampa, il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, presenta alla stampa 34 proposte di liberalizzazioni che si possono fare subito senza attendere la revisione dell’articolo 41 della Costituzione, ricorda le liberalizzazione già fatte (da Bersani) e in vigore, dalla portabilità dei mutui al venir meno delle commissioni trattenute dalle compagnie telefoniche sulle ricariche delle carte prepagate (solo questo ha fatto risparmiare agli italiani 1,9 miliardi di euro l’anno), ma anche le liberalizzazioni introdotte dal centrosinistra e che il governo della destra ha cancellato.
Quanto al valore della scossa decisa dal Consiglio dei ministri, Bersani è stato chiaro: “altro che scossa, è un solletico. Se riuscisse davvero a far muovere dell’1,5 per cento il Prodotto interno lordo come ha detto Berlusconi, mi metto il saio e vado in pellegrinaggio”. Sul sito del partito democratico si possono vedere le 34 proposte di liberalizzazione e tutti sono invitati a fare proposte di modifica o di altre iniziative da prendere in base alla propria esperienza personale.

4. FEDERALISMO. BOSSI VEDE NAPOLITANO E TRACCIA UNA ROTTA MENO CONFLITTUALE DI QUELLA IPOTIZZATA DA BERLUSCONI.
Umberto Bossi non ha seguito Berlusconi sulla strada della guerra totale. Ieri è salito al Quirinale insieme al ministro Roberto Calderoli e con Napolitano hanno parlato di come affrontare il dibattito parlamentare sui decreti di attuazione della legge delega sul federalismo. Alla luce degli incontri è possibile che la decisione di fare una prova di forza, presentando una mozione alla Camere e ponendo la questione di fiducia, sia rimessa in discussione all’interno della maggioranza.

5. DOMANI FINI RIDEFINISCE LA MISSIONE DI FLI.
Assemblea congressuale domani a Milano per Fli. Dopo gli avvenimenti di questi ultimi mesi e l’avvio dell’alleanza con l’Udc di Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini dovrà indicare quali prospettive intende perseguire il movimento e con quali obiettivi politici.

6. LA BATTAGLIA CAMPALE DELLA DESTRA PER DEPOTENZIARE LA FORMIDABILE CARICA DELLA MANIFESTAZIONE DELLE DONNE.
La manifestazione delle donne del 13 febbraio, organizzata da associazioni, singole rappresentanti del mondo della cultura, dello spettacolo, del giornalismo e anche della politica, fa una paura da matti al centrodestra. Al punto da far scendere in campo molte rappresentati dei partiti di centrodestra a mischiare le carte del dibattito pubblico in vista della manifestazione, nel tentativo di dividere il fronte e depotenziare la carica della manifestazione. Nonostante gli sforzi, il tentativo non è riuscito. La manifestazione si farà e sarà straordinaria. In tutta Italia.

7. OGNI GIORNO SI SCOPRE QUALCHE PASTICCIO COMBINATO DAL GOVERNO.
La Corte costituzionale ha bocciato la legge secondo la quale gli insegnanti che cambiavano provincia perdevano i punti accumulati in graduatoria, norma ovviamente voluta dalla Lega Nord. Ora, però, in base a quel provvedimento sono già stati inseriti in ruolo molti insegnanti. E bisognerà rimediare. Un pasticcio dietro l’altro.
Con un emendamento del Pd al cosiddetto milleproroghe, testo all’esame del Senato e che comprende di tutto, è stato tolto lo stop immediato al ricorso alla magistratura da parte dei lavoratori precari nei confronti dei propri datori per violazioni delle norme, stop inserito nel cosiddetto collegato sul lavoro dal governo. Il limite è stato spostato alla fine del 2011.

8. I SONDAGGI SOTTERRANO IL CAVALIERE E PREMIANO IL CENTROSINISTRA. MA PIU’ DEL 40 PER CENTO DICHIARA DI NON VOLER VOTARE.
La Repubblica: “Berlusconi contro Bersani? Vince Bersani. Berlusconi contro Casini? Vince Casini. Berlusconi contro Vendola? Vince Vendola. La premessa è che «si tratta di simulazioni». Ma i sondaggi effettuati da Ipsos e illustrati due giorni fa da Nando Pagnoncelli a Ballarò, raccontano una situazione in evoluzione”…” Bersani-Berlusconi finirebbe 43% a 33%; Casini-Berlusconi 45% a 32%; e nello scontro a tre Vendola-Berlusconi-Casini prevarrebbe il primo col 32%, poi 31% al secondo e 21% al terzo. Circa un quarto degli intervistati, però, nel caso di scelta secca preferisce non decidere. Nella simulazione sulle coalizioni, poi, il centrodestra perderebbe (fermo al 38,7%) sia se in campo ci fossero Centrosinistra (41%) e Centro (17,8%) sia in caso di una coalizione di tutti contro Berlusconi (51,3% contro 44,2%)”.

9. MARIO DRAGHI HA UN CONCORRENTE IN MENO PER IL POSTO DI PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA, MA L’ITALIA DEL BUNGA BUNGA E’ PIOMBO AI SUOI PIEDI.
Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, non dovrà vedersela con il tedesco Axel Weber per la corsa alla presidenza della Bce. Weber ha deciso di accettare un incarico alla Deutsche Bank. Ma la corsa di Draghi rischia di essere impiombata dal bunga bunga: per quanto Draghi sia stimato come tecnico e come persona, un’Italia poco credibile all’estero Può non avere la forza per conquistare una posizione di così forte rilievo internazionale.

10. MENTRE L’ITALIA PENSA ALLE SCOSSE FINTE, NEL MONDO CI SONO LE SCOSSE VERE, COME LA FUSIONE DELLE BORSE (CHE RIGUARDA ANCHE MILANO) E L’INFLAZIONE CHE FA PAURA.
Accordo raggiunto tra Lse, il gruppo che gestisce il mercato finanziario di Londra e di Milano, e la canadese Tmx, società cui fa capo il listino di Toronto. Matrimonio ancora da celebrare ma quasi fatto anche tra Wall Street, ossia il Nyse già alleato con il circuito Euronext (borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona), e la Borsa di Francoforte, la Deutsche Boerse. Sembrano avvenimenti lontani, distanti, ma non è così. Qualsiasi azienda italiana, piccola o grande, che volesse quotarsi dovrà fare i conti con questi giganti planetari.
In Cina è grande la preoccupazione delle autorità per l’aumento dei prezzi provocato dall’andamento molto positivo dell’economia. Anche questo sembra un avvenimento lontano, ma non lo è: tutti i paesi più industrializzati hanno acceso i riflettori sull’andamento dei prezzi, perché dalla Cina potrebbe partire un contagio destinato a coinvolgere tutti.

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