A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.
1. OBIETTIVO POLVERONE & PAURA. NAPOLITANO CHIAMA BERLUSCONI. MA IL PRESIDENTE NON TACERA’, I SUOI GIORNALISTI NON SI FERMERANNO E PER GLI ALTRI SI PREPARA IL BAVAGLIO: PERCHE’ I CITTADINI-SPETTATTORI NON DEVONO CAPIRCI NULLA. E AVERE PAURA.
Oggi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, vedrà il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. La convocazione al Quirinale è arrivata al termine di una giornata convulsa, scandita dalle dichiarazioni gravissime di Berlusconi: golpe morale (per la prima volta teme di non poter sfuggire al confronto vero con la magistratura) , il giudice vero è il popolo (cioè chi è eletto non deve rispondere alla magistratura), insomma tutto l’armamentario antiregole che Silvio Berlusconi ha sempre messo in campo dal punto di vista ideologico, ma che adesso vorrebbe anche trasformare in realtà concreta, in costituzione materiale. “parole eversive” ha detto il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani. E sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Pier Ferdinando Casini.
Nemmeno il presidente Napolitano riuscirà tuttavia a fermare la strategia di Berlusconi. Entro lunedì il giudice per le indagini preliminari di Milano deciderà se sottoporlo con rito immediato al processo per prostituzione minorile e concussione. I legali di Berlusconi solleveranno, se si andasse a processo, conflitto di attribuzione e porteranno il caso alla Corte Costituzionale (accusata ieri da Berlusconi, a titolo di intimidazione preventiva, di essere un covo di comunisti). Prima del giudizio della Corte passeranno almeno un paio di mesi. E Berlusconi non intende precipitare ancora di più nei sondaggi, restando appeso ad accuse così infamanti e che non riesce a scrollarsi di dosso, perché i racconti che emergono dalle intercettazioni sono troppo evidenti.
Da qui la strategia del polverone e della paura. Ieri il presidente del Consiglio, facendo materializzare il conflitto di interessi, ha convocato a palazzo Grazioli tutti i direttori delle sue aziende editoriali, televisive e della carta stampata. Ne scaturirà la diffusione a tappeto del verbo berlusconiano, sia per quanto riguarda la “narrazione” di ciò che è accaduto, sia per quanto riguarda le regole (il re è sacro non può essere messo in discussione), sia per quanto riguarda il trattamento (bastone e carota) da riservare a nemici e amici troppo tiepidi. L’obiettivo è che i cittadini-spettatori non ci capiscano più nulla. Un polverone. E però si sentano anche intimiditi dai toni, dalle accuse, dall’atteggiamento minaccioso, dai poteri messi in campo (Su l’Espresso, in un articolo in cui si parla anche delle effrazioni nei locali del Gip di Milano, oggi si dice
che Lele Mora, Emilio Fede ed altri hanno saputo per tempo di essere intercettati) . La prima manifestazione di questa strategia è stata l’intervista rilasciata a Giuliano Ferrara de Il Foglio, che a sua volta è stato intervistato per 6 minuti dal solerte Tg1 di Augusto Minzolini (in pratica un videomessaggio di Berlusconi per interposta persona, non sopportando il premier di essere sottoposto a domande). Massimo Giannini su La Repubblica ha scritto sulla riunione di palazzo Grazioli un lungo articolo intitolato Il gruppo Delta.
2. L’EUROPA AVVERTE: INFLAZIONE TROPPO ALTA E NECESSITA’ DI MANOVRE. MA IL GOVERNO PENSA AD ALTRO: FRATTINI ALLA CORTE EUROPEA, BONDI NON SI VEDE PIU’, TREMONTI FA GITE IN TRENO PER STARE LONTANO DA BERLUSCONI. E INTANTO…..
La Banca centrale europea ha lanciato un doppio avvertimento in questi giorni: l’inflazione è di nuovo tornata a turbare le notti dei banchieri centrali e gli sforzi compiuti per tenere sotto controllo i conti pubblici non bastano, sarà necessario fare di più. Per un paese come l’Italia che ha un enorme debito pubblico non sono notizie tranquillizzanti (l’aumento dei tassi di interesse sul debito farebbe crescere in modo inquietante la spesa pubblica e la necessità di intervenire significherebbe nuovi tagli, o nuove tasse).
Il governo però pensa ad altro. Il ministro degli Esteri Franco Frattini pensa a ricorrere alla Corte europea per i diritti dell’uomo se Berlusconi venisse sottoposto a processo (ma molti sperano che lo faccia davvero perché sarebbe un boomerang, tanto che presso quella stessa corte pende una denuncia presentata dal finanziere internazionale George Soros contro i limiti alla libertà di informazione in Italia). Il ministro dei beni culturali, Sandro Bondi, non va al lavoro da mesi. Il ministro dell’Economia, pur di non condividere la storia di Berlusconi sta facendo un viaggio in treno nel Sud, affermando di aver scoperto così che i treni non funzionano bene nel Mezzogiorno. E intanto aumenta il biglietto di ingresso nei cinema, e lo stesso Tremonti sta organizzando nuove iniziative sul patrimonio pubblico dopo la deludente e contestata esperienza delle cartolarizzazioni (l’unificazione dell’agenzia del Demanio con Fintecna e con Patrimonio Spa).
3. LE OPPOSIZIONI FANNO QUADRATO. FLI A CONGRESSO. LE MANIFESTAZIONI IN PIAZZA DELLE DONNE. IL PD RACCOGLIE LE FIRME PER LE STRADE E SUL PROGRAMMA LANCIA L’ ALLEANZA PER SUPERARE IL BERLUSCONISMO.
Di fronte a un contesto così drammatico, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani ieri ha rilanciato la necessità di tenere unito il fronte delle opposizioni per preparare il superamento del berlusconismo. Il Pd ha messo a punto proposte programmatiche capaci di lanciare la riscossa del paese. Ed è il pilastro attorno al quale sarebbe possibile costruire un’alternativa per la ricostruzione del paese. L’Italia deve uscire
dalla palude in cui l’ha ficcata il governo della destra. Con una iniziativa delle forze politiche dell’opposizione o con il voto.
Gli stessi partiti ma anche la società civile si stanno mobilitando per far sentire la propria presenza anche nelle piazze. Molto importanti sono le manifestazioni indette oggi dalla Cisl per lavoro, salario, fisco. Straordinaria è la mobilitazione del mondo femminile per le manifestazioni che in tutta Italia si svolgeranno domenica 13 febbraio, alle quali parteciperanno moltissimi dirigenti e militanti del Pd. Il partito sta raccogliendo milioni di firme per le dimissioni di Berlusconi: “Siamo a buon punto, ce la faremo a cogliere l’obiettivo dei dieci milioni per i primi giorni di marzo. Per domenica per esempio organizzeremo tremila gazebo in tutta Italia” ha detto ieri il responsabile dell’organizzazione del Pd, Nico Stumpo. E già Articolo21, il popolo viola e altre organizzazioni si preparano a scendere in piazza con la costituzione, la bandiera e l’inno di Mameli il 5 di marzo.
4. 17 MARZO APERTURA, CHIUSURA, FESTA , LAVORO: LA VERITA’ E’ CHE SI VUOLE CONTESTARE LA FESTA PER L’ITALIA UNITA.
Tutte le polemiche e i distingue sulla festa del 17 marzo, giorno in cui si festeggia l’unità di Italia, hanno un solo scopo: l’ha reso chiaro oggi il Giornale (di proprietà della famiglia Berlusconi): “Inutile festeggiare una nazione che non esiste”.
5. IL FARAONE MUBARAK GELA IL SUO POPOLO. E RESTA AL SUO POSTO.
Mubarak non si è dimesso come attendeva il popolo egiziano. L’esercito presidia il territorio. E tutto ciò significa una sola cosa: la transizione in Egitto sarà lunga, lacerante, complicata e senza un esito preordinato. Tutto è ancora in gioco. E da ciò che accadrà in Egitto dipenderà anche molto di quanto accadrà negli altri paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.
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