16 febbraio 2011

Nota del mattino del 16/02/'11

A cura dell'Ufficio Circoli Nazionale del PD.

1. OBIETTIVO, DURARE UN ANNO. BERLUSCONI PUNTA A RALLENTARE I PROCESSI. MA TEME CHE LA LEGA STACCHI LA SPINA E CHE SI VADA A VOTARE. OGGI I SONDAGGI DANNO VINCENTE BERSANI.
Rallentare, ostacolare, rinviare: la strategia del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo la decisione presa ieri dal Gip di Milano di aprire subito il processo al premier per concussione e prostituzione minorile, è di non mollare, di restare imperterrito al suo posto e di utilizzare tutti gli strumenti possibili per far impantanare il percorso dei magistrati.
Il Partito Democratico, con l’intervento del presidente del gruppo parlamentare della Camera, Dario Franceschini, ne ha chiesto ufficialmente le dimissioni.
D’altra parte nei prossimi due mesi Berlusconi non dovrà affrontare solo questo processo, ma anche la ripresa (il legittimo impedimento è di fatto stato dimezzato dalla Corte Costituzionale) di altri tre processi: è imputato per i diritti tv Mediaset (frode fiscale, si riprende il 28 febbraio), Mediatrade (frode fiscale e appropriazione indebita, riparte il 5 marzo) e Mills (corruzione di testimone, dal 12 marzo).
La prossima mossa di Berlusconi sarà di sollevare il conflitto di attribuzione (richiedendo che il processo Ruby venga svolto dal tribunale dei ministri) presso la Corte Costituzionale. Berlusconi potrebbe farlo attraverso un semplice voto del consiglio dei ministri oppure passare dal voto della Camera. E con il solito modo di pensare alla giustizia, nel Pdl fanno un calcolo di schieramento: tra due mesi andrà via dalla Corte l`attuale presidente, Ugo De Siervo, considerato vicino al centrosinistra. Alla Corte resteranno in 14 giudici. Il prossimo presidente (il cui voto vale doppio in caso di parità) potrebbe essere il giudice Alfonso Quaranta, proveniente dai ranghi della Corte di Cassazione, considerato di area moderata.
L’obiettivo è di non dimettersi e di evitare di finire al voto subito, con sondaggi e focus pessimi per il centrodestra (ieri a Ballarò tutte le proiezioni sul voto su tre o due poli hanno dato per vincente il centrosinistra alla Camera con Bersani premier, l’unica defaillance il centrosinistra l’avrebbe nel caso di voto anticipato con Vendola premier). Berlusconi intende resistere almeno un altro anno, come ha detto ieri ai suoi.
Per questa stessa ragione il presidente del Consiglio ha dato anche carta bianca ai suoi sostenitori per acquistare alla Camera altri parlamentari che possano sostenere la traballante e risicata maggioranza che lo sostiene. E teme le decisioni della Lega, sempre più silenziosa, sempre più incalzante: pubblicamente sta al fianco di Berlusconi, ma ormai non fa più mistero di riflettere sull’opportunità di tenere attaccata la spina a questo governo. Da qui l’inquietudine del presidente del Consiglio per l’intervista de La Padania a Bersani sul federalismo e la richiesta di rassicurazione da parte di Bossi (ieri sera a palazzo Grazioli).

2. L’OFFENSIVA SULLA LEGA LANCIATA DA BERSANI FA BRECCIA. INTANTO ANCHE VENDOLA E FLI PARLANO DI EMERGENZA DEMOCRATICA E SI CONVERTONO ALL’IDEA DI UN GOVERNO DI TRANSIZIONE.
L’intervista rilasciata dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani a La Padania, e la conseguente offensiva sul tema del federalismo, ha fatto breccia. “Ora la Lega non ha più alibi” hanno sottolineato molti parlamentari democratici eletti al Nord, a cominciare da Misiani, Marantelli, Pizzetti, Fiano, Carra. E se nei blog e su internet molte voci di
base non hanno accolto bene questa mossa, tra gli amministratori eletti nelle file della Lega al Nord, i quali sanno bene che cosa ci sia nel federalismo pasticciato che sta passando all’esame del Parlamento, il ragionamento del segretario del Pd è stato accolto in modo positivo. Soprattutto se si tiene conto delle difficoltà della stessa Lega a continuare a giustificare i comportamenti di Berlusconi di fronte alla propria base sociale.
Intanto, anche altre forze politiche hanno preso iniziative significative. Con un’intervista a La Repubblica, il leader di Sel, Niki Vendola, di fatto, ha annunciato di essersi convertito all’idea che di fronte ad una emergenza democratica c’è bisogno di un governo di transizione (esattamente ciò che Bersani propone da molti mesi), una coalizione vasta, per affrontare alcuni temi istituzionali (la legge elettorale per esempio) e dare un po’ di sostegno all’economia e all’occupazione. Con un candidato premier: Rosy Bindi. La stessa convinzione sulla necessità di un governo di transizione oggi è stata espressa da un rappresentante di Fli, Granada.

3. FAMIGLIA CRISTIANA E AVVENIRE SI SCHIERANO. MA IL VERO TEST DEI RAPPORTI TRA BERLUSCONI E LE GERARCHIE CATTOLICHE SARA’ L’INCONTRO CON BERTONE E BAGNASCO A ROMA.
Il mondo cattolico sta mostrando in questi giorni diversi segni di inquietudine. Ieri sia Avvenire che Famiglia cristiana hanno preso posizione. In particolare, Famiglia cristiana ha predisposto un sondaggio sulla necessità o meno delle dimissioni di Berlusconi, con risultati eclatanti.
Berlusconi che per un lungo tempo ha goduto del favore e della benevolenza delle massime gerarchie della Chiesa tenterà nei prossimi giorni di recuperare terreno. Venerdì 18, nell’ambasciata italiana presso la Santa Sede, a Roma, durante il ricevimento per l’anniversario dei patti lateranensi, potrebbe incontrare il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Tarcisio Bertone, e il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. La diplomazia sta lavorando per capire se una presenza del capo del governo italiano sarebbe gradita quest’anno, e in quale modo. In base alle risposte, il presidente del Consiglio deciderà se partecipare o meno all’evento e quali iniziative eventualmente prendere.

4. TREMONTI CI RIPROVA A CONVINCERE L’EUROPA CHE CONTA ANCHE IL DEBITO PRIVATO (IN ITALIA PIU’ BASSO CHE ALTROVE). E SE NON CI RIESCE SONO GUAI.
In Europa è arrivato il momento delle decisioni. Germania e Francia voglio imporre regole ferree sul debito pubblico. Tremonti è convinto di poter convincere tutti che bisognerà prendere in considerazione per le eventuali misure di penalizzazione da far pagare a chi sfora anche di altri parametri, a cominciare dal debito privato, che in Italia ha un andamento virtuoso. In caso contrario, una manovra correttiva pesante attende l’Italia, con buona pace di tutte le rassicurazioni date fin qui dal governo di centrodestra che ha portato il debito pubblico dal 104 per cento del Pil del 2008 al 119 di oggi.
Le statistiche sulla crescita dimostrano quello che da mesi, anzi anni, indica il Pd: il paese cresce meno degli altri e c’è bisogno di un sostegno alla ripresa. Adesso, alla vigilia di una possibile crisi e di un possibile ricorso al voto anticipato ci è arrivato anche Tremonti: “bisogna sostenere la ripresa” ha detto, parlando a Bruxelles e sostenendo che si deve partire dal Sud.

5. MARCHIONNE PARLA MA NON CHIARISCE TUTTO. ANCORA NEBBIA SUL FUTURO VERO DELLA FIAT. E IL GOVERNO LATITA.
Sergio Marchionne, in giacca e cravatta, è andato ieri a spiegare al Parlamento italiano la strategia della Fiat e i progetti per l’Italia. Diversi i commenti. Significativo quello di Savino Pezzotta, ex segretario generale della Cisl: «Su sede, mercato europeo e Chrysler e stato evasivo».

6. IMMIGRAZIONE. L’UNIONE EUROPEA CORRE IN SOCCORSO DELL’ITALIA MA MEZZI E PROGETTI, NAZIONALI ED EUROPEI, NON SONO ALL’ALTEZZA DELLA SFIDA DEL MEDITERRANEO.
L’Unione Europea ha accolto il grido di aiuto lanciato dal governo italiano ed ha predisposto alcune iniziative di sostegno e di intervento. Peccato che né le iniziative messe in campo dal governo italiano, né quelle previste dall’Unione sembrano all’altezza della sfida posta dal risveglio delle popolazioni che vivono sulla sponda sud del Mediterraneo. “L’Italia avrebbe potuto e dovuto essere il paese capace di guidare l’Europa nella comprensione dei fenomeni e nella predisposizione delle risposte da dare all’evoluzione del Mediterraneo. Invece il nostro ministro del Esteri ha passato il proprio tempo a trovare non meglio identificate carte sulle case di Montecarlo” ha detto ieri sera a 8 e mezzo, trasmissione de La7, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

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