A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.
1. FEDERALISMO & GIUSTIZIA. LA LEGA SI SPENDE PER L’IMPUNITA’ DI BERLUSCONI. IN CAMBIO OTTIENE UNA BANDIERINA DA SVENTOLARE MA CHE PORTERA’ TASSE E PASTICCI PER I CITTADINI.
La Camera dei Deputati ha votato la fiducia al governo sul quarto decreto di attuazione del federalismo consentendo così oggi al Consiglio dei ministri di vararlo in modo definitivo.
L’applicazione di quel testo, come ha chiarito ieri il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani nel suo intervento in aula, non porterà al federalismo, ma servirà soltanto a consentire ai comuni di recuperare attraverso un aumento delle tasse che pagheranno i cittadini una parte delle risorse drasticamente tagliate dal governo. I cittadini pagheranno per le addizionali, commercianti e artigiani dovranno sopportare un aumento dell’esborso per gli immobili in cui esercitano la propria attività. Tutto questo mentre il governo ha alleviato la tassazione sulle rendite da capitale.
E’ il frutto dello scambio tra Bossi e Berlusconi. Bossi ha ottenuto la possibilità di sventolare una bandiera (anche se vuota, pasticciata e carica di ripercussioni per i cittadini). In cambio la Lega ha firmato la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione per fermare i giudici di Milano e si appresta a dire sì anche alla riforma costituzionale della giustizia disegnata dal ministro Angelino Alfano e illustrata ieri (significativamente proprio mentre in aula si discuteva di federalismo) alla consulta giustizia del Pdl.
Pdl e Lega hanno chiesto al presidente Fini di passare la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione direttamente al voto dell’aula, perché in aula hanno la maggioranza, mentre nell’ufficio di presidenza (che in teoria potrebbe anche decidere di fermare la richiesta) sono in minoranza. La richiesta è chiara: rivolgersi alla Corte Costituzionale perché il processo per concussione nei confronti di Berlusconi passi dalle mani dei giudici milanesi al tribunale dei ministri, perché quando Berlusconi ha chiamato la questura di Milano per intercedere nei confronti della giovane Ruby credeva davvero che fosse la nipote di Mubarak e quindi agiva in qualità di presidente del Consiglio.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha passato la richiesta del Pdl e della Lega alla giunta per il regolamento.
La posizione del Pd su questo tema è chiara: tutto deve essere fatto nel massimo rispetto delle regole.
La posizione del Pdl e della Lega è altrettanto chiara: il Parlamento deve fare presto perché altrimenti parte il processo a Milano (prima udienza 6 aprile). E intanto verrà presentato il progetto di riforma costituzionale. La Lega è tornata alla carica con la proposta di eleggere su base territoriale i magistrati.
2. OGGI BERSANI E BINDI PRESENTANO ALLA CAMERA IL CONTO DEI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO CHE PESANO SULLE SPALLE DELLE DONNE.
Oggi pomeriggio il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, il presidente dell’assemblea nazionale, Rosy Bindi, e la portavoce della conferenza nazionale delle donne Pd, Roberta Agostini, in una conferenza stampa alla Camera illustreranno tutti i provvedimenti che il governo ha preso e che hanno avuto ripercussioni negative sulla
vita delle donne e le proposte del Partito Democratico per migliorare la situazione femminile in Italia. Nel corso dell’incontro Bersani e Bindi ricorderanno che l’8 marzo il Pd farà una manifestazione a Roma e una delegazione del partito consegnerà simbolicamente a palazzo Chigi le firme con le quali il Pd chiede le dimissioni del presidente del Consiglio.
3. PER CHI SUONA LA CAMPANELLA. CRESCE LA MOBILITAZIONE CONTRO L’UMILIAZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA.
Nonostante marce indietro e precisazioni del governo, gli italiani ormai hanno capito bene che senza una forte spinta il governo della destra potrebbe dare alla scuola pubblica un altro colpo mortale (dopo i tagli decisi dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e avallati dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini). Da qui la crescita della mobilitazione attorno all’obiettivo di difendere e se possibile salvare la scuola pubblica. Il 12 marzo, insieme con la difesa della Costituzione, sarà questa una delle parole d’ordine delle manifestazioni di piazza che si terranno in tutta l’Italia.
4. PERCHE’ L’ITALIA CRESCE POCO? SI STUDIA LA RICETTA TEDESCA DELLA RICERCA, DELLA SOLIDARIETA’ E DELLA COMPARTECIPAZIONE. MA L’INDUSTRIA ITALIANA E’ TENTATA DI NUOVO DALLA SCORCIATOIA DELL’ARTICOLO 18. E IL GOVERNO DICE SI’, PER RIFARE L’ALLEANZA.
Seminario di studio ieri sul modello tedesco, per capire come ha fatto la Germania a ritornare ad una forte crescita. Il seminario organizzato e coordinato dall’economista Tito Boeri ha messo in luce gli sforzi sul piano degli investimenti in ricerca, in formazione, i meccanismi tedeschi degli ammortizzatori sociali (più forti che in Italia), la partecipazione dei lavoratori alle decisioni anche attraverso il meccanismo dei consigli di sorveglianza, la scelta degli imprenditori e dei dipendenti tedeschi di ridurre l’orario e temporaneamente anche i salari, ma mantenendo aperte le fabbriche e garantita l’occupazione (mentre in Italia è stata scelta la strada della cassa integrazione a zero ore).
Nel corso del seminario la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia ha sollevato il problema della flessibilità delle norme sul lavoro in uscita. Senza dirlo ha di fatto rimesso sul tavolo il tema dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. E il governo, che in questi anni ha brillato per l’assenza di qualsiasi politica industriale (altra differenza con il mondo della Germania) e che nelle ultime settimane aveva sofferto le accuse degli imprenditori per la propria incapacità ad affrontare i problemi della crescita, per bocca del ministro Maurizio Sacconi ha subito dato la propria benedizione. La Cgil con la segretaria Susanna Camusso ha avvertito subito che non se ne parla neanche.
5. A NAPOLI L’ALLEANZA SERVE PER VINCERE. CONTRO LA DESTRA.
A Napoli l’Idv ha candidato Luigi De Magistris per le prossime elezioni, senza aspettare di trovare un’intesa nel centrosinistra. Oggi su Il Riformista parla Andrea Orlando, commissario Pd a Napoli. «Mi auguro che l`Idv rientri nella coalizione di centro-sinistra. Noi non abbiamo mai detto un no pregiudiziale a De Magistris ma non possiamo accettare il metodo del prendere o lasciare: è inaccettabile. Abbiamo fatto fare un passo indietro ai contendenti alle primarie, abbiamo chiesto a Cantone di candidarsi, ora c`è Morcone».
Insomma, la corsa è contro la destra, non dentro il centrosinistra. E per vincere contro la destra ci serve la pazienza e la tenacia per trovare un’alleanza che metta insieme tutto il centrosinistra e raccolga consensi anche oltre.
6. GUERRA E PACE. GHEDDAFI PARLA E SPARA. L’EMERGENZA UMANITARIA METTE IL MONDO DI FRONTE A UN’ENORME RESPONSABILITA’. LA FLOTTA USA E’ NEL MEDITERRANEO. E L’ITALIA E’ LA PRIMA FRONTIERA DELL’EUROPA.
Guerra civile in Libia. Le milizie fedeli a Gheddafi sparano sugli insorti, grazie anche alla supremazia aerea. Il colonnello spara invece discorsi alla televisione e attacca l’Occidente e anche l’Italia, compresa quella parte d’Italia (la destra di Berlusconi e di Bossi) gli ha baciato la mano.
Gli Usa e l’Europa si stanno interrogando sul da fare. Nel Mediterraneo sono arrivate le navi della flotta Usa. L’intervento militare per ora non trova consensi (anzi in tutte le cancellerie se ne mettono in luce i pericoli, soprattutto di un impantanamento di lungo periodo). Ma se la strage dei civili continua il problema di un intervento esterno potrebbe diventare una drammatica decisione all’ordine del giorno.
Ma intanto sta crescendo a velocità supersonica la dimensione del dramma umanitario che i paesi del Nord Africa e a cascata l’Occidente ora si trovano ad affrontare. In Tunisia continuano ad arrivare decine di migliaia di egiziani scappati dal proprio paese. Bisogna sfamarli, ma soprattutto è necessario organizzare un enorme ponte aereo per riportarli in patria. Anche i libici stanno attraversando i confini.
In Italia, con il mare forza 5, sono ripresi gli sbarchi. Le dimensioni di questa emergenza possono travalicare le normali misure predisposte per gestire l’afflusso dell’immigrazione. Ma, come ha indicato ieri il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, sarebbe sbagliato limitarsi a chiedere “piagnucolando” un aiuto dall’Europa. L’Italia dovrebbe farsi promotrice di una politica dell’Europa per affrontare questa emergenza. Il problema degli italiani oggi (oltre alle politiche sbagliate adottate per gestire il problema dell’immigrazione) è la capacità o meno del governo della destra di essere all’altezza di questa sfida e i problemi che deriveranno in un frangente così delicato della nostra storia dalla perdita di prestigio internazionale causata dalle politiche antieuropee della destra e dalle gesta personali del presidente Berlusconi.
7. CIRIO. I PM CHIEDONO UNA CONDANNA A 8 ANNI DI RECLUSIONE PER CESARE GERONZI.
I pubblici ministeri della Procura romana, Gustavo De Marinis, Paola Filippi, Rodolfo Sabelli, hanno chiesto di condannare l’ex presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi, a otto anni di reclusione per il Crac Cirio.
Mentre l’inchiesta andava avanti, scalata dopo scalata ai vertici del sistema bancario, assicurativo e finanziario nazionale, Geronzi ha conquistato prima la presidenza della Mediobanca, il cuore del cosiddetto salotto buono della finanza italiana, e poi la presidenza delle Assicurazioni Generali, che insieme all’Eni è la società con maggiore presenza e partecipazioni all’estero, una grande multinazionale.
E’ inevitabile che questo passaggio provochi ulteriori sommovimenti, soprattutto alla luce dello scontro di potere che è già emerso al vertice delle Generali, con azionisti come Della Valle (Tod’s) e Del Vecchio (Luxottica) in posizione critica nei confronti di Geronzi
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