21 aprile 2011

La nota del mattino del 21 aprile 2011.

1. CON LE ELEZIONI ALLE PORTE IL GOVERNO FA PROMESSE ESPLICITE AGLI IMPRENDITORI: BASTA CON IL FISCO E GRANDI AFFARI FACILI DA SPARTIRE. LA CONFINDUSTRIA ESULTA. INVECE I LAVORATORI DEL FOTOVOLTAICO RISCHIANO TUTTO.
Con le elezioni alle porte il governo ha deciso di rendere esplicita la sua politica industriale. Lo ha fatto con due iniziative clamorose. La prima: un emendamento al Senato, che ferma solo temporaneamente il piano nucleare, ma rischia di cancellare il referendum depotenziando così anche gli altri referendum sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell’acqua. La seconda: il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per una volta ha detto la verità, tornando al linguaggio e alla sostanza che hanno sostenuto la vittoria della destra: basta con i controlli del fisco.
Il blocco del piano nucleare “insensato e sbagliato” come ha più volte denunciato Il Partito Democratico è stata una vittoria delle opposizioni. “Il governo è fuggito dai suoi stessi progetti” ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Ma la possibilità insita nella norma approvata ieri al Senato di una riapertura futura del cantiere nucleare preoccupa tutti. “Dovremo vigilare” ha detto sempre Bersani. Tutte le opposizioni anche hanno sottolineato il carattere strumentale di questa mossa, tra l’altro esplicitamente chiarito ieri dal ministro Paolo Romani: far saltare il referendum sul nucleare, perché dopo gli incidenti alla centrale giapponese di Fukushima il quesito sul nucleare avrebbe portato a raggiungere il numero di voti necessari a rendere validi anche i referendum sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell’acqua.
La Confindustria, dopo tanti mugugni, è entusiasta. Non è stata chiusa definitivamente la porta all’enorme colata di cemento connessa all’eventuale, futura ripresa del piano nucleare e soprattutto potrebbe salvarsi la privatizzazione dell’acqua, affare multimiliardario. La Repubblica oggi racconta le riunione di ieri del vertice confindustriale dopo lo stop all’atomo, ma anche al referendum:” Questa la linea, secondo alcuni dei partecipanti all`incontro a porte chiuse: «Abbiamo chiesto noi lo stop al nucleare. Era l`unico modo per impedire il referendum. I sondaggi davano per scontato il raggiungimento del quorum e con la prevedibile vittoria del sì, sull`emozione del dopo Fukushima, il capitolo nucleare l`avremmo chiuso per sempre. E, ancor più grave, avremmo chiuso per sempre la liberalizzazione dell`acqua. L`unica prevista da questo governo». Una torta di oltre 64 miliardi di euro nell`arco dei prossimi trent`anni, alla quale guardano i costruttori ma non solo”.
Applausi della Confindustria anche sul fisco. Da Il Sole 24 Ore: “Le parole del ministro ieri pomeriggio sono immediatamente rimbalzate nella riunione del direttivo di Confindustria. E hanno raccolto, tra gli imprenditori, un unanime consenso, con l`invito ad andare avanti, passando dalle parole ai fatti. «Una promessa positiva», ha commentato uscendo da Confindustria Alberto Bombassei, vice presidente per i rapporti sindacali”.
Messe insieme, queste due iniziative hanno riportato la chiarezza sulla politica industriale della destra: promesse di affari facili per gli industriali e allentamento dei controlli sull’evasione fiscale. Per i lavoratori del settore fotovoltaico invece la prospettiva è difficile: il governo ha bloccato da mesi il decreto sugli incentivi alle fonti di energia rinnovabile, lasciando tutto questo settore senza alcuna certezza. Ieri, mentre i lavoratori del settore erano in piazza a protestare, il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, ha sollevato il problema in Parlamento, chiedendo al governo di provvedere rapidamente a dare una prospettiva chiara, stabile e prevedibile alla politica
degli incentivi, in modo da consentire la ripresa dell’attività nell’unico comparto che ha fatto registrare una forte crescita durante la crisi.

2. CON LE ELEZIONI ALLE PORTE TREMONTI NASCONDE LA STANGATA CHE DARA’ AI CITTADINI COMUNI A PARTIRE DALL’ESTATE: SE TUTTO VA BENE 40 MILIARDI EURO DI SACRIFICI NEI PROSSIMI DUE ANNI.
Giulio Tremonti sta cercando di nascondere agli italiani ciò che gli ha riservato il fallimento della politica economica del governo almeno fino a dopo le elezioni. Ma la verità sta uscendo fuori in modo incontrovertibile. «Tremonti la smetta di raccontare balle» ha attaccato ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani parlando al Tg3: «Siccome ci sono le elezioni amministrative, di dice la verità a rate, si mette la polvere sotto al tappeto».
Il bollo ufficiale sulla certezza della mazzata che il governo dovrà presentare già a settembre è arrivata ieri da Banca d’Italia, Corte dei Conti e Istat, durante le audizioni dei massimi dirigenti di questi organismi alla Camera sul tema dei conti pubblici. Da Il Corriere della Sera: “Contenere la spesa è decisivo per l`Italia e le misure dovranno essere note già a settembre. Le sfumature sono diverse ma le posizioni di Banca d`Italia e Corte dei Conti sul Documento di economia e finanza 2011 sono accomunate da alcune perplessità, come emerso ieri nelle audizioni alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Sulle cifre, per Bankitalia la stima della manovra correttiva è di 35 miliardi di euro, mentre per la Corte dei Conti è di 40 miliardi. Due giorni fa il ministro dell`Economia Giulio Tremonti aveva parlato per il biennio 2013-2014 di almeno 15 miliardi, lo 0,5% del Pil ciascun anno. Il vicedirettore generale di Via Nazionale, Ignazio Visco, ha invece fatto presente che le stime «sono prudenti non inventate dalla Banca d`Italia. Si trovano nel documento» del governo che fa riferimento al 2,3% del Pil. L`aggiustamento strutturale richiesto dall`Europa, ha spiegato Visco, «è almeno dello 0,5% per quest`anno» e sale allo 0,8% per i due successivi poiché l`Italia ha un debito alto. Insomma, il piano di consolidamento delle finanze pubbliche presentato nel Def e che dovrà essere «vistato» da Bruxelles è per Bankitalia «ambizioso», tanto più che le misure concrete da attuare nel biennio 2013-2014 per conseguire il pareggio di bilancio - ha ricordato Visco - devono essere definite già a settembre», come prevedono le nuove regole europee».
Riassumendo: manovra già per quest’anno e da settembre manovra ancora più pesante per i prossimi due. Che cosa aveva detto Tremonti, invece? “Ma no, dobbiamo solo fare un po’ di manutenzione dei conti”.

3. INTIMIDAZIONE & DISTRAZIONE: DOPO I MANIFESTI SULLE BR IN PROCURA, LA PROPOSTA DI MODIFICARE L’ART.1 DELLA COSTITUZIONE. MA FUORI DAI RIFLETTORI SI PREPARANO RIMPASTI ABBONDANTI, SALVACONDOTTI DI OGNI TIPO E LA CORSA ALLA PORCATA BIS PER LE ELEZIONI POLITICHE.
Gran parte dell’attenzione dei media e dell’opinione pubblica è stata attirata ieri dalla proposta di un parlamentare del Pdl sulla riforma dell’art.1 della Costituzione. Proposta strampalata, ma costruita ad arte per attaccare il ruolo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E’ la solita strategia berlusconiana dell’intimidazione e della distrazione: lanciano una proposta scandalosa ma destinata ad essere presto abbandonata (per far passare una riforma costituzionale ci vorrebbero i due terzi dei voti in Parlamento o comunque un tempo indefinito di lavoro nelle Camere): tutti ne parlano, scatta l’indignazione e si accendono i riflettori. E così si ottengono due
risultati: si cerca di intimidire i destinatari della legge come per dire “attento, se non mi dai fastidio scateno la guerra”, e nello stesso tempo si fa il buio sulle cose che non si vogliono far vedere. Per esempio il fallimento del governo, i problemi dell’occupazione, le trattative vergognose per il rimpastone a favore dei responsabili, gli affari, la corsa all’approvazione delle leggi e leggine per proteggere Berlusconi, i conflitti che si sollevano continuamente per impedire che il presidente del Consiglio vada ai processi. Memento. Che cosa aveva detto Berlusconi? “Andrò davanti ai giudici e gli dimostrerò davanti a tutti gli italiani che hanno torto, che le accuse sono infondate”. Ecco la verità che non si vuole far vedere: Berlusconi sta scappando a gambe levate, con ogni mezzo.

4. MILANO, LA PAURA DI BERLUSCONI: MORATTI TROPPO DEBOLE PER VINCERE. MA LA STRADA E’ ANCORA LUNGA.
Il Corriere della Sera e La Stampa parlano oggi di un Berlusconi preoccupato per l’andamento della campagna elettorale a Milano: i sondaggi dicono che il Pdl è in bilico e che il sindaco Moratti rischia seriamente di non passare al primo turno, aprendo così la strada al ballottaggio e a una situazione non più controllabile. Per questo ha preso su di sé la campagna elettorale.
Anche il centrosinistra è convinto che a Milano si possano ottenere buoni risultati. Ma la strada è ancora lunga: Per questo tutti si stanno impegnando perché i risultati possibili si traducano nei risultati reali, al momento del voto.
Secondo Il Riformista la lista Cinque stelle (Grillo) a Milano potrebbe fare la differenza, a favore di Berlusconi.

5. RAI. TUTTE LE OPPOSIZIONI PRESENTANO UN ESPOSTO ALL’AUTHORITY CONTRO LA DIS-PAR CONDICIO SCANDALOSA DEL TELEGIORNALI.
Tutti i responsabili dell’informazione nei diversi partiti dell’opposizione hanno presentato ieri un esposto (primo firmatario Roberto Zaccaria del Pd) all’Agcom, l’autorità che deve controllare, tra l’altro, l’equilibrio dell’informazione durante le campagne elettorali. Non è il primo esposto presentato da Zaccaria. Il Pd e gli altri partiti dell’opposizione hanno chiesto all’Agcom di adempiere ai propri doveri. Sul sito del Partito Democratico e sul sito di Youdem è possibile vedere un piccolo saggio della Dis-par condicio del Tg1 e del Tg5.

6. ALLEANZE E DINTORNI. IL DIBATTITO SUL DOPO AMMINISTRATIVE.
Niki Vendola, leader di Sel, chiede un coordinamento stretto con Pd Idv: «Il Pd è il perno dei centrosinistra e per questo lo sollecitiamo, serve una proposta politica forte». Bersani concorda, ma va oltre: «Siamo oltre i patti di consultazione, stiamo facendo ovunque alleanze per le amministrative», dice il leader Pd. Serve «generosità» per allargare lo schieramento a «tutte le forze costituzionali che vogliono superare il berlusconismo evitando riflessi di settarismo».
Walter Veltroni in una lunga intervista su La Repubblica sostiene la necessità di superare questo ciclo storico che rischia di portare l’Italia al disastro con un governo di decantazione destinato a fare riforme elettorali e qualche iniziativa per ridare ossigeno al paese, o andando alle elezioni con un’alleanza molto ampia, tale da evitare il rischio che Berlusconi possa rivincere. «Siamo costretti a cercare una soluzione che dia la garanzia della fine del berlusconismo. E avvii una fase simile a quella della ricostruzione post bellica». In caso di elezioni, dice Veltroni, «mi piacerebbe che
la richiesta di elezioni avvenisse contestualmente all`impegno comune per costruire in campagna elettorale uno schieramento di forze largo e sicuramente vincente”.

7. SCHENGEN. LA COMMISSIONE UE LAVORA ALLA RIFORMA SOTTO LA SPINTA DELL’IMMIGRAZIONE DALLA SPONDA SUD DEL MEDITERRANEO.
Da Il Corriere della Sera: Schengen non è più un tabù: la Commissione europea ha dato ieri il suo via libera alle proposte sulla revisione di Schengen, cioè delle norme che regolano la libera circolazione delle persone all`interno della Ue. «Schengen funziona, ma bisogna trovare dei controlli migliori per verificarne l`applicazione, le regole di "governance"», spiegano diplomaticamente le fonti di Bruxelles… Per il 4 maggio, la Commissione presenterà la sua proposta formale al Consiglio dei ministri e all`Europarlamento. Ci sono già opzioni messe nero su bianco, bisogna scegliere: interventi di emergenza sulle frontiere esterne quando lo Stato che è responsabile di quelle stesse frontiere - l`Italia a Lampedusa? - non riesca a reggere una pressione eccezionale di migranti (si parla di una possibile frontiera esterna «flessibile», che cioè indietreggi quando lo Stato responsabile sia al collasso); e ristabilimento dei «vecchi» controlli su alcune frontiere interne (Italia e Francia, a Ventimiglia?). Ancora: potenziamento di Frontex, la polizia di frontiera europea, con navi, aerei, fondi; «incoraggiamento» più o meno pressante alla solidarietà fra Stati, perché accettino di redistribuire i migranti fra loro («ma questo non potrà mai essere obbligatorio», spiegano ancora le fonti Ue). Ora c`è urgenza, nelle mosse dell`Europa e in ciò che rivela la cronaca: nuove ondate migratorie, segnalano fonti vicino a Catherine Ashton che è il ministro degli Esteri Ue, sono in partenza dal Ciad, dalla Nigeria, dal Niger verso la Libia, e sono possenti come quelle sollevatesi all`inizio della crisi. La data del 4 maggio.. non è certo scelta a caso: viene subito dopo il vertice Italia-Francia del 26 aprile e prima del vertice straordinario Ue dei 12 maggio sull`immigrazione, il «luogo» politico in cui i capi di Stato e di governo potranno dare - oppure no -un`approvazione decisiva”.

Nessun commento:

Posta un commento