11 maggio 2011

Nota del mattino del 11 maggio 2011.


1. ELEZIONI, FURORI & INTIMIDAZIONI. NON E’ FOLLIA. BERLUSCONI GUARDA AL VOTO MA ANCHE AI PROCESSI. PUNTA A FARE NOTIZIA PER COPRIRE TUTTO IL RESTO. E NELLO STESSO TEMPO AVVERTE NAPOLITANO E LA CONSULTA SULLE LEGGI AD PERSONAM.
Ogni giorno il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, regala agli italiani attacchi forsennati, battute scorrette, punte di volgarità mai toccate prima. Non è follia. Non è una barzelletta. Non è nemmeno senso d’onnipotenza. Al contrario, can che abbaia non morde: ha paura. Così mette in moto una strategia comunicativa e insieme di intimidazione. Anche a costo di superare ogni limite (Furori elettorali, è il titolo di un articolo di Michele Ainis su Il Corriere della Sera, dove si spiega che la pazienza degli italiani è arrivata al limite).
Berlusconi ha paura di perdere le elezioni amministrative. Per questo alza la voce, dice cose strane per conquistare un titolo, tipo “quelli di sinistra si lavano poco”. Gli serve per attirare tutta l’attenzione su di sé, togliere lo spazio agli altri e coprire l’inconsistenza dei candidati della destra, come la Moratti a Milano e Lettieri a Napoli.
Ma non solo. Berlusconi ha paura dei processi. Per questo attacca la magistratura, il presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale. Lo spiega bene Ugo Magri su La Stampa: “La vera posta è il «processo breve», anzi la «prescrizione breve» di recente approvata a Montecitorio, in attesa del timbro al Senato ma, soprattutto, della controfirma presidenziale. Non vi è alcuna certezza su come vorrà regolarsi Napolitano, il giorno in cui arriverà sul suo tavolo la norma che avrebbe l`effetto di cancellare il processo Mills. Circolano in proposito le voci più disparate, compresa quella di un rinvio alle Camere, addirittura del loro possibile scioglimento anticipato... Berlusconi teme ostacoli del Quirinale pure sulle intercettazioni casomai volesse tornare alla carica per impedire che siano «portate come prove nei processi» (in quanto manipolabili). Alla luce di tutto ciò, e nonostante Palazzo Chigi a sera tenti di sminuirne la portata, l`attacco del Cavaliere risulta chiaro nelle finalità. Avverte l`inquilino del Colle, e così pure la Consulta chiamata a pronunciarsi sul caso Ruby, che stiano molto attenti sennò lui li «riforma» a modo suo: «Bisogna cambiare la composizione della Corte Costituzionale, i poteri del Presidente della Repubblica e, come in tutti i Paesi occidentali, darne di più al premier» che, annota en passant, guadagna 3 mila euro al mese (sottinteso maligno: non quanto certe alte cariche istituzionali)”.

2. DIECI ANNI DI MENZOGNE. MA ORA DAVIDE PUO’ MANDARE UNA FIONDATA A GOLIA. NONOSTANTE LA SPROPORZIONE DEI MEZZI FINANZIARI E DEI MEDIA MESSI IN GIOCO NELLA CAMPAGNA ELETTORALE IL PD E’ VICINO ALLA META. E BERSANI SUONA LA CARICA.
Da L’Unità: “C`è un decennale che ricorre in questi giorni ma che Berlusconi si è guardato bene dal celebrare. Ci ha pensato Bersani a ricordarlo. L`8 maggio di dieci anni fa l`allora leader di Fi firmava davanti a un gongolante Bruno Vespa il «Contratto con gli italiani», promettendo che se non avesse realizzato quattro dei cinque punti previsti non si sarebbe ricandidato. Cinque giorni dopo vinceva le politiche, poi
ricandidandosi per altre due volte, nonostante non siano state mantenute le promesse sul fisco, sulla sicurezza, sulle pensioni, sull`occupazione e sui cantieri delle Grandi opere.
«È l`anno decimo dell`epoca Berlusconi, ma che cosa abbiamo portato a casa di quel contratto?» domanda retoricamente Bersani partecipando ad iniziative elettorali in vista del voto di domenica e lunedì. Per il leader del Pd non è casuale che nessuno nel centrodestra abbia «enfatizzato questo anniversario»: «Il contratto è venuto meno e nel frattempo lui ha fatto soldi e soprattutto ha salvato la pellaccia». Basta guardare all`andamento patrimoniale del Biscione e di chi ora si diverte a dire (lo ha fatto Berlusconi al comizio di ieri a Crotone) che da capo del governo guadagna tremila euro al mese: «Sono troppi? Li farò ridurre. Sia lo stipendio da presidente del Consiglio che quello da parlamentare lo destino tutto alla beneficenza». O basta guardare alle leggi ad personam approvate in questi dieci anni, tutte utili a salvaguardare dai processi chi continua ad attaccare (anche questa è di ieri) «i pm di sinistra che sono una malattia della democrazia». Bersani guarda al tempo passato invano mentre i problemi del paese si sono andati complicando: «I danni, adesso, chi li paga?». E bolla come «imbroglione e imbonitore» Berlusconi, che dice che la sinistra introdurrà la patrimoniale se dovesse vincere. Il leader del Pd guarda con ottimismo al voto, che può dare «un segnaled i inversione di tendenza», perché «il nuovo notaio, stavolta, saranno gli elettori». Il leader del Pd sa che la partita sarà resa difficile dallo squilibrio di forze, sia dal punto di vista della disponibilità economica per le spese elettorali che per via dell`«informazione da Bielorussia» che sta andando in onda in questi giorni (e nell`opposizione si fanno poche illusioni su una correzione di rotta a ridosso del voto, nonostante la sanzione al Tgl da parte dell`Agcom). «È chiaro che siamo come Davide contro Golia - dice Bersani - ma può partire la fiondata. La fionda che abbiamo in mano è la ragione contro il fallimento di una promessa con cui è stata ingannata l`Italia». Il leader del Pd in questi giorni di campagna elettorale in giro per l`Italia si sta «divertendo» a fare un test che racconta lui stesso: «Sto chiedendo alle persone di associare qualcosa al nome di un politico. Quando ho detto Prodi, la risposta è stata la riforma dell`euro. Sul mio nome hanno detto le liberalizzazioni. Con Berlusconi tutti hanno detto Ruby». Risate, ma non solo. «Al di là della battuta, è la dimostrazione di come il premier in questi anni, pur avendo un potere illimitato, di fatto non ha deciso niente ed ha distolto il Paese dai problemi reali con le sue vicende personali». Deciderà bene il «nuovo notaio»? Bersani: «La fiducia non mi manca».
Per chi volesse fare il punto sul contratto con gli italiani si segnala un articolo puntualissimo su www.lavoce.info.

3. PERFINO L’AGCOM, L’AUTORITA’ PER LE COMUNICAZIONI, E’ STATA COSTRETTA A INTERVENIRE SUL TG1. DA OGGI MONITORAGGIO GIORNO PER GIORNO. BERSANI SUI TETTI E L’IRA DELLA DESTRA.
Dopo una serie di esposti preparati da Roberto Zaccaria e firmati da tutte le forze politiche dell’opposizione e dopo l’affondo di Bersani che ha minacciato di andare a protestare sui tetti dell’Agcom, l’Autorità per le comunicazioni ha deciso di intervenire, dopo un dibattito interno che ha visto i commissari nominati dal Pdl tentare una strenua difesa e opposizione per evitare sanzioni e altri interventi.
Da La Repubblica: “L`Agcom richiama i tg che, a pochi giorni dal voto amministrativo, calpestano la par condicio, permettendo a Berlusconi di invadere i notiziari. L`Autorità per le garanzie delle comunicazioni ha ordinato ai tg un «immediato riequilibrio» tra le forze di maggioranza e di opposizione, con l`impegno a dedicare all`esecutivo un tempo riferito solo «alla funzione governativa, nella misura strettamente indispensabile per assicurare la completezza e l`imparzialità dell`informazione». Se non lo faranno,
scatteranno d`ufficio pesanti sanzioni. Come quella comminata ieri al Tgl di Augusto Minzolini: una multa di centomila euro, «per l`inadeguata osservanza dell`ordine e dei richiami rivoltigli in precedenza». Un esempio del trattamento di favore che il Tgl pratica verso il premier: nella settimana dall`1 al 7 maggio, sul "tempo di antenna" (notizia+parola dei politici) i dati Agcom assegnano circa il 70% a governo, maggioranza e Berlusconi. Il restante 30%? Il Tgl lo ha ripartito tra opposizione, Presidente della Repubblica e alte cariche dello Stato. L`Authority presieduta da Corrado Calabrò ha approvato a maggioranza la decisione (col presidente hanno votato a favore i commissari Michele Lauria, Gianluigi Magri e Sebastiano Sortino) affinché «tutte le edizioni dei Tg, nelle ultime tre giornate di campagna elettorale» realizzino «il completo equilibrio tra le forze politiche di maggioranza e quelle di opposizione, sia nel tempo di parola che in quello di notizia, recuperando gli squilibri verificatisi nelle settimane precedenti».
Altri esposti sono già in preparazione da parte di Roberto Zaccaria, dopo che tutte le forze dell’opposizione hanno organizzato un osservatorio quotidiano sui Tg. Lo stesso Zaccaria ha dichiarato ieri che sarebbe bene che la multa dell’Agcom sia pagata da Minzolini e non dalla Rai.

4. L’ITALIA E’ IL PAESE DOVE IL RICICLAGGIO DEL DENARO SPORCO AMMONTA AL DIECI PER CENTO DEL PIL E DOVE IL “BUON” TREMONTI HA CANCELLATO LE NORME SULLA TRACCIABILITA’ DEI PAGAMENTI.
Da La Repubblica. “Esiste in Italia una vera e propria industria del riciclaggio che vale oltre il 10% del Pil, cioè più di 160 miliardi di euro, il doppio della media mondiale. Il suo giro d`affari oltretutto cresce «in funzione dell`apertura internazionale dei mercati e del ricorrere delle crisi economiche». Oggi i criminali arrivano «a sedere nei consigli di amministrazione; contribuiscono all`assunzione di decisioni economiche, sociali e politiche rilevanti». E` l`allarme di Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d`Italia. Nella sua definizione il riciclaggio rappresenta un «ponte» tra criminalità e società civile che offre ai malviventi «gli strumenti per essere accolti e integrati nel sistema», anziché «banditi» dalla società. E` un reato pericoloso. «Il denaro sporco è di per sé"poco liquido",s pendibile senza difficoltà solo all`interno del circuito illegale», avverte Tarantola, che si occupa da una vita di banche e controlli. «Ha dunque un potere d`acquisto solo "potenziale" che il riciclaggio trasforma in effettivo». Spiega: per ripulire i propri capitali illeciti il criminale ha bisogno di avvalersi «di operatori economici operanti nei circuiti legali: banche,finanziarie, professionisti». Ha il potere di «coinvolgere e corrompere». Elevato è il «rischio di cattura» nei confronti di quegli operatori «inizialmente inconsapevoli della provenienza oscura dei fondi». Un fenomeno inquietante. Nella visione della Banca d`Italia questi enormi flussi di denaro illecito, come già denunciato dal governatore Draghi, assumono una certa rilevanza pure sul piano macroeconomico; possono generare gravi distorsioni nell`economia legale, minandone la stabilità”. …”solo con riferimento al 2010, le anticipazioni fornite dalla Guardia di Finanza dicono che nell`anno sono state 4700 le segnalazioni sfociate in procedimenti penali”.
Da ricordare: il primo provvedimento preso dal governo Berlusconi appena insediato nel 2008 è stata la cancellazione dei provvedimenti per la tracciatura dei pagamenti presi dal governo Prodi e fortemente voluto da Vincenzo Visco.

5. ANCHE LA GERMANIA SI E’ CONVINTA AL SALVATAGGIO DELLA GRECIA.
L`Europa torna al capezzale della Grecia anche se la terapia per evitare il crac di Atene è ancora tutta da scrivere. «E ancora prematuro calcolare di che cifra ha bisogno il governo Papandreou», ha detto ieri il Commissario agli affari economici e monetari Oli Rehn. Di sicuro però Bruxelles è pronta a metter mano al portafoglio aggiungendo ai 110 miliardi di aiuti già garantiti con Bce e Fmi - sostiene il Wall Street Joumal - altri 60 miliardi. La tempistica del salvataggio bis della Grecia sarà stabilita nei prossimi giorni ma è probabile che per una soluzione definitiva ci vorrà forse ancora qualche settimana.

6. TORNA L’AVVENTURA NEL MERCATO DI INTERNET: MICROFOFT ACQUISISCE SKYPE E RINNOVA LA CONCORRENZA A APPLE E GOOGLE.
Da Il Sole 24 Ore: “Sono ben lontani gli anni in cui Bill Gates snobbava internet come uno strumento senza prospettiva. Oggi Microsoft è arrivata a mettere sul piatto 8,5 miliardi di dollari, nella maggior acquisizione effettuata nei suoi 36 anni di storia, per accaparrarsi Skype, il campione della telefonia a basso costo su internet. Una cifra la cui entità ha fatto alzare più d`un sopracciglio, ma che sembra sancire definitivamente una strategia a 360 gradi tra pc, mobilità e gaming, che potrebbe adesso ruotare proprio attorno a Skype.E che soprattutto consolida la controffensiva di Microsoft contro Google e Apple sui terreni della telefonia mobile e di internet”.

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