2 luglio 2011

Intervista a Vittorio Pozzati.

Piano d'area e buona pratiche amministrative del Vimercatese.

Vittorio Pozzati - Vice Presidente del Consiglio
della Provincia di Monza e Brianza

Recentemente il Sindaco Antonio Colombo di Mezzago, in un intervista al Giornale di Vimercate è tornato a rilanciare la necessità che i primi cittadini del Vimercatese si siedano attorno ad un tavolo per definire un "Piano d'Area". Può dirci di cosa si tratta ?


L'argomento è complesso. Cercherò di rispondere semplificando ed in maniera sintetica. Il Piano d'Area è una sorta di Piano Regolatore che riguarda un area "omogenea". Il Vimercatese è un area territoriale omogena. Nella carta del Piano d'Area devono essere indicati i destini che riguardano le solite tematiche: residenziali, produttive, infrastrutture, etc, ect,...come in un Piano Regolatore. Ovviamente pensato ed organizzato non con la miope visione di un solo comune ma con uno sguardo ampio, collegiale ed allargato ad una rete di comuni limitrofi.

Ci sono già state precedenti esperienze?

Quando ero Amministratore nel Comune di Mezzago, avevamo già tentato una prima esperienza. Qualcosa eravamo anche riusciti a produrre. Poi con l'avvento della nuova Provincia il progetto è stato accontonato perchè si è fatto il Piano d'Area, appunto, dell'allora nascente Provincia di Monza e della Brianza. Questo documento è diventato parte integrante del PTCP.
L'Assessore Brambilla ha proposto un Piano d'Area che riguarda la tratta della Pedemontana della provincia di MB.

La produzione di un Piano d'Area del Vimercatese significa da parte dei Sindaci avere la capacità di lavorare insieme. Pensa sia possibile?

Il Vimercatese ha sempre espresso ottime capacità di saper lavorare insieme. Il così detto "Buon Governo del Vimercatese" in passato ha sempre prodotto ottimi risultati.
Il suo segreto è semplice: individuazione e condivisione collegiale, sovra comunale di strategie politiche per il territrio.
Alcuni esempi di attività associate, (Sistema bibliotecario del vimercatese, Offerta sociale, C.e.m., ..) sono il prodotto di un lavoro che questo territorio ha sempre sviluppato in forma collettiva.
La necessità di lavorare insieme, dovuta alle piccole dimensioni delle nostre comunità, diventata poi buona pratica, favorita allora anche da una omogeneità politica, sono i motivi del successo di quel lavoro collettivo che ha sempre contraddistinto il vimercatese.
Ora non è più così.

Saprebbe indicarci le cause?

In questo momento si mantengono alcune attività ormai consolidate, ma si è smarrita la "necessità" di consultazione reciproca, di volontà progettuale collegiale, di visione condivisa...ognuno fa per sè.

Quali sono le ragioni?

Provo ad individuare le cause principali: impoverimento economico dei comuni, frantumazione e diversificazione politica, cambio di mentalità, burocratizzazione dei servizi associati,... e mi fermo qui
.

Nell'interesse del nostro territorio, trovo sia una modalità di lavoro al più presto da recuperare e rilanciare.

m.r.s.

1 commento:

  1. A proposito di “consumo del suolo” capita che le forze politiche più progressiste, sia delle nostre parti sia d’altrove, si vantino del fatto che nei territori in cui amministrano hanno utilizzato meno (rispetto al passato o rispetto altri) questa risorsa. Quasi che la cosa sia una scelta a discrezione dell’amministratore, un po’ come decidere se investire maggiormente nei servizi sociali o nella cultura.
    Non è affatto così, per la semplice ragione che ormai abbiamo distrutto e sperperato tutto e non essendoci più nulla di consumabile, pensare di impegnare ulteriore suolo non è un’opzione praticabile a discrezione degli amministrastori.
    In Brianza la questione del consumo del suolo non è una cosa da trattare diversamente da tutti gli altri beni fondamentali.
    - Abbiamo pochissimo suolo e averne consumato “solo” il 40% è già un’enormità dal punto di vista ecologico. E’ stupido dire che siamo stati bravi perché altri ne hanno consumato il doppio.
    - Abbiamo pochissima acqua buona, in Brianza la prima e la seconda falda sono perse (per inquinamento soprattutto da nitriti e nitrati), ci rimane la terza falda che è un’acqua caduta dal cielo diverse centinaia di anni fa se non addirittura migliaia. (l’acqua di Carlomagno o della regina Teodolinda)
    - Sull’aria stendiamo un velo pietoso: CO2 che ci arrostisce, polveri più o meno sottili che ci intasano i polmoni, porcherie che rompono l’ozono e ci avvelenano.
    - I rifiuti non sappiamo più dove metterli, diciamoci la verità: Napoli è solo la punta dell'iceberg.
    - Il picco di Hubbert del petrolio arriverà a mesi o forse è già arrivato il prezzo del barile è sceso sotto i 100 dollari solo per la crisi. Le guerre dimostrano che non è più una risorsa disponibile per molto. Noi invece costruiamo la Pedemontana (e magari un outlet).
    - Tutte materie le prime sono un problema mondiale.
    A tutto ciò si sommano e sono fortemente legate le questioni sociali globali come le guerre, la schiavitù (c’è eccome!), le migrazioni.
    Su queste questioni figlie di un modello di sviluppo degno delle migliori locuste bibliche non esiste alternativa che dire basta!
    Si faccia il Piano d’Area ma per affermare tutti assieme che il Suolo è un bene comune, dell’umanità (anche quella futura) come Acqua, Aria ed Energia... e non abbiamo diritto di disporre di ulteriore suolo e degli altri beni comuni! Preserviamo il suolo per L’agricoltura a cui saremo costretti a tornare per l’insostenibilità del nostro modello di vita. Anzi poiché il suolo sta diventando la vera unica ricchezza recuperiamo aree costruite a restituiamole al verde!

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