22 luglio 2011

Nota del mattino del 22 luglio 2011.


1. L’EUROPA BATTE UN COLPO. LA CRISI DELLA GRECIA E LA PAURA DEL LUNEDI’ NERO SPINGONO MERKEL E SARKOZY ALL’ACCORDO. NASCE IL FONDO MONETARIO EUROPEO E L’EURO HA DI NUOVO UN FUTURO.
Ieri l’Europa ha finalmente dimostrato di essere una comunità. L’effetto è stato immediato. Oggi i mercati hanno festeggiato con forti rialzi. Anche la differenza di rendimento atteso tra Btp italiani e Bund tedeschi si è ristretta molto.
Strattonata per motivi di consenso interno dai diversi governi conservatori, l’Europa finora ha stentato a dare risposte alla crisi economica e finanziaria all’altezza delle proprie possibilità. L’Europa è il più grande mercato del mondo. Presa tutta assieme è la prima potenza industriale del mondo. Ma la divisione tra i diversi Stati, le ripicche e le gelosie, gli egoismi l’hanno resa finora debole e attaccabile. Per questo la crisi della Grecia, che rappresenta appena il 3 per cento del Pil europeo, ha rischiato di far saltare tutto, compresa la tenuta della moneta unica, l’euro.
Ieri invece è stato fatto un passo in avanti decisivo, trasformando l’Efsf (European financial stabilization mechanism) in una sorta di vero Fondo monetario europeo (molti quotidiani hanno usato il riferimento al piano Marshall lanciato dagli Usa verso l’Europa nel Dopoguerra, ma il piano Marshall consisteva in aiuti a fondo perduto per favorire la ricostruzione, qui si tratta di prestiti da rimborsare).
Da L’Unità. Stefano Fassina spiega il contributo decisivo dei progressisti europei a questo passo. «L`Europa si costruirà sulle crisi e sarà la somma delle soluzioni apportate a tali crisi». Ancora una volta, Jean Monnet ha avuto ragione. Ieri, a Bruxelles, il Consiglio straordinario dei Capi di Stato e di Governo della Ue era di fronte ad un bivio «storico»: da una parte, il salto di qualità nell`integrazione politica per dare un futuro sostenibile all`euro e all`Unione; dall`altra, un intervento minimale su Atene e l`attesa passiva dei giochi della finanza fino al crollo della casa comune con le drammatiche conseguenze politiche e sociali, in particolare per le generazioni più giovani. Ieri, a stare alla bozza di comunicato finale, il Consiglio ha scelto, in ritardo e in modo tormentato, il rilancio dell`integrazione politica: oltre ad eliminare una parte dei problemi di debito di Grecia, Irlanda e Portogallo, il Consiglio ha trasformato il «Fondo salva-Stati» in una sorta di Agenzia Europea del Debito per comprare titoli pubblici sul mercato secondario, per capitalizzare le banche, per sostenere in via preventiva -funzione essenziale- i Paesi colpiti dalla finanza speculativa. In sostanza, quelli che fino erano ostinatamente rappresentati come problemi di ciascun singolo Paese sono stati riconosciuti come problemi comuni. Finalmente, il governo tedesco, in asse con la presidenza francese, ha trovato la forza per rimettere in mano alla politica, quindi alla partecipazione democratica, il futuro dell`Europa. Per la svolta, è stata fondamentale la battaglia dell`Alleanza dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo e del Partito dei Socialisti Europei sul pacchetto legislativo per il rafforzamento del patto di stabilità e per la riforma della governance economica europea. È stato decisivo l`attacco in chiave europeista scagliato dalla Spd e
dai Verdi alla Merkel per dare al governo di Berlino il coraggio di sfidare una parte dell`opinione pubblica moderata tedesca. È stata rilevante l`offensiva mediatica di intellettuali e grandi uomini politici; di area socialista, liberale e «popolare» delle generazioni di Ciampi, Monti, Prodi, Delors, Kohl. I padri della svolta politica della moneta unica hanno convinto i figli e le figlie, senza memoria vissuta della II Guerra mondiale, alla guida dei due più importanti Paesi del continente, a ritrovare l`autonomia della politica e ad affermare l`interesse nazionale lungo la rotta europeista, l`unica possibile nel «secolo cinese». Ieri, i conservatori europei hanno imboccato il sentiero tracciato da Pse e Pd sin dal 2009. Tuttavia, la svolta sui debiti sovrani è condizione necessaria per rivitalizzare la democrazia in Europa. Non è sufficiente. Si deve andare avanti nell`unificazione. La prossima tappa serve a correggere il problema della Ue: la divergenza di competitività tra aree della moneta unica. Si tratta di finanziare, attraverso gli eurobond, la tassa sulle transazioni finanziarie e le «tasse verdi» una strategia differenziata di investimenti per lo sviluppo sostenibile e far ripartire la domanda interna europea. E ora che i progressisti tornino alla guida dell`Europa e dell`Italia.
Da il Sole 24 Ore. Isabella Bufacchi spiega le caratteristiche tecniche delle scelte europee. “Musica per le orecchie del mercato, dopo mesi di stonata cacofonia politica. Il veicolo Efsf, creato nel maggio 2010 per preservare la stabilità finanziaria dell`Eurozona, è stato promosso ieri da semplice comparsa a protagonista nella risoluzione della crisi del debito sovrano europeo. La potenza di fuoco, gli strumenti, il campo di azione, gli interventi dell`Efsf sono stati estesi e rafforzati per trasformare questo veicolo garantito dagli Stati dell`Eurozona da mero erogatore di prestiti con il contagocce in prestatore di ultima istanza: un colosso. con le spalle talmente larghe, si augurano i politici europei, da riuscire a mettere in fuga e spaventare la speculazione e rassicurare, agendo da guardiano della moneta unica, gli investitori che detengono titoli azionarie obbligazionari denominati in euro. I nuovi compiti assegnati all`Efsf, che fino a ieri ha finanziato il Portogallo e l`Irlanda concedendo prestiti con durata media di 7,5 anni assieme all`Efsm (European financial stabilization mechanism della Commissione europea in rappresentanza dei 27), spaziano ora dal sostegno diretto alla Grecia con prestiti da un minimo di 15 anni fino a 3o anni con un periodo di grazia di dieci, alla ricapitalizzazione delle banche fino agli acquisti sul mercato secondario dei titoli di stato emessi da qualsiasi Paese, non solo quelli aiutati finanziariamente nell`ambito di un piano di risanamento dei conti pubblici concordato con Ue e Fondo monetario internazionale. Quindi anche Italia, Spagna e Belgio. Le novità annunciate ieri sera dopo il vertice riguardano sia l`Efsf che il nuovo veicolo Esm (il cui avvio è previsto dalla seconda metà del 2013). Gli interventi saranno basati su un programma precauzionale" e gli Stati dell`Eurozona si sono impegnati ad avviare l`implementazione delle loro decisioni «il più presto possibile». Un passaggio fondamentale per tranquillizzare i mercati che temono tempi lunghi e ancora incerti. Un altro aspetto importante dell`annuncio ha riguardato la collaborazione tra la Bee e i veicoli Efsf-Esm: spetterà alla Banca centrale stabilire l`esistenza di «circostanze eccezionali» per consentire l`acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario al fine di evitare il contagio. Tra le ipotesi allo studio ieri c`è stata anche quella di abilitare l`Efsf ad acquistare al prezzo di acquisto i titoli di Stato greci detenuti dalla Banca centrale europea, per evitare che la Bce rischi di accollarsi perdite nel caso di ristrutturazione dei titoli di Stato greci. Ma questo non trova riscontri nel documento. Importante infine la riduzione del tasso di interesse sui prestiti concessi dall`Efsf ai Paesi in difficoltà che possono scendere fino al 3,5 per cento. L`Efsf al momento ha prestato finora 5,9 miliardi di euro al Portogallo e 3,6 miliardi
all`Irlanda collocando tre bond con rating AAA/Aaa da parte di Moody`s, S&P`s e Fitch: il mantenimento del massimo rating tripla A è fondamentale in futuro per consentire al veicolo di finanziarsi a un costo di raccolta basso per poter prestare agli Stati in difficoltà a tassi vantaggiosi. Resta da vedere come e fino a che livello la potenza di fuoco dell`Efsf verrà aumentata: al momento il veicolo può emettere fino 255 miliardi di euro in virtù delle garanzie concesse dagli Stati membri dell`Eurozona che ammontano a 440 miliardi (di cui il 19% circa a carico dell`Italia). Per poter emettere fino a 440 miliardi, l`Efsf ha bisogno di rimpolpare le garanzie fino a 750 miliardi: un passaggio già deciso dall`Eurogruppo che si è tenuto a Lussemburgo lo scorso 20 giugno ma non ancora attuato. Se l`Efsf opererà con una capacità tra i 1.000 e i 2.000 miliardi di euro, le garanzie dovranno essere ulteriormente ritoccate all`insù. L`Italia, stando a fonti bene informate, è pronta a fare la sua parte con integrazione di garanzia senza un ulteriore passaggio in Parlamento. Il Dl del 31 maggio 2010 n.78 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica stabilisce all`articolo 17 sulla salvaguardia dell`euro, comma 2, che il ministro dell`Economia e delle Finanze è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività del veicolo Efsf emesse al fine di costituire la provvista finanziaria per concedere prestiti agli Stati «e le conseguenti decisioni che verranno assunte all`unanimità degli Stati membri dell`area euro». Il documento approvato ieri prevede misure collaterali per coprire i Paesi coinvolti nell`Efsf dai rischi collegati alle garanzie del fondo”.

2. ANCORA DIVISIONI NELLA MAGGIORANZA. IL GOVERNO NON HA PIU’ UNA BASE PARLAMENTARE. OGGI LA SCENEGGIATA DELLE PROPOSTE COSTITUZIONALI. MA LA DITTA B&B E’ LA PALLA AL PIEDE DEL PAESE.
Dopo la rottura sul caso Papa alla Camera, ieri nuovo inciampo della maggioranza sul decreto di rifinanziamento delle missioni italiane all’estero. La maggioranza non esiste più. Il governo resta attaccato al suo posto semplicemente perché Berlusconi e Bossi non intendono lasciare il proprio posto.
Oggi, in un quadro di questo genere e pur a 18 mesi dalla scadenza formale della legislatura, il Consiglio dei ministri presenterà l’ennesimo sogno a colori, con le riforme costituzionali di Calderoli. E’ l’ennesima operazione di propaganda (chi ha sentito più parlare per esempio della scossa all’economia con la riforma costituzionale dell’articolo 41?). Per cambiare la Costituzione occorrono maggioranze qualificate, quattro letture alle Camere (due alla Camera e due al Senato). Come dire: ciascuno è libero di presentare tutti i progetti che vuole. Ma in queste condizioni sono solo pezzi di carta. Hanno lo stesso valore, cioè, delle promesse di Berlusconi di ridurre le tasse agli italiani pronunciate ancora una volta mentre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, firmava il decreto sulla terribile e iniqua manovra economica con la quale il governo ha messo pesantemente le mani nelle tasche degli italiani.

3. QUESTIONE MORALE E COMPORTAMENTI. LA LINEA E LE AZIONI DEL PD SONO CHIARE: DI FRONTE ALLA GIUSTIZIA NON CI SONO E NON DEVONO ESSERCI DIFFERENZE TRA I CITTADINI COMUNI E POLITICI. IL RICHIAMO DI NAPOLITANO.
Di fronte alla giustizia non devono esistere differenze. Questa è l’idea e la linea di azione del Partito democratico. Lo ha detto ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Il Pd ha dimostrato questa sua linea rigorosamente anche nei fatti. Sul caso Papa, il gruppo del Pd alla Camera ha chiesto il voto palese ed ha votato sì. Al Senato sul caso Tedesco, il gruppo del Pd ha chiesto il voto palese ed ha votato sì. In questo caso alcuni senatori del Pd hanno rivelato di aver votato in modo difforme. Ma il gruppo, per larghissima parte, è rimasto compatto (tanto che su 125 voti disponibili per le opposizioni Pd, Idv e Terzo polo, i sì hanno conquistato 127 voti). Il Pd ha fatto insomma la sua parte. Si poteva chiedere a Tedesco (che fa parte del gruppo Misto) di fare un passo indietro. E anche questo è stato fatto.
Anche nel caso Sesto San Giovanni, che ha coinvolto Filippo Penati, la linea del Pd è stata attuata con rigore. Lo stesso Penati, dichiarandosi completamente estraneo ai fatti di cui viene sospettato dalla magistratura, ieri si è autosospeso dall’incarico di vice presidente del consiglio regionale lombardo per evitare di coinvolgere l’istituzione in questa vicenda. E tutto il Pd, compreso lo stesso Penati, ha dichiarato che la magistratura deve fare presto e bene il proprio lavoro.
Su questo tema la destra (Il Giornale, Libero, i telegiornali berlusconiani, il tg1) sta tentando di fare un’operazione destinata al salvataggio del presidente del Consiglio: gettare fango su tutti consente di coprire mediaticamente i guai di Berlusconi e delle cricche che gli gravitano attorno (e infatti in questo periodo il premier sta più zitto del solito ), soprattutto consente di sviare sul tema della “politica è tutta un fango” la consapevolezza del clamoroso fallimento del governo del centro destra. Tutti i principali giornalisti della destra sono al lavoro su questa operazione, come un sol uomo, segno che si tratta di un’operazione coordinata.
Bisogna invece tenere il timone con la barra ferma: nessuna indulgenza verso l’esterno e verso l’interno; la magistratura faccia il suo corso. Chi sbaglia deve pagare. Ma attenzione: non siamo tutti uguali. E non bisogna dimenticarlo.

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