Intervista rilasciata da Enrico Letta a Umberto Rosso, pubblicata su Repubblica martedì 9 agosto
Onorevole Letta, ora anche Bossi fa l’europeista. Sorpreso?
«Confesso che ho smesso da tempo di commentare le giravolte di Bossi. È come Peter Sellers nel film “Oltre il giardino”: lo scambiavano per un oracolo ma enunciava solo banalità. Mi interesserebbe piuttosto l’opinione di Maroni».
Ovvero?
«Non è che l’Italia è “condizionata positivamente” dall’Europa, come sostiene Bossi. È che il governo italiano è finito dritto commissariato da Parigi e Berlino, attraverso la Bce. Un’umiliazione così il nostro Paese non l’aveva mai subita: un paese del G7 precipitato in fondo alla classifica, insieme a Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. Almeno, facessero come in quei paesi».
Governo a casa?
«Certo, così lì hanno fatto. È un passaggio del tutto conseguente. È come nelle aziende, Berlusconi che fa l’imprenditore dovrebbe saperlo. Scatta il commissariamento quando un’azienda fallisce, e i vertici vengono azzerati in quanto responsabili del disastro. Il presidente del Consiglio dia le dimissioni come responsabile del disastro Italia. E se non riusciamo a spuntare le elezioni anticipate, la soluzione un governo super- Ciampi, ancora più autorevole e largo».
Il Terzo Polo però si smarca e non insiste più nella richiesta di dimissioni.
«Capisco le motivazioni, il perché. Il loro elettorato è contiguo a quello del centrodestra, e pensano così di attrarre quei voti. Ma altrettanto legittima è la nostra richiesta: vada via Berlusconi, che dal vagheggiato sogno americano ci ha trascinato nell’incubo greco».
Ma il Pd e Terzo Polo sembrano marciare divisi.
«È una differenza di toni. Casini non “carica” sul la richiesta di dimissioni, noi sì. Non è questo passaggio che ci dividerà, la strategia è convergente».
Non temete un riavvicinamento dei centristi alla maggioranza?
«Fantapolitica. Berlusconi è agli sgoccioli. Imbarcarsi di nuovo sulla scialuppa sarebbe semplicemente un suicidio politico».
II leader Udc invoca un governo di armistizio.
«Non mi pare molto diverso dall’idea di un super-Ciampi, che sarebbe un governo politico e con la più ampia base parlamentare, e quindi anche con pezzi del centrodestra».
Guidato da chi?
«Sarà la saggezza del presidente Napolitano a stabilirlo».
Per il momento però c’è l’anticipo della manovra. Anche lei sarà in commissione giovedì: che cosa chiederà a Tremonti?
«Domani (n.d.r. - oggi 10/08/2011) al Pd ci riuniremo per mettere a punto la posizione. Certo è che ci muoveremo sostituendo del tutto le nostre bandiere con quelle tricolori. Vorremmo cooperare. Per questo dobbiamo porre due condizioni».
Quali sono?
«Tremonti ci dica tutta la verità sulla lettera della Bce, la renda pubblica. Quali condizioni davvero ha posto la Banca europea al nostro Paese per acquistare i Btp? E ci dica esattamente come e dove ha intenzione di recuperare i 20 miliardi per anticipare il pareggio di bilancio. Se no, il confronto con noi nemmeno parte».
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