Presidente Giorgio Napolitano: «Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». IL PDL diviso, Maroni e Calderoli pronti alle barricate.
"L’invito del Presidente Napolitano per una legge di cittadinanza dei figli di immigrati nati nel nostro Paese è un monito rivolto al Parlamento che non può rimanere inascoltato", ha dichiarato Livia Turco, presidente del Forum Immigrazione del PD, dopo l'ennesimo appello di Napolitano che ieri durante l'incontro con la federazione delle Chiese Evangeliche ha ribadito: "E' una follia che i bambini nati da noi non siano cittadini italiani".
"Si tratta di dare diritti e certezza di futuro a milioni di giovani che costituiscono la base dello sviluppo economico - ha proseguito Turco - ma anche sociale e culturale del nostro Paese. Chiusure e diffidenze non considerano le trasformazioni in atto nella società ormai da decenni. Il Partito Democratico è pronto a raccogliere al più presto l’appello del Presidente mettendo a disposizione le proposte di iniziativa popolare per le quali ha già raccolto centinaia di migliaia di firme. E al tempo stesso disponibile al confronto con tutto il Parlamento per trovare una soluzione condivisa".
"Le parole, come sempre determinate e sagge, del presidente della Repubblica sul riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini figli di immigrati nati in Italia, ci spingono a legiferare con urgenza". E' quanto ha affermato in una nota Dario Franceschini, presidente dei deputati PD.
"Il tema che Bersani ed io abbiamo posto in aula in sede di fiducia al governo Monti – ha dichiarato Franceschini - è talmente un'esigenza di civiltà che vorremmo non diventasse un tema di scontro politico ma invece un elemento unificante. Anche per questo, sin dal marzo scorso, il gruppo del Pd ha presentato una proposta di legge stralcio, a prima firma Bressa, dalle norme complessive sulla cittadinanza riguardante soltanto i diritti dei bambini nati in Italia".
“In attesa che il necessario ridisegno delle norme relative ai diritti degli immigrati trovi una intesa sufficiente per essere affrontato positivamente - dice ancora - noi crediamo che la norma stralcio su cui, ad eccezione della Lega, vi è sempre stata una larga condivisione di tutte le altre forze politiche, potrebbe essere approvata in aula alla Camera prima di natale. Ripeto, la nostra volontà è costruire un'intesa tra le forze che sostengono il governo Monti e non quella di inserire su un tema cosi' delicato un elemento di divisione".
Lo scorso week end c'è stata la seconda mobilitazione nazionale del Partito democratico, per raccogliere le firme a sostegno delle due proposte di legge del PD di iniziativa popolare, per riformare la norma sulla cittadinanza e introdurre il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti in Italia.
Anche Khalid Chaouki, responsabile nuovi italiani del PD ha espresso "un sincero ringraziamento al Presidente della Repubblica per il rinnovato appello di oggi sulla necessità di riconoscere un'intera generazione di bambini e giovani con il permesso di soggiorno nel Paese dove sono nati e cresciuti. Ci rivolgiamo ora al Parlamento e al neo ministro dell'integrazione Andrea Riccardi - ha dichiarato - affinché il tema della riforma della cittadinanza acquisisca una sua priorità nell’agenda delle riforme da attuare. I nuovi italiani, figli di immigrati sono fiduciosi e attendono con ansia risposte concrete, ovvero una nuova legge da approvare al più presto".
Il Partito Democratico è sempre stato sensibile a queste tematiche, proprio ieri Ignazio Marino, ha depositato un disegno legge firmato da 113 senatori (e a seconda firma della capogruppo Anna Finocchiaro), quindi un terzo dell'aula del Senato, che modifica la legge n. 91 del 5 febbraio 1992 e prevede l'attribuzione della cittadinanza ad ogni nato sul territorio italiano indipendentemente da quella dei genitori.
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