Fornero: è prima preoccupazione.
La disoccupazione in Italia vola: a dicembre la quota dei senza lavoro sale all’8,9%, il tasso più alto dal gennaio del 2004, ovvero dall’inizio delle serie storiche mensili. E se si va a guardare ancora più indietro, a quando esistevano solo dati trimestrali, ecco che si torna al 2001.
L’anno si chiude riportando la schiera dei disoccupati ad oltre 2,243 milioni, come non accadeva da un decennio. Le stime dell’Istat fotografano così un netto peggioramento e il Governo, con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sottolinea come la disoccupazione sia «la principale preoccupazione». I più colpiti sono sempre i giovani, che per il quarto mese consecutivo fanno registrare un tasso di senza posto che supera il 30%. L’Italia figura tra i Paesi europei con la percentuale più elevata di under 25 alla ricerca di un impiego. Ecco che anche l’Ue (nell’eurozona la disoccupazione è al 10,4% ai massimi dall’introduzione della moneta unica) lancia un allarme sui giovani parlando di livelli «inaccettabili» e avvertendo «dobbiamo agire ora».
Non a caso a febbraio un’apposita task force anti-disoccupazione della Commissione europea effettuerà una visita di uno-due giorni nella Penisola. E proprio oggi il presidente del Consiglio nel corso di un incontro con i vicepresidenti della Commissione Ue ha discusso di un’azione urgente a sostegno dell’occupazione. Tornando alle stime diffuse dall’Istituto di statistica, a dicembre la disoccupazione, dopo il balzo di novembre, sale ancora sfiorando la soglia del 9%. Le persone alla ricerca di un impiego sono aumentate in un solo mese di 20 mila unità e su base annua di 221 mila (+10,9%). Il rialzo è dovuto anche alla diminuzione degli inattivi, ma l’occupazione resta ferma. Anzi a confronto con dicembre 2010 si contano 23 mila occupati in meno. Questa volta il calo pesa sulle spalle degli uomini, con il tasso di occupazione ai minimi dal ’99 (e il tasso di disoccupazione al top dalla stessa data). Quanto ai giovani, la quota dei senza lavoro a dicembre è pari al 31%, in leggero calo su novembre, ma in netta crescita su base annua (+3 punti percentuali).
Per la Cgia di Mestre i numeri sono ancora peggiori se si guarda alla disoccupazione giovanile reale (38,7%). I dati arrivano in una settimana intensa per il cantiere della riforma del mercato del lavoro, un’azione che spiega Fornero è pensata «per aumentare l’occupazione». E a proposito dell’Europa e del team proposto dalla Commissione per aiutare ad arginare la disoccupazione dice: «Vuole collaborare con noi», non c’è alcun «commissariamento». Sindacati e consumatori esprimono preoccupazione e da più parti arriva il monito a non toccare l’articolo 18. Secondo il leader della Uil, Luigi Anegeletti la norma «non c’entra», sulla stessa linea il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni (che sfida qualcuno a sostenete che non c’è flessibilità in uscita) e il segretario generale dell’Ugl Giovanni Centrella. Mentre dalla Cisl arriva l’invito a valorizzare l’apprendistato.
fonte La Stampa.
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