1. LA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PD DISCUTE DI OCCUPAZIONE, DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO, MERCATO DEL LAVORO, CRISI ECONOMICA, AMMINISTRATIVE.
Ieri mattina la segreteria nazionale del Partito Democratico ha discusso di crisi economica, occupazione, democrazia nei luoghi di lavoro, della trattativa sul mercato del lavoro e anche della prossima manifestazione nazionale della Fiom-Cgil.
La relazione di apertura l’ha svolta Stefano Fassina, responsabile economico del partito. “La riflessone sull’occupazione e sulle condizioni della democrazia nei luoghi di lavoro è stata al centro della riunione della segreteria di oggi” ha spiegato al termine della riunione Fassina. “Nella relazione introduttiva ho rimarcato il carattere generale dei problemi emersi negli ultimi mesi: i limiti alla rappresentanza sindacale presenti nelle aziende del gruppo Fiat; il mancato reintegro di tre lavoratori alla Sata di Melfi, nonostante la sentenza della Corte di Appello di Potenza; i rischi di discriminazione sindacale a Pomigliano; la violazione della libertà di informazione alla Magneti Marelli di Bologna. Abbiamo sottolineato come il Pd sia impegnato per risolvere tali problemi. In particolare, con proposte di legge in Parlamento per correggere l’art 8 del Decreto di Ferragosto e l’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori. Nella discussione, grande preoccupazione è stata anche espressa per il futuro degli stabilimenti di Fiat auto, in particolare dopo recenti dichiarazioni dell’a.d. del gruppo. Alcune domande sono centrali: quali sono le prospettive del progetto “Fabbrica Italia”? Qual è il piano industriale sul quale investire i 20 miliardi di euro previsti nel 2010? Quale iniziative il governo può assumere sul terreno della politica industriale per sostenere una parte così rilevante della nostra manifattura? Le preoccupazioni per la democrazia nei luoghi di lavoro e l’impegno a rimuovere gli ostacoli al suo pieno ripristino mi avevano portato, insieme ad altri dirigenti del Pd, ad indicare la partecipazione alla manifestazione nazionale organizzata a Roma il 9 Marzo prossimo nella giornata dello sciopero generale indetto dalla Fiom per la democrazia, per il contratto nazionale per la difesa dell’art 18 dello Statuto dei Lavoratori. La posizione in merito alla partecipazione alla manifestazione del 9 Marzo però è cambiata, in quanto la manifestazione si è caricata anche di altri contenuti, in particolare la Tav, oggi al centro dell’agenda politica e causa di inaccettabili episodi di violenza. Data la posizione del Pd sulla Tav e considerata la possibile presenza dei movimenti NoTav alla manifestazione del 9 Marzo, ho ritenuto incoerente la partecipazione, nonostante la condivisione di alcuni dei problemi indicati dalla piattaforma dello sciopero generale. Infine – ha detto Fassina - nella discussione sulle condizioni e sulle prospettive del lavoro in Italia, abbiamo ribadito l’impegno del Pd perché si raggiunga un accordo: una soluzione innovativa e condivisa al tavolo aperto tra governo e parti sociali sul mercato del lavoro. Il Pd continua a ritenere decisivo l’accordo, il consenso delle parti sociali sulle riforme del mercato del lavoro, in una fase di sempre più acute sofferenze sociali, segnata dall’aggravamento della disoccupazione e della precarietà del lavoro, soprattutto per le generazioni più giovani”.
Nel corso della riunione si è parlato della durezza della crisi economica che sta investendo l’Europa e più in particolare l’Italia, con ripercussioni pesantissime sull’attività economica e
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sul lavoro, dipendente e non, di ogni categoria, da quello nell’edilizia all’attività nell’assistenza e nella cura delle persone.
Davide Zoggia, responsabile Enti locali, ha fatto brevemente il punto su candidature e alleanze in vista delle elezioni amministrative, sottolineando che quasi ovunque lo schieramento per i comuni oggi prevede un’alleanza piena con Sel e Idv.
In conclusione Pier Luigi Bersani ha invitato tutti a mettere il massimo dell’impegno nel compiere “il capolavoro di tenere insieme il sostegno al governo Monti per la salvezza del paese in questa fase di transizione con la vicinanza alla società, ai problemi, alle tante sofferenze che l’acuirsi della crisi provocherà inevitabilmente”. Il Pd deve stare in collegamento con la società e con i suoi problemi. Quanto al tema della riforma del mercato del lavoro, la posizione del Pd è chiara: il Partito Democratico ritiene indispensabile un accordo tra governo e parti sociali perché senza coesione sociale sarà più difficile affrontare la crisi.
Mentre si riuniva la segreteria sono giunte ieri dall’Inps le ultime statistiche sulla cassa integrazione. A febbraio sono state autorizzate 82 milioni di cig, con un incremento del 16,8 per cento rispetto al 2011 (che già era stato un anno nero). Le domande di disoccupazione sono state a gennaio 126.569, il 13,48 per cento in più del gennaio 2011.
In allegato l’intervista Dario Franceschini a La Repubblica, di Paolo Gentiloni su L’Unità, di Michele Tiraboschi, tecnico ed esperto di mercato del lavoro (era il collaboratore di Marco Biagi), a Il Messaggero e l’articolo di Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore.
2. OGGI MONTI INCONTRA BERSANI, CASINI, ALFANO PER DISCUTERE DI LAVORO, RAI, FORSE ANCHE DI GIUSTIZIA.
Questa sera il presidente del Consiglio, Mario Monti, incontrerà i leader dei tre partiti che sostengono il governo di impegno nazionale. La riunione servirà per fare il punto presumibilmente su diversi temi. Il primo è la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro: il governo non ha ancora trovato le risorse finanziarie per sostenere la riforma degli ammortizzatori sociali e Monti e Fornero hanno ormai capito che senza questo supporto sarà difficile non solo trovare un accordo ma anche fare una riforma del mercato del lavoro.
Un altro tema dovrebbe essere quello della Rai, perché il Consiglio di amministrazione è in scadenza, il Pd preme per una riforma drastica della tipo di governo dell’azienda, l’Udc sarebbe d’accordo su questa linea, ma il Pdl si oppone perché Berlusconi non intende perdere il controllo della Rai. Non è escluso che si parli anche di giustizia, considerando che sul tavolo c’è anche il provvedimento anticorruzione.
Ieri il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini si sono incontrati.
3. ACCUSA DI TANGENTI PER LA LEGA. IL GOVERNO, IL PD, L’UDC, L’IDV PER UN IRROBBUSTIMENTO DELLE NORME ANTICORRUZIONE. IL PDL SI OPPONE.
La magistratura ha messo sotto indagine il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, con l’accusa di aver preso tangenti da girare al partito. Questo intervento della magistratura, oltre a aggravare la posizione della Lega dopo lo scivolone del pesantissimo e violento discorso di Umberto Bossi su Monti, ha fatto
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riaccendere i riflettori sulle norme anticorruzione e sulle diverse posizioni che destra e sinistra hanno su questo tema, pur sostenendo il Pdl, l’Udc e il Pd il governo Monti. In allegato alla nota l’articolo di Giovanni Bianconi su Il Corriere della Sera.
4. L’ORA X PER LA GRECIA FA PAURA AI MERCATI.
Domani scade il termine per l’adesione dei creditori privati della Grecia alla proposta di ristrutturazione dei debiti di Atene. La proposta che le adesioni non siano sufficienti a scongiurare il fallimento hanno spinto tutti i mercati azionari al ribasso e rimesso sotto pressione valori e interessi dei titoli pubblici. In allegato alla nota l’articolo di Martin Wolf su Il Sole 24 Ore.
5. USA, ROMNEY FAVORITO PER FARE L’ANTIOBAMA.
(AGI/REUTERS) - Washington, 7 mar. - Mitt Romney ha vinto il 'super-martedi delle primarie repubblicane ma non è riuscito ad assestare il k.o. definitivo al suo rivale Rick Santorum. Romney ha vinto di misura nello Stato-chiave dell'Ohio, ma ha perso diversi altri Stati e il verdetto getta un'ombra sulla sua capacità di convincere l'elettorato più conservatore, non mette a tacere i dubbi e soprattutto apre la strada ad altre settimane di intense lotte intestine nel cammino verso la 'nomination' repubblicana, lotte tra l'establishment del Grand Old Party e il suo elettorato più conservatore. Romney ha vinto 5 dei 10 Stati in lizza, ma in Ohio la sua vittoria è stata di misura, appena qualche migliaio di voti. L'Ohio è uno Stato profondamente diviso da un punto di vista politico, un microcosmo di tutto il Paese, la cui assegnazione sarà decisiva anche nelle elezioni presidenziali del 6 novembre. L'ex governatore del Massachussetts si è avvicinato all'obiettivo dei 1.144 delegati necessari per assicurarsi la nomination del partito, ma la forte affermazione di Santorum ha sottolineato la sua incapacità a conquistare le fasce più ampie della base repubblicana, che guarda con sospetto al suo passato di moderato governatore del Massachusetts; al contrario ha vinto facilmente nello Stato dove ha governato per anni e anche nel Vermont di tendenza liberale, e in Idaho, dove lo hanno aiutato i mormoni; e ha vinto anche in Virginia, dove Santorum non era in corsa. Le vittorie di Santorum in Tennessee, Oklahoma e North Dakota hanno confermato che è il candidato migliore per rappresentare la filosofia del partito conservatore. Gingrich ha vinto nello Stato che lo ha mandato al Congresso e la vittoria gli consente di rimane in corsa. (AGI)
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