18 aprile 2012

La nota del mattino del 18/04/2012.

1. OGGI IL GOVERNO CERTIFICA CHE L’ITALIA E’ IN RECESSIONE PIU’ DEL PREVISTO E CHE, SE PROPRIO TUTTO VA BENE, SI RICOMINCIA A CRESCERE SOLO NEL 2013. ED E’ MOLTO PIU’ OTTIMISTA DEL FONDO MONETARIO.
Il Consiglio dei ministri certifica oggi che l’Italia è in recessione e che il calo del Prodotto interno lordo sarà ben più pesante del previsto: meno 1,2-1,5 rispetto al meno 0,4 per cento che solo poche settimane or sono era stato ipotizzato.

Naturalmente questo maggiore calo dell’attività economica avrà ripercussioni sui conti pubblici. Ma il governo garantisce che non sarà necessaria una manovra bis per arrivare al pareggio di bilancio promesso all’Europa per il 2013. Pareggio di bilancio non significa zero differenze tra entrate e spese: in fase di crisi, le regole europee prevedono uno “sconto” fino allo 0,5 per cento di deficit rispetto al Pil, fermo restando che si considera pareggio anche un deficit pari allo 0,5 per cento del Pil (che è la previsione ufficiale che il governo metterà oggi nero su bianco). Il che significa che il governo spera di arrivare al 2013 con un deficit pubblico che alla fine non superi nel peggiore dei casi il valore dell’uno per cento del Pil. In cifra, grosso modo 16-18 miliardi di euro.
A cogliere per un pelo questo risultato si arriva nonostante un aumento della pressione fiscale al 45 per cento, e agli effetti delle manovre combinate e ripetute varate prima da Berlusconi-Tremonti e poi dal governo Monti, chiamato in causa per evitare la catastrofe e fronteggiare il disastro provocato dall’incapacità e dalle scelte politiche del centrodestra.
Il governo in queste previsioni, sostenute anche dalla Banca d’Italia, è molto più ottimista di quanto lo siano gli economisti del Fondo monetario internazionale, secondo i quali l’Italia sarà in recessione nel 2012 e anche nel 2013 (-1,9 e -0,3), e non riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio prima del 2017.
Che cosa significa tutto questo? Che la crisi continuerà a “mordere” drammaticamente per tutto il 2012, acuendo i problemi sociali, minando la tenuta di molte imprese, provocando un aumento della disoccupazione e una riduzione del reddito disponibile per le famiglie. Insomma, tutto ciò significa che accanto al necessario rigore è necessario approntare anche alcune iniziative per frenare gli effetti della recessione e dare un po’ di lavoro.
Insieme al Def e alle nuove previsioni oggi il governo presenterà anche il Piano nazionale per le riforme messo a punto dal ministro Corrado Passera e che indica le linee lungo le quali il governo ritiene che si possa riprendere il cammino (in futuro) dello sviluppo.

2. CINQUE ORE DI DISCUSSIONE SU COME FARE QUALCOSA SUBITO PER RIDURRE GLI EFFETTI DELLA RECESSIONE E DARE UN PO’ DI LAVORO: L’INCONTRO TRA MONTI BERSANI, ALFANO E CASINI SOTTO LA SPADA DI DAMOCLE DEI CONTI PUBBLICI IN DIFFICOLTA’. IL PNR DI PASSERA PIENO DI SLIDES SUL FUTURO, PER L’IMMEDIATO STRADA IN SALITA.
Diverse ore di discussione ieri sera a palazzo Chigi tra Monti, accompagnato da diversi ministri, e i tre segretari dei partiti che sostengono il governo di impegno nazionale. Pier Luigi Bersani si è presentato all’appuntamento con un carnet di proposte operative, sia pure nell’ambito di una fase difficile per i conti pubblici, per consentire di frenare la recessione e dare un po’ di ossigeno e di lavoro, a cominciare dalla proposta di meccanismi per consentire alla pubblica amministrazione di avviare almeno in parte i pagamenti per i servizi e le merci acquistati da Stato Regioni e comuni da innumerevoli piccole, medie e grandi imprese fornitrici. Questo è stato non l’unico, ma il tema centrale della discussione.
Nel corso dell’incontro Corrado Passera ha anche presentato il Piano Nazionale per le riforme del governo (doveva essere stato presentato già da settimane), che prevede un più radioso futuro per la crescita del paese, ma che per l’immediato deve fare i conti con il “niet” del Tesoro a qualsiasi impegno per l’oggi (e che anzi sconta gli effetti della cosiddetta spending review per i risparmi di spesa e il prossimo ma già deciso aumento dell’Iva). In ogni caso tutti d’accordo sulla necessità di rimettere in moto il motore.
Altro tema al centro del confronto, le proposte del ministro della Giustizia, Severino, contro la corruzione.

3. OGGI BERSANI INCONTRA LE ASSOCIAZIONI DEGLI IMPRENDITORI PER PARLARE DEI PROBLEMI E DELLE PROPOSTE PER AFFRONTARE LA CRISI.
Oggi, nella sede del Pd, a Roma, il segretario nazionale del partito, Pier Luigi Bersani, incontra i rappresentati delle piccole, medie e grandi imprese. L’obiettivo è sempre lo stesso: quali sono i problemi e come affrontare questa crisi. Il segretario ascolterà i problemi e le proposte degli imprenditori e quindi presenterà e spiegherà le posizioni del Pd.

4. LA PREVISIONE DELL’ASTA PER LE FREQUENZE SCONGIURA L’INTERVENTO DELL’EUROPA, MA SCATENA I FALCHI DI BERLUSCONI CHE GRIDANO AL TRADIMENTO PERCHE’ A MEDIASET NON ARRIVA NIENTE GRATIS. E DOMANI MONTI HA ACCETTATO DI INCONTRARE BERLUSCONI.
Con un emendamento al dl fiscale voluto dal governo ed approvato con il voto contrario del Pdl è stato definitivamente archiviato il cosiddetto Beauty contest e avviata la pratica per l’asta delle frequenze tv e tlc. L’Europa, che aveva aperto una procedura di infrazione per la chiusura del mercato e la chiara impostazione contro la concorrenza – giacchè il progetto originario di fatto faceva regali di frequenze a Rai, Mediaset e Telecom – ha approvato questa scelta. I rappresentanti dell’ala dura berlusconiana hanno fatto invece fuoco e fiamme, arrivando addirittura ad accusare il ministro Passera di aver fatto accordi sottobanco con il Pd su questo tema (cosa assolutamente fuori dalla realtà).
A dimostrare che il conflitto di interesse sulle imprese televisive è stato ed è ancora centrale per la destra, Silvio Berlusconi ha ottenuto da Monti un incontro a parte,
previsto per domani, per discutere di questo tema. L’ala dura del Pdl è in fibrillazione. E minaccia di arrivare fino alle estreme conseguenze sul sostegno al governo Monti.
Di questo tema ieri sera non si è parlato nell’incontro a palazzo Chigi. Pier Luigi Bersani, prima di entrare, ha detto chiaramente che per il Pd non ci sono dubbi: si deve proseguire con l’asta.

5. IMU, ARRIVA AL PETTINE IL NODO LASCIATO IN EREDITA’ DAI PROVVEDIMENTI PER IL FEDERALISMO DEL GOVERNO BERLUSCONI, BOSSI, TREMONTI.
Man mano che si avvicina la scadenza per il pagamento dell’Imu si moltiplicano le polemiche. Non bisogna dimenticare che l’Imu fu varata nell’ambito dei provvedimenti per il federalismo durante il governo Berlusconi, Bossi, Tremonti.

6. LA LEGA IMPEDISCE ALLA CAMERA DI APPROVARE SUBITO L’INASPRIMENTO DEI CONTROLLI E DELLE SANZIONI SUI BILANCI DEI PARTITI.
Dopo le innumerevoli leggi e leggine ad personam votate per sostenere gli interessi di Berlusconi, la Lega Nord ha ieri dimostrato per l’ennesima volta quanto si sia allontanata dalle parole d’ordine con le quali ha ottenuto il voto e la fiducia degli elettori: di fronte al voto favorevole della Camera per varare subito l’inasprimento dei controlli e delle sanzioni sui bilanci dei partiti, la Lega ieri ha raccolto le firme dei parlamentari per scongiurare l’accorciamento dei tempi. Come hanno spiegato e denunciato diversi parlamentari del Pd ieri sera questo significa che la Lega ha paura dei controlli, soprattutto se, come prevede il testo della proposta di legge firmata anche da Bersani, riguardano quanto già fatto finora. Da questo punto di vista le cronache sulle gesta del tesoriere della Lega sono illuminanti.

7. LA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PD FISSA LA ROAD MAP PER ARRIVARE IN POCHE SETTIMANE A VARARE CONTROLLI PIU’ SERVERI, SANZIONI PESANTI E UNA RIDUZIONE IMPORTANTE DEI CONTRIBUTI, MA NELL’AMBITO DI UNA RIFORMA DEI PARTITI E DEL SISTEMA DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO.
Questo il testo del comunicato finale: “La segreteria nazionale del Partito Democratico, riunitasi questa mattina, ha affrontato il tema della indispensabile e indifferibile riforma del finanziamento pubblico dei partiti. La giusta difesa del finanziamento della politica proprio di ogni sistema democratico non può reggersi sul mantenimento della legge in vigore, che non prevede controlli stringenti, sanzioni vere e che presenta punti oggettivi di discutibilità sul piano delle quantità e dei riscontri. In questo contesto la segreteria nazionale del Pd ha delineato un percorso per giungere in tempi brevissimi a dare risposte concrete e aprire una nuova fase. In particolare, il PD, che dal suo atto di nascita ha fatto certificare il bilancio da una società di revisione esterna, si sta attivando in queste ore per approvare subito in Parlamento una legge sulla trasparenza e su rigorosi controlli dei bilanci dei partiti, con particolare attenzione a sanzioni certe e pesanti. Quelle forze politiche, a partire dalla Lega Nord, che si opponessero a tale riforma basilare, si assumerebbero la grave responsabilità di impedire che venga posto una prima forte correzione all’opacità dei bilanci e alla
possibilità di comportamenti deviati che purtroppo caratterizzano la vita interna di troppi partiti.
Fino a quando non saranno stati approvati definitivamente norme rigorose e stringenti su trasparenza, controlli e sanzioni, il PD ritiene che debba essere sospesa la rata di finanziamento pubblico prevista per il prossimo luglio. In parallelo, la segreteria del Pd ritiene indispensabile e urgente che sia avviata la riforma del finanziamento pubblico alla politica, secondo modelli europei (riparametrati alle condizioni economiche e della finanza pubblica in Italia), e che questa riforma sia inserita nella legge di applicazione dell’art. 49 della Costituzione sui partiti, in calendario alla fine di maggio. Questa è la sede per rimettere a fuoco la funzione cruciale delle organizzazioni politiche, per regolamentare la loro vita democratica interna e per ridefinire quantità e modalità di sostegno finanziario pubblico alla loro attività.
Per il PD i criteri fondamentali della riforma sono:
1) per una ancora più efficace moralizzazione della vita pubblica, devono essere approvate norme specifiche per il contenimento dei costi di tutte le campagne elettorali; a questo riguardo, devono essere stabiliti tetti massimi alle spese sia per le campagne elettorali nazionali che locali; devono essere preventivamente depositate presso la magistratura, nonché pubblicate sui siti web, le dichiarazioni riguardanti i fondi raccolti, la loro provenienza e le spese sostenute; deve essere approvata una rigida regolamentazione di tutte le forme di propaganda elettorale le quali, nel rispetto della parità di condizioni tra le forze politiche, siano contenute nei limiti di una normale ed esaustiva informazione elettorale.
2) Deve essere ulteriormente e significativamente ridotta, da subito, la quota di contributo pubblico per le elezioni nazionali, europee e regionali, la quale deve essere restituita alla funzione originaria: un contributo cioè alle spese in occasione di ciascuna elezione.
3) Alla base del finanziamento deve esserci la libera contribuzione da parte di singoli cittadini o associati, la possibilità cioè di un autofinaziamento diffuso con un tetto non valicabile, secondo modelli europei, in particolare quello tedesco.
Il PD si impegna, nel Parlamento e nel Paese, a promuovere e sostenere in tempi strettissimi una riforma seria, incisiva e responsabile dell’organizzazione della politica e del finanziamento pubblico e a questo fine decide di promuovere nelle prossime settimane anche una diffusa e ampia campagna di ascolto, informazione e mobilitazione politica.
Nell’immediato, il Pd ha deciso nella riunione della segreteria di oggi, su proposta del Tesoriere Antonio Misiani e del responsabile comunicazione Stefano Di Traglia, di tagliare il 30 per cento delle spese previste in occasione della campagna elettorale per le amministrative del 6/7 maggio e poi del ballottaggio

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