24 giugno 2012

Calma piatta in Lombardia

L'afa e il caldo di metà giugno hanno raffreddato i bollenti spiriti della politica lombarda. 

L'afa e il caldo di metà giugno hanno raffreddato i bollenti spiriti della politica lombarda. Dopo le polemiche delle scorse settimane, la navigazione della Giunta Formigoni (ogni riferimento a yacht o simili è lasciato alla vostra malignità) pare essere tornata tranquilla. Ma è una tranquillità che somiglia molto alla bonaccia che in mare è presagio di possibili tempeste all'orizzonte.
In attesa di quella perfetta che potrebbe assestare il colpo definitivo a un governo regionale che ha bisogno di organizzare manifestazioni di sostegno per sentirsi ancora saldo, in regione si affrontano con superficiale indifferenza passaggi tutt'altro che banali. Ci riferiamo in particolare al bilancio di assestamento e agli interventi per l'emergenza terremoto nella zona sud della provincia di Mantova.

Il dibattito consiliare sul sisma padano, al di là della significativa presenza dei sindaci dei comuni colpiti, si è rivelato l'ennesima occasione sprecata. Buon senso avrebbe suggerito un dibattito sobrio e partecipato, con una posizione comune concentrata sulla necessità di individuare tutti gli spazi possibili per un'azione tempestiva ed efficace a sostegno delle popolazioni colpite, delle attività produttive e del patrimonio cultural-monumentale. Il dibattito si è invece trasformato nell'ennesima conferma dell'ormai spasmodica necessità di distinguersi che serpeggia tra le fila della maggioranza e segnatamente della Lega. Un possibile pronunciamento comune è scomparso dietro la necessità di marcare il territorio e di segnalare la presunta vitalità di un movimento in evidente affanno, alla ricerca di buoni motivi per continuare a sostenere Formigoni con un occhio rivolto però al sempre meno certo consenso popolare. Ne è nato un dibattito che, dopo il doveroso omaggio alle popolazioni colpite e ai loro rappresentanti istituzionali, è scivolato via indolente come le acque del Po nella lattiginosa foschia di questi giorni.
L'andamento lento sta caratterizzando anche il dibattito sul bilancio di assestamento che sta interessando le varie commissioni prima di arrivare in aula entro il 10 luglio. Il tempo di crisi che stiamo vivendo suggerirebbe qualche slancio o qualche scelta strategica capaci di suscitare una scossa che possa spingere verso una sempre più ipotetica ripresa. Nulla di tutto questo, ma solo un diligente tentativo di tenere a bada i conti con l'obiettivo dichiarato di tirare i remi in barca per giungere senza scossoni all'appuntamento con l'obbligo del pareggio di bilancio per il 2014. Tecnicamente nulla da dire. Politicamente, però, limitarsi a seguire il corso della corrente rischia di portare la nostra regione ad incagliarsi definitivamente nelle secche di una crisi che ha sempre più le sembianze della recessione. Se la strategia della Giunta è quella di attendere tempi migliori, ci pare che tempi e modi siano in netto contrasto con quelle che sono le necessità dei lombardi. Ne abbiamo avuto conferma nel corso dell'intensa tre giorni "E se avessimo regione noi?" che come PD abbiamo promosso la scorsa settimana. Tanti settori produttivi e sociali della Lombardia attendono con ansia risposte che non arrivano. E guardano con perplessità all'azione di un governo regionale che colleziona figuracce annunciate, come l'impugnazione da parte di un governo non certo nemico della cosiddetta legge CresciLombardia ha efficacemente testimoniato nei giorni scorsi.
Il meteo annuncia temporali che dovrebbero scacciare, almeno momentaneamente, caldo e afa. Chissà che non diano anche una scossa alla sonnacchiosa e indolente politica lombarda.

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