Bersani: Il congresso PD affronti il tema del cambiamento
L’ex segretario del PD dal palco della Festa nazionale di Genova: per me è lineare che a scegliere il segretario del PD saranno gli iscritti e a scegliere il candidato premier saranno le primarie di coalizione. Non lo ordina il dottore che le due figure debbano coincidere
Sul palco Sandro Pertini insieme all’ex segretario del Pd, il giornalista Michele Serra.
Sintesi per punti:
Situazione internazione e la tensione in Siria. La posizione del governo italiano è giusta: non ci possiamo muovere se non nel quadro dell’ONU e comunque dopo una discussione in Parlamento. La situazione è pericolosa non solo per le tensioni ma anche per interessi vari che coinvolgono la Siria. Hassad ha superato ogni limite ma se non c’è un’opposizione con un profilo unitario e credibile come alternativa al regime, non penso che l’intervento militare possa dare una soluzione. La pace prima di tutto ma occorre trovare argomenti e interessi comuni tra Usa, Europa e Russia attraverso un dialogo e un confronto coraggioso al prossimo G20. È la mia speranza.
Decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore e le possibili conseguenze sul governo. Non vedo incertezze tra noi e tra il nostro popolo su quale posizione avere nei confronti di Berlusconi. “Non si può immaginare che ci comportassimo in un modo che non useremmo per nessuno dei nostri. Siamo in stato di diritto e le leggi vanno rispettate”.
Il Pdl deve rispondere alla domanda se c’è una possibile separazione tra Pdl come partito e Pdl come imprescindibile da Berlusconi e dai suoi problemi giudiziari. Se il Pdl non può esistere lontana dal suo leader le conseguenze si sentiranno sui mercati e sulla credibilità internazionale. Non dovrebbero pensare solo a Berlusconi ma pensare all’Italia. Il destini del leader e del partito devono essere separati.
Se pensano di staccare la spina dal governo di Letta, se ne assumano la responsabilità ma lascino al Parlamento la possibilità di trovare una soluzione che porti almeno alla legge di stabilità e alla riforma della legge elettorale.
Dopo la caduta del muro, la politica tedesca ed europea rifioriva nel rapporto con i cittadini. Da noi invece nasceva tangentopoli. Allora nacque la decisione di allontanarsi dalla parola “partito” per affidarsi ad un sistema personalista. Berlusconi è la sintesi. Il principale effetto del sistema personalistico è il populismo e i vuoti d’aria di democrazia. Il partito è solo un’appendice del leader. Se ora va in pensione il profeta (esempi di Monti, Bossi, Di Pietro, e Grillo) qual è l’unica alternativa? La parola partito inteso come nuovo e aperto deve riprendere la sua forza. Un luogo dove i giovani non si mettono in coda a nessuno.
Persone o idee, come ricetta politica?. Quando dicevo che non mi sarei ricandidato al termine del mio mandato da segretario volevo fare notare che dopo 20 anni ci sarebbe stato un congresso “pedagogico”. Il rapporto tra leader e partito deve essere registrato. Qualsiasi esponente del PD ha il diritto e dovere di dire la sua in pubblico e in privato ma ha poi il dovere di rimettersi al suo collettivo altrimenti non saremmo utili al paese. Non si abbattono le correnti solo con le dichiarazioni. In vista del congresso del Pd "non possiamo solo organizzare tifoserie e plebisciti senza contenuti". Ho l'idea che le candidature nazionali debbano venire dopo i congressi provinciali e regionali. Altrimenti tutti si mettono la maglietta su una persona.
Non ho mai messo Bersani davanti al PD. Oggi non vedo contenuti nella scelta di ieri di Franceschini, vedo più situazioni di posizionamento che di merito. Non mi convincono due cose: a) stiamo parlando del segretario del PD e io vorrei sapere quale sia la sua posizione, cosa intende fare per il PD e per l’Italia. Nessuna battuta. A volte si considera il PD come un impedimento; b) la seconda cosa che non mi convince riguarda il fatto che il Pd e' un partito d'ispirazione di sinistra democratica e sento di dover dire che la sinistra non e' un abbellimento della destra, ha una sua autonomia e una sua serve il concetto di uguaglianza.
Cosa è successo dopo le elezioni del 25 febbraio. Ho chiesto la possibilità di costruire un governo nuovo già nella sua composizione (tanti giovani e donne) e farlo partire su 8 punti. Alla destra chiedevo di agganciarci in un sistema di riforme istituzionali. Non ho mai chiesto a Napolitano di forzare la mano e andare a chiedere direttamente la fiducia alle camere. L’eventuale NO non sarebbe stato solo verso di me ma anche nei confronti di Napolitano. Con le scelte di Marini e Prodi ci siamo “incespicati” noi, un errore che non deve succedere mai più.
Candidato premier e candidato segretario del PD. Non lo ordina il dottore che devono coincidere. Abbiamo fatto una modifica allo statuto del PD proprio per evitare questa discussione. Per me è lineare che a scegliere il segretario del PD saranno gli iscritti e a scegliere il candidato premier saranno le primarie di coalizione.
Un PD che attira poco l’elettorato giovane. Quando ero ministro ho sempre mirato le mie riforme verso i giovani per favorire le loro opportunità (liberalizzazioni assicurazioni, telefonia, affitti). Molte di queste scelte hanno urtato su interessi antichi che sono molto difficili da spostare. Ma non mettiamola sul giovanilismo o proponendo solo slogan. Puntiamo innanzi tutto sul lavoro che oggi è troppo poco!
Cosa succede dopo l’Assemblea nazionale del PD. L’Assemblea nazionale convocherà il congresso, regolerà alcuni punti e deciderà la data.
A.Dra
Foto di Cristina Corti
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