6 settembre 2013

Il parere di Cuperlo

La logica dell'uomo solo al comando non funziona

È nel segno dell’orgoglio per essere accanto a Sergio Cofferati, protagonista della “più grande manifestazione di popolo dei nostri tempi” che Gianni Cuperlo, Candidato alla Segreteria Nazionale del Pd, apre quello che lui stesso definisce un dialogo sulla politica, sul nostro paese e sul Partito Democratico

Cuperlo  Cuperlo
È nel segno dell’orgoglio per essere accanto a Sergio Cofferati, protagonista della “più grande manifestazione di popolo dei nostri tempi” - quella del Marzo 2002 che ha visto la partecipazione di 3 milioni di lavoratori al Circo Massimo di Roma - che Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria nazionale del Pd, apre quello che lui stesso definisce un dialogo sulla politica, sul nostro paese e sul Partito Democratico.


E Sergio Cofferati, partendo dalla sue esperienza di Eurodeputato, affronta come prima cosa il tema della crisi. “È un errore considerare superata la parte più grave della crisi. Abbiamo davanti tempi difficili e dobbiamo gestire il processo che è in corso durante la quale è aumentata la disoccupazione ed è cresciuta la povertà”. Cita come esempio il caso degli esodati da lui giudicato un “grave errore di prospettiva”. In questi anni, spiega, Obama ha investito per creare Welfare negli Stati Uniti ed è intervenuto per sostenere la manifattura mentre noi non sembriamo capire l’importanza delle politiche keinesiane: per crescere si deve investire.

Parlando della situazione nazionale Cuperlo sottolinea l’importanza di sostenere l’azione del Governo Letta ma indicando le priorità del nostro partito che non possono consistere nel “lisciare il pelo alle rendite immobiliari” ma piuttosto nella riscoperta del valore sociale del lavoro e la ricerca dei 5 miliardi per introdurre il reddito minimo garantito. “Si deve avere il coraggio di dire che esistono limiti morali al mercato” aggiunge ampliando il discorso fino alla citazione del discorso sull’uguaglianza di M. L. King. Ma i riferimenti agli Stati Uniti continuano con la citazione del modello Apple che, con il suo 4% investito in attrezzature e macchinari, ha di fatto costretto gli States ad inserire la creatività negli indici del PIL rendendo realtà le profezie di Kennedy.

Parlando del prossimo congresso ha aggiunto “io condivido quanto ha detto Bersani sul fatto che non abbiamo bisogno di uno nuovo profeta ma penso che si debba riscoprire il valore delle profezie. La logica dell’uomo solo al comando non funziona e non funzionerà in Italia. Usciamo da 20 anni di crisi della democrazia italiana che è stata ipotecata da una concezione leaderistica e plebiscitaria dei partiti politici. Questa è la sfida del congresso: non solo la sfida su un nome ma la sfida delle parole con cui dire chi siamo, quali interessi e soggetti vogliamo rappresentare. Questa è la natura di un partito politico, questa è la discussione che dobbiamo fare e se la faremo daremo un contributo al Pd e alla democrazia italiana”.

Nicola Camurri - Foto di Cristina Corti

Nessun commento:

Posta un commento