3 settembre 2013

Uniti per la ripresa

Uniti per la ripresa

“Il valore della crescita sostenibile: sindacati e imprenditori di fronte alla crisi”. Ne hanno parlato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il segretario della Cgil Susanna Camusso, il presidente della Cisl Raffaele Bonanni, il segretario della Uil Luigi Angeletti e il responsabile Economia del Pd Matteo Colaninno sul palco della Festa Nazionale Democratica a Genova. Il direttore de L’Unità Claudio Sardo ha coordinato il dibattito

Sindacati e Confindustria  sindacati_confindustria
L’incontro si è svolto a poche ore dalla firma di un documento programmatico unitario tra sindacati e Confindustria. (leggi il documento)

Squinzi: siamo davanti ad una situazione davvero difficile per tutti i lavoratori e le imprese. Ci siamo domandati potessimo fare insieme per un vero cambio di passo. Abbiamo convenuto che ci sono tre temi da affrontare subito: a) il fisco con riduzione del costo del lavoro e il rilancio della competitività; b) il tema delle politiche industriali (costo dell’energia particolarmente penalizzante e digitalizzazione soprattutto della PA); c) le riforme istituzionali per permettere agli investimenti di essere tradotti in realtà.
Ci siamo consultati con i sindacati preparando un documento unico con l’intento di fare in modo che la prossima Legge di Stabilità contenga le nostre proposte per la ripresa. Ora rivolgiamo un invito forte al governo perché le accolga.

Camusso: la nostra riflessione parte dal fatto che tutte le leggi di stabilità finora non sono state indirizzate verso la risoluzione della crisi, semmai verso gli indicatori finanziari. Non è stata intrapresa un’azione per risollevare la situazione drammatica del sociale. Ci si è rivolti sempre all’offerta e mai alla ripresa dei consumi. Oggi serve una nuova strategia per il paese. Il primo tema da affrontare è ovviamente il fisco inteso come redistribuzione del reddito. Il fisco è la nostra idea di come intendiamo la politica economica e la giustizia sociale.
Non c’è nessuna idea di sviluppo del paese senza una vera politica industriale. Per cui usciamo dall’infinita discussione sulla riforma della PA fatta con soli tagli lineari depressivi. Cerchiamo un più basso conflitto tra le politiche nazionali perché non c’è un’altra prova d’appello. Senza un cambio di passo nella legge di stabilità su lavoro, sui giovani e sullo sviluppo non si può trovare una soluzione alla crisi.
Si faccia indietro nella logica delle alleanze e un passo in avanti verso la condizione delle persone.

I rapporti con il governo Letta. Per Bonanni: mantenere l’attuale presepe politico non porta da nessuna parte, serve aggredire la crisi che ha reso il paese più povero, con crescente disoccupazione e sfiducia nei confronti della democrazia. Il governo deve sì governare ma solo nella direzione di ciò che è più utile alla salute sociale del paese. La produzione è ridotta con conseguente crisi occupazionale. Dimezzare le tasse per chi investe, per le famiglie e per i lavoratori è una necessità. Non perdiamoci in chiacchiere su IVA e IMU perché questo significherebbe perdere tempo e non guardare in faccia l’intera realtà. Circa le politiche industriali e in particolar modo la vicenda dell’energia, la nostra posizione è chiara: lavoriamo sulle strutture capaci di portarci energia a minor costo per eliminare il gap concorrenziale con gli altri paese manifatturieri.
Oggi proponiamo un accordo trasparente con il governo per dare una direzione di marcia al paese, il nostro messaggio è di buona volontà perché attraverso i litigi non si possono risolvere i problemi dell’Italia.

Angeletti: ciò che non riusciamo a far comprende al dibattito politico e che noi non parliamo solo di tasse. Noi proponiamo misure per interrompere la perdita crescente dei posti di lavoro. La riduzione dei consumi porta alla riduzione dell’offerta. La politica economica del governo non deve solo servire a stabilizzare il governo stesso ma ad aumentare l’occupazione. La ripresa ci sarà solo quando il tasso di occupazione ricomincerà ad avere un saldo attivo. Rovesciamo la logica delle scelte come è stato fatto ad esempio per l’abolizione dell’IMU. Tutte le entrate provenienti dal recupero dell’evasione fiscale va immediatamente utilizzato per ridurre le tasse. Certe spese non sono più sostenibili: 38 mld per finanziare tutte le strutture istituzionali sono un eccesso che non avviene in nessun altro paese europeo. Per quale ragione il Parlamento italiano costa ai cittadini 27€ pro-capite e in Germania solo 4€? Qui parliamo di cose necessarie anche se sappiamo che la loro realizzazione non è facile. Non possiamo rassegnarci per mancanza di coraggio o realismo. Ad un paese in declino e sempre più povero non ci rassegneremo.

Colaninno. È un onore vedere una riunione come questa dove i sindacati e CONFINDUSTRIA sono insieme e propongono una vera cabina di regia per affrontare la crisi. Un documento unitario ha una portata storica. Il PD rafforzerà questo spirito unitario. Trovo il documento fortemente condivisibile e realizzabile a medio termine. Sono certo che il presidente Letta verrà incontro a questa posizione.
Siamo un grande paese e rischiamo il paradosso che se non cresciamo almeno del 2% all’anno rischiamo di finire alla canna del gas. Siamo davanti ad un nuovo inizio dove economia e lavoro devono essere al centro della ripresa. Abbiamo perso almeno 20 anni in dibattiti stucchevoli, ora non c’è più da aspettare. Questo documento è nuova aria nelle vele del paese.

Vivremo periodi ancora più complessi di quelli lasciati alle nostre spalle. Abbiamo un obiettivo per rimettere il paese nelle condizioni di cambiare le condizioni del paese, questo è il compito del governo Letta. Permettere una crisi politica disordinata è impensabile. La stabilità politica ora è la condizione per cambiare il paese e riportarlo alla sua naturale fisionomia. Non sarà facile è chiaro e lo stato di precarietà sarà ancora presente ma questo non può essere una giustificazione per interrompere l’azione di governo. Crescita, lavoro e imprese al centro dell’azione politica: questa resta la posizione del PD. Solo uniti si potranno vincere le sfide dei prossimi anni.

A.Dra
Foto di Cristina Corti
allegati

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