8 ottobre 2013

Giachetti e la Legge elettorale

Giachetti: sulla Legge elettorale “si fa melina”

"Io le ho tentate tutte sul piano parlamentare, ma le mie iniziative sono risultate inefficaci". Il deputato PD è da ieri in sciopero della fame “fino a quando in Senato non avranno fatto la loro legge elettorale"

Roberto Giachetti  roberto_giachetti
Roberto Giachetti lancia una nuova sfida al Parlamento sulla legge elettorale. "Ho ripreso da ieri sera lo sciopero della fame", ha annunciato il deputato del Pd in una conferenza stampa alla Camera. A questo punto, ha spiegato, la battaglia non tanto sul merito di un testo che cancelli il Porcellum, ma sui tempi visto che nonostante la procedura d'urgenza in Senato ancora si è fermi alle audizioni. "Io le ho tentate tutte sul piano parlamentare, ma le mie iniziative sono risultate inefficaci", ha ammesso, ora "facciano loro quello che hanno promesso. Il mio appello è passate dalle parole ai fatti". E su questo Giachetti ha chiamato in causa innanzitutto il Pd: "Mi auguro che ci sia una presa di posizione del partito, che ci sia una decisione politica nel merito, di là delle singole dichiarazioni", ha spiegato.



E proprio sulle tante 'parole' Giachetti si è a lungo soffermato. Davanti ai giornalisti, ha letto una lunga serie di dichiarazioni fatte in questi mesi da dirigenti del Pd, da membri del governo e dallo stesso premier Enrico Letta che chiedono la famosa clausola di salvaguardia per impedire, anche in caso di elezioni anticipate, che si possa tornare a votare con il Porcellum. "Potrei dire contrapporre alle bandierine le tante parole al vento", ha sottolineato citando le "gentili parole" usate dal presidente del Consiglio, bandierine appunto, in riferimento alla mozione presentata da Giachetti per il ritorno al Mattarellum. Eppure, ha ricordato, "se il Pd l'avesse votata su quella mozione ci sarebbe stata una maggioranza fortissima. Ma c'era un'altra maggioranza, più interessante, che era quella di governo e dentro la quale non c'è un'intesa sulla legge elettorale".

Il tema è che il Pdl è favorevole solo a minime correzioni che vadano incontro ai possibili rilievi della Corte costituzionale, che si pronuncerà a dicembre. In attesa "si fa melina". Quanto al Pd "che idea ha? Dice solo no al Porcellum, ma non ho capito la nostra posizione". Ma con minimi ritocchi, magari cancellando il solo premio di maggioranza, "si rischia di consumare una truffa ai danni degli elettori" e di creare "le condizioni per avere larghe intese per i prossimi 15 anni". Invece, è la richiesta incalzante, "facciano quello che hanno promesso: una legge che consenta agli elettori di scegliere gli eletti e che garantisca governabilità". Quanto a Giachetti, non intende mollare la presa. Lo sciopero della fame "continuerà fino a quando in Senato non avranno fatto la loro legge elettorale", ha assicurato.

"Voglio lanciare una grande mobilitazione per dire no al Porcellum: da oggi fino al 31 ottobre ci saranno iniziative sparse in tutto il Paese, nulla di organizzato ma vogliamo che il 31 ottobre diventi il no Porcellum day. Chiuderò questa mobilitazione con un'iniziativa pubblica a Roma da Eataly con l'imprenditore Oscar Farinetti".

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