15 novembre 2013

15 novembre 2003 - Strage in due sinagoghe di Istambul

da LaRepubblica.it
Due autobombe si lanciano contro i templi ebraici
23 morti e 302 feriti. Il ministro: "Terrorismo internazionale"
Istanbul, Shabbat di sangue
Attentato contro due sinagoghe
Tra le vittime c'è anche un cittadino italiano



ISTANBUL - Due autobombe contro due sinagoghe a Istanbul piene di ebrei che stavano celebrando il sabato. Il numero dei morti e dei feriti è altissimo e potrebbe essere provvisorio. Secondo fonti della polizia, le vittime sono 23. Tra le persone che hanno perso la vita c'è anche un cittadino italiano, Romano Yona, 57 anni, un turco ebreo che acquisì la cittadinanza italiana tramite un matrimonio nel 1991. I feriti sono 302, alcuni gravi.

Il ministro degli Esteri turco Abdullah Gul ha detto di vedere "legami internazionali" negli attentati. Uno dei due è opera di un kamikaze. Il riferimento è ad Al Qaeda, anche se una rivendicazione c'è stata ed è di un'organizzazione fondamentlista il cui leader è in prigione da anni e che, secondo fonti dei servizi segreti turchi, non sarebbe in grado di progettare azioni così complesse.

Le due sinagoghe colpite sono quella di Shishli e di Neve Shalom nel quartiere di Beyoglu-Kuledibi. La tv ha mostrato immagini di persone coperte di sangue portate via sulle barelle. Molte persone coinvolte nell'esplosione alla seconda sinagoga lamentano i sintomi di un'intossicazione da inalazione di ammoniaca.

L'esplosione nella sinagoga di Neve Shalom, la più grande della città, ha fatto crollare la facciata dell'edificio e ha scavato un grande cratere nel piazzale di fronte. Il camioncino pieno di esplosivo è riuscito ad arrivare molto vicino all'ingresso. I vetri delle finestre intorno sono caduti, la polizia ha transennato la zona, decine di ambulanze sul posto.

Nella sinagoga al momento dell'esplosione - erano circa le 8,30 del mattino - erano riuniti alcuni giovani ebrei per una funzione religiosa. Alcuni di essi sono morti, altri sono feriti.

A due chilometri e mezzo di distanza nel quartiere di Shishli, nella sinagoga omonima, alcune decine di ebrei erano raccolti per la preghiera dello Shabbat quando un'auto forse ferma in un vicino parcheggio è saltata in aria.

Poca credibilità viene attribuita alla rivendicazione del gruppo islamico Ibda-C (Fronte incursori del grande est islamico), un gruppo in sonno e in disarmo da tempo al quale fonti dei servizi di sicurezza non attribuiscono alcuna capacità operativa. Per questo Al Qaeda è la pista principale seguita dalle indagini.

Israele ha offerto la sua assistenza alle autorità turche e alla comunità ebraica di Istanbul. Un portavoce del ministero degli Esteri israeliano ha detto che è stata messa in azione l'unità di crisi e che i rappresentanti diplomatici dello Stato ebraico a Istanbul sono stati inviati nelle località degli attentati. In Israele c'è una forte comunità di ebrei di origine turca che hanno ancora molti parenti e conoscenti in Turchia.

Il ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom ha affermato che gli odierni attentati in Turchia "provano che nessun paese è immune dal terrorismo ed è per questo motivo che tutti gli Stati devono combattere contro le forze del male".

Un precedente recente di attentato a una sinagoga fuori da Israele risale all'11 aprile 2002. Un camion cisterna esplose vicino a Djerba, in Tunisia, provocando 19 morti (14 tedeschi, tre tunisini, un franco-tunisino e un francese). L'attentato fu rivendicato da Al Qaeda.
(15 novembre 2003)

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