Prendi la direzione opposta all’abitudine e quasi sempre farai bene.
(Jean-Jacques Rousseau)
Carissime e carissimi,
il
nuovo ruolo di vicesegretaria del PD, che il segretario Renzi mi ha
affidato in direzione nazionale, insieme a Lorenzo Guerini, rappresenta
una sfida difficile e appassionante che, in più, confido mi permetterà
di assicurare una maggiore attenzione del partito alle realtà locali.
Il
periodo complesso che sta attraversando l’Italia ci mette di fronte a
un’enorme mole di lavoro, sia perché abbiamo l’urgenza di riformare il
nostro Paese, sia perché siamo chiamati a cambiare profondamente il
contesto europeo.
Il
lavoro che avremo di fronte sarà dunque estremamente impegnativo e
delicato, e imporrà decisione e al tempo stesso cautela. Sono però
convinta che il Partito Democratico stia andando nella direzione giusta.
Per prima cosa mi occuperò della nuova segreteria:
faremo una nostra proposta e posso assicurare che sceglieremo le
persone in base alle competenze richieste da ciascun ruolo. È un
indirizzo indispensabile se vogliamo un partito all’altezza delle sfide
che abbiamo di fronte.
La
fiducia generata, in Italia e all'estero, dal pacchetto di riforme
annunciato dal premier Renzi rimarrà tale solo se daremo seguito agli
ambiziosi progetti delineati dall’insediamento del Governo ad oggi. E’ l’occasione giusta per cambiare il nostro Paese uscendo dalle sabbie mobili in cui ci siamo ritrovati.
Abbiamo
iniziato con il superamento delle province. La Camera ha approvato in
via definitiva la legge Del Rio grazie alla quale il 25 maggio prossimo
non verranno rinnovati i consigli provinciali e si realizzerà un
notevole risparmio sui costi della politica ma soprattutto una
necessaria semplificazione dei livelli di governo della cosa pubblica.
L’Italia era l’unico stato europeo in cui erano ancora presenti quattro
livelli di governo.
Il
decreto di legge costituzionale di riforma del Titolo V della
Costituzione in via di discussione a Roma prevede, oltre all’istituzione
del Senato delle Autonomie, anche interventi nel
rapporto tra lo Stato e le Regioni. Sono passaggi sui quali il dialogo è
costruttivo e aperto al miglioramento, anche per quanto riguarda le
regioni e le province autonome.
Accanto
alle riforme istituzionali il Governo è impegnato fattivamente sul
versante del lavoro. Il decreto legge già emanato è una norma di
buonsenso che verrà completata con la legge delega. L’obiettivo è di
garantire maggiori possibilità di impiego ai nostri giovani in un
contesto in cui siano maggiori le garanzie di stabilità lavorativa.
Questi
risultati sono raggiungibili in un sistema Paese competitivo che sa
valorizzare le sue infrastrutture. Per questo ad inizio Aprile abbiamo
presentato la proposta di riforma del sistema portuale
del Partito Democratico. Devo ringraziare per il loro lavoro il
presidente della Commissione trasporti della Camera Michele Meta e il
capogruppo della Commissione Trasporti del Senato, Marco Filippi.
La
nostra riforma si basa su una diversa classificazione dei porti, sulla
riduzione delle Autorità portuali, le loro competenze e il loro ruolo,
sulla modifica del titolo V della Costituzione e sull’autonomia
finanziaria.
Il
provvedimento punta a favorire la crescita e lo sviluppo delle attività
degli scali italiani, partendo dalla governance, che dovrà essere meno
frammentata. Parallelamente saranno garantiti un più incisivo ruolo del
Governo centrale nel sistema portuale italiano, l'integrazione
dell’apparato portuale italiano con la rete logistica, un sistema delle
regole, con nuovi soggetti regolatori e una più opportuna
classificazione portuale.
I
porti rappresentano un settore fondamentale per l’economia del Paese e
per quella della nostra Regione dove il sistema portuale, la logistica e
le infrastrutture ferroviarie di collegamento sono al centro della
nostra attenzione.
Abbiamo
discusso a Roma con il ministro Lupi, il Presidente del Veneto Zaia e
l’amministratore delegato di RFI Elia della linea ad alta velocità Venezia-Trieste,
trovando un importante accordo per realizzarla in maniera diversa
rispetto a quanto prospettato nel passato. E su questa nuovo metodo
abbiamo raccolto il sostanziale assenso dei sindaci del territorio
interessato dal tracciato.
Procederemo
con una realizzazione per fasi, più sostenibile economicamente e meno
invasiva partendo dalla velocizzazione della tratta esistente per la
quale è previsto un impegno di 1,8 miliardi di euro. Lo sdoppiamento e
scavalco del bivio San Polo presso Monfalcone rientra in questa serie di
interventi, mentre l'intervento sulla Udine-Cervignano e quello, già
finanziato, sul nodo di Udine, andrà ad integrarsi con la
modernizzazione dell'asse Adriatico-Baltico, attraverso il potenziamento
tecnologico e strutturale della linea Pontebbana.
Si
tratta di investimenti necessari alla nostra Regione per recuperare
competitività economica ma utili a tutto il Paese per essere al centro
dell’Europa con uno sguardo verso quei paesi dell’Est Europa e dei
Balcani con cui il Friuli Venezia Giulia svolge un ruolo di ponte e di
collegamento.
Anche
da questi aspetti emerge con chiarezza l’importanza dell’Europa e dei
suoi organismi che andremo a rinnovare il prossimo 25 maggio. In Friuli
Venezia Giulia abbiamo aperto venerdì scorso la campagna elettorale
presentando la candidatura di Isabella De Monte, la giovane senatrice
che con la sua esperienza di sindaco “di confine” rappresenta al meglio
le caratteristiche della nostra Regione e il suo ruolo di ponte fra
comunità appartenenti al comune spazio politico europeo.
Ma di Europa e di elezioni europee parleremo sicuramente di più la prossima volta.
A presto
Debora
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