Serracchiani: "Sconfitto il populismo, la rabbia non paga"
"Un voto che rafforza il governo e che concede al PD una possibilità in più per proseguire sulla strada delle riforme". L'intervista alla vicesegretaria del Partito Democratico di Mauro Favale, la Repubblica
Alla prima sfida elettorale, il Pd di Matteo Renzi tiene a distanza il Movimento di Beppe Grillo.
«Se
guardiamo al campo europeo, non solo teniamo a distanza i 5 Stelle ma
facciamo un bel balzo. In quasi tutte le altre nazioni, tranne forse in
Germania e Polonia, i governi in carica crollano di fronte all'euro
scetticismo. Noi, invece,teniamo botta rispetto al populismo che
avanza».
Guardando alla specificità italiana, invece?
«Bè,
a livello domestico il nostro è un risultato storico soprattutto se
confrontato con le politiche di un anno fa. Il Pd avanza di parecchio».
Era
il risultato che Renzi attendeva per ricevere dalle urne quella
legittimazione che gli è mancata a febbraio, salendo a Palazzo Chigi?
«Renzi
voleva un risultato che servisse per portare a compimento le riforme,
un risultato che rafforzasse il governo. Se i dati che stiamo leggendo
in queste ore dovessero essere confermati, allora, vorrebbe dire che Pd e
governo hanno una possibilità in più di proseguire, tanto più se anche
l`Ncd, il partito di Angelino Alfano, riuscisse a superare la soglia. In
questo modo, contando anche Scelta civica, la nostra sarebbe una larga
maggioranza che sfiora il 40%».
Il fronte grillino, invece, arretra.
«Rispetto
al voto europeo che è tipicamente un voto di opinione, mi pare che la
costante ricerca del nemico portata avanti daí 5 Stelle -un giorno
l`Europa un altro il governo Renzi - non abbia fatto presa».
Perde la rabbia?
«Diciamo
che è un atteggiamento che non paga. Alla fine gli italiani hanno fatto
una scelta di responsabilità, votando per chi rappresenta
un`alternativa».
Forza Italia al terzo posto, invece, costituisce un problema sul cammino delle riforme?
«Credo
che date anche le difficoltà per la scomposizione che ha subito, Forza
Italia ha raccolto il suo massimo. E non penso che questo sia un
risultato di lunga tenuta. Anzi: probabilmente darà il via all'interno
del partito a una serie di conseguenze sia sulla leadership di Silvio
Berlusconi, arrivato ormai al suo ultimo giro, sia rispetto alla scelta
del suo successore».
Si va avanti con questo governo fino al 2018, allora?
«L`orizzonte
è quello: le riforme proseguono a partire dalla prossima settimana. Si
torna a parlare di Senato e Pubblica amministrazione».
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