31 maggio 2014

Simona Bonafé, neo europarlamentare del PD

Bonafé: "Puntare sulle donne scommessa che abbiamo vinto"

"Nessuna di noi è stata eletta per diritto divino... ci siamo confrontate, abbiamo fatto campagna elettorale, abbiamo riscosso fiducia. Gli elettori hanno premiato il ricambio di classe dirigente"
Intervista a Simona Bonafè di G.C. - la Repubblica

bonafè  bonafè
«Nessuna di noi è stata eletta per diritto divino... ci siamo confrontate, abbiamo fatto campagna elettorale, abbiamo riscosso fiducia. Gli elettori hanno premiato il ricambio di classe dirigente». Simona Bonafè, capolista del Pd nel Centro, è miss preferenze.

Quante preferenze, Bonafè?

«Io ne ho avute 288.238, superando in fatto di preferenze il forzista Raffaele Fitto con 284.544 e Gianni Patella».

Come si è ottenuto questo risultato?

«Il consenso al partito e a Renzi ha fatto premio su tutto. Il Pd ha puntato sulle donne. Credo ci sia stata una mobilitazione femminile. Comunque mi sento emozionata e onorata e avverto anche il peso della responsabilità. È andato tutto al di là delle più rosee aspettative».

Però era sembrata una mossa mediatica avere affidato a cinque donne di guidare le liste per le europee.

«Ma ciascuna di noi sapeva di doversi misurare con il consenso: il fatto di essere capolista non garantiva nulla. È stata, ripeto, la scommessa di una nuova classe dirigente. E l`abbiamo vinta. Non c`è stata una questione mediatica. Se si scorrono le preferenze espresse, si Vede che il Pd è un partito di persone che ci hanno messo la faccia, che si sono confrontati con i cittadini e hanno riscosso fiducia raccogliendo migliaia di voti. Questa è stata la nostra ricetta».

Quindi non siete state uno specchietto per le allodole?

«È stato detto, ma è stata una delle offese di questa campagna elettorale. Io mi dimetterò da parlamentare italiana per poter svolgere íl mio ruolo in Europa e vado a Bruxelles molto contenta dopo questo risultato».

Perché non avete festeggiato al Pd?

«Sembrerà strano, siamo tutti molto contenti, è un risultato storico: il terzo migliore risultato di un partito nella storia repubblicana. Ma sentiamo la responsabilità di cambiare, l`impegno a non deludere. Abbiamo suscitato una grande speranza».

II Pd è Renzi. Senza di lui, cosa resterebbe del Pd?

«Ho già sentito questa osservazione. Ma c`è una nuova classe politica, un nuovo governo, dei nuovi amministratori, chi ha già lavorato in Europa, una nuova segreteria, ed è un lavoro di tutti. Il Pd c`è, eccome. C`è stato un ricambio ma è in tutta la sua pienezza».

Ha dimenticato gli insulti dei 5Stelle?

«Il risultato la dice lunga su cosa hanno comunicato i 5Stelle. È evidente che gli italiani hanno dato un voto alla speranza e non alla rabbia. Questo è stato un voto a chi si è rimboccato le maniche e ha messo in piedi un piano di riforme che dobbiamo portare avanti. Un voto alla proposta piuttosto che alla protesta: non abbiamo voluto piegarci all`insulto e siamo andati avanti a lavorare, raccontando l`Europa che vogliamo costruire e gli elettori hanno capito che siamo una nuova classe dirigente che ci sta mettendo la faccia».

Nessun commento:

Posta un commento