Bonafé: "Puntare sulle donne scommessa che abbiamo vinto"
"Nessuna di noi è stata eletta per diritto divino...
ci siamo confrontate, abbiamo fatto campagna elettorale, abbiamo
riscosso fiducia. Gli elettori hanno premiato il ricambio di classe
dirigente"
Intervista a Simona Bonafè di G.C. - la Repubblica
Quante preferenze, Bonafè?
«Io ne ho avute 288.238, superando in fatto di preferenze il forzista Raffaele Fitto con 284.544 e Gianni Patella».
Come si è ottenuto questo risultato?
«Il consenso al partito e a Renzi ha fatto premio su tutto. Il Pd ha puntato sulle donne. Credo ci sia stata una mobilitazione femminile. Comunque mi sento emozionata e onorata e avverto anche il peso della responsabilità. È andato tutto al di là delle più rosee aspettative».
Però era sembrata una mossa mediatica avere affidato a cinque donne di guidare le liste per le europee.
«Ma ciascuna di noi sapeva di doversi misurare con il consenso: il fatto di essere capolista non garantiva nulla. È stata, ripeto, la scommessa di una nuova classe dirigente. E l`abbiamo vinta. Non c`è stata una questione mediatica. Se si scorrono le preferenze espresse, si Vede che il Pd è un partito di persone che ci hanno messo la faccia, che si sono confrontati con i cittadini e hanno riscosso fiducia raccogliendo migliaia di voti. Questa è stata la nostra ricetta».
Quindi non siete state uno specchietto per le allodole?
«È stato detto, ma è stata una delle offese di questa campagna elettorale. Io mi dimetterò da parlamentare italiana per poter svolgere íl mio ruolo in Europa e vado a Bruxelles molto contenta dopo questo risultato».
Perché non avete festeggiato al Pd?
«Sembrerà strano, siamo tutti molto contenti, è un risultato storico: il terzo migliore risultato di un partito nella storia repubblicana. Ma sentiamo la responsabilità di cambiare, l`impegno a non deludere. Abbiamo suscitato una grande speranza».
II Pd è Renzi. Senza di lui, cosa resterebbe del Pd?
«Ho già sentito questa osservazione. Ma c`è una nuova classe politica, un nuovo governo, dei nuovi amministratori, chi ha già lavorato in Europa, una nuova segreteria, ed è un lavoro di tutti. Il Pd c`è, eccome. C`è stato un ricambio ma è in tutta la sua pienezza».
Ha dimenticato gli insulti dei 5Stelle?
«Il risultato la dice lunga su cosa hanno comunicato i 5Stelle. È evidente che gli italiani hanno dato un voto alla speranza e non alla rabbia. Questo è stato un voto a chi si è rimboccato le maniche e ha messo in piedi un piano di riforme che dobbiamo portare avanti. Un voto alla proposta piuttosto che alla protesta: non abbiamo voluto piegarci all`insulto e siamo andati avanti a lavorare, raccontando l`Europa che vogliamo costruire e gli elettori hanno capito che siamo una nuova classe dirigente che ci sta mettendo la faccia».
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