26 gennaio 2015

La newsletter di Lucrezia Ricchiuti

 





 




Commissione 6^ Finanze e Tesoro
Commissione parlamentare d'inchiesta sulle mafie


Carissime e carissimi amiche, amici, compagne, compagni, simpatizzanti e cittadini tutti:

la fase politica che stiamo attraversando sta per raggiungere una congiunzione astrale decisiva per le nostre prospettive.

La disoccupazione è alle stelle (quella giovanile di più); i consumi ristagnano; mafie e corruzione prosperano, nonostante l’insostituibile lavoro di procure della Repubblica e Autorità anticorruzione.

In Lombardia abbiamo sempre un problema in più, la Giunta regionale. Come se non bastassero le politiche sbagliate e la persistente opacità gestionale di Maroni, è arrivato pure il convegno omofobo con tanto di sacerdote pedofilo allegato.

Però tutta la politica è concentrata su legge elettorale, riforma costituzionale e nuovo presidente della Repubblica.

Vorrei condividere con voi alcune riflessioni, anche perché mi sono guadagnata – in parte mio, malgrado – i titoli dei quotidiani con una plateale protesta ieri in Senato, lo riconosco.



La legge elettorale – ha ragione Pippo Civati – è un porcellum con le ali. Non è vero che è migliore della legge Calderoli. Forse è anche peggio: su 630 deputati almeno 400 saranno eletti come capilista bloccati. Quel che è peggio è che i partiti – sondaggi alla mano – circoscrizione per circoscrizione potranno così sapere esattamente quanti seggi prenderanno e chi mettere come capolista bloccato. Poi ci saranno le pluricandiature. Renzi – poniamo – si potrà presentare in 10 circoscrizioni per liberarne, al momento dell’opzione 9, decidendo quindi chi entra e chi no alla Camera.

Le preferenze sui candidati successivi al capolista sono un imbroglio. Varranno solo per il partito che vince il premio di maggioranza e comunque sono in ottica proporzionale. Tra candidati della stessa lista sarà una gara a rubarsi le preferenze dello stesso elettorato invece di andare a convincere gli elettori degli altri partiti, come avremmo dovuto fare con il Mattarellum che era un maggioritario a collegio uninominale.

Non parliamo poi delle elezioni primarie: avevo proposto che la legge ne stabilisse la necessità ai fini della formazione delle liste ma che il governo disciplinasse i dettagli con proprio regolamento.

La Ministra Boschi ha dato parere contrario: emendamento bocciato. Un quarto d’ora dopo, un senatore di Scelta civica predispone un ordine del giorno che impegnava il governo a fare esattamente la stessa cosa e lei dà parere favorevole. Penso che avessi delle buone ragioni per arrabbiarmi!

Voterò contro e credo che molti di voi siate d’accordo.

Quanto alla riforma del bicameralismo, si è fatto poco e male. Bastava ridurre il numero di deputati e senatori e differenziare un poco le funzioni delle due Camere. Invece si è scelto un pastrocchio micidiale, in cui il numero dei deputati rimane inalterato.

Il Senato invece diviene una Camera alta di consiglieri regionali, che non avranno l’indennità ma l’immunità invece sì, piena come i deputati, pur non esercitando le stesse funzioni. I senatori di nomina saranno sempre 5, come adesso. Solo che adesso sono 5 su 315, dopo la riforma saranno 5 su 100, quindi conteranno molto di più.

Il Senato dovrebbe rappresentare le autonomie territoriali a Roma tramite i consiglieri regionali eletti dalle regioni. Ma non sarà così.

Vi faccio due esempi: la sanità rimane alle competenze regionali ma la determinazione in sede nazionale dei livelli essenziali di assistenza sarà una competenza legislativa statale della sola Camera. Che potranno dire i nuovi senatori? Poco e niente. E le tasse locali come IMU e TASI? Restano di competenza regionale e comunale. Peccato che la materia legislativa del sistema tributario e del coordinamento della finanza pubblica è competenza statale della sola Camera. Che ci staranno a fare allora i nuovi senatori? Davvero non lo so. Il mio pensiero è che si tratti di una riforma poco coerente.

Voterò contro e credo che molti di voi siate d’accordo.

Già: lo credo e lo spero. Non penso possa passare l’idea che occorra fare le riforme purché siano. Renzi ha ragione quando dice che siamo stati 20 anni fermi. Ma non è un buon motivo per fare cattive leggi.

L’Italia ha bisogno di riforme economiche e di combattere le sperequazioni sociali che stanno minando il futuro dei giovani. Ha bisogno di innovazione vera, non dello show quotidiano senza politica e senza contenuti.

Last but not least, il Presidente della Repubblica. Vorrei che avesse tre caratteristiche: rappresentativo del Paese migliore, autorevole e con la schiena dritta. Donna o uomo, m’importa poco. Politico o non, se ha quei connotati non fa niente. Temo che se esce dal Patto del Nazareno – però - non somiglierà a quello che ci serve.

Se esce di lì non lo voterò e credo che molti di voi siate d’accordo.

Un caro abbraccio,
Lucrezia Ricchiuti

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