Ladroni in bocca nostra
"Ho sentito Longo stamattina, m'ha detto:
allora il Senatore Rizzi è stato ufficialmente nominato come l'interlocutore
per la sanità del Presidente Maroni... Gh'o dit congratulazioni Luca: adesso
questo qui s'è fatto fare questo progetto dentiere pazienti anziani... el ciapa
utantamila euro l'an per non fare un cazzo". In queste poche righe di
intercettazione a carico di Maria Paola Canegrati sono concentrati gli elementi
salienti dell'inchiesta che ha portato in carcere 21 persone lo scorso martedì.
Il mandante politico di Rizzi è Maroni, è lui che gli ha messo in mano le
chiavi della legge di riforma della sanità lombarda. Per questo abbiamo
depositato la mozione di sfiducia nei suoi confronti, che verrà discussa il
prossimo 1 marzo. Chiediamo a tutti i cittadini lombardi di sottoscriverla su
change.org
Fazzoletti verdi
Nel luglio del 2014 Maroni ricevette l'avviso di
garanzia per le false consulenze di Eupolis, per le quali sarà a processo la
prossima settimana. Nel corso del dibattito che si svolse in quella occasione
gli chiesi conto di altre consulenze fittizie, elargite solo per ragioni di
affinità politica: in particolare quella affidata a Mario Longo “per non fare
un c…o” come dice la Canegrati. Non mi fu data risposta: l'uomo era il
responsabile nazionale della Lega per l'odontoiatria e ciò bastava a
certificarne la competenza scientifica. Mi consento questa autocitazione per
rispondere a chi ci rimprovera di non esserci accorti per tempo di quanto
succedeva. Di denunce politiche ne abbiamo fatte a iosa in questi anni,
evidenziando come alla cupola ciellina si stesse affiancando la cerchia dei
fazzoletti verdi. Purtroppo siamo stati inascoltati.
La settimana in Regione
In attesa che Maroni venisse a manifestare la sua
incazzatura in aula, la seduta di martedì è stata concentrata sulle modifiche
alla legge regionale sul turismo approvata nell'ottobre scorso. Esse si sono
rese necessarie per evitare l'impugnativa del governo, in particolare sulla
questione della revoca dei contributi alle strutture recettive che ospitino
profughi. La Lega ha dovuto fare un parziale passo indietro, ammettendo che la
norma non opera in presenza di ragioni di ordine pubblico o sicurezza. Ciò può
forse bastare per non incorrere nella incostituzionalità ma non ne elimina la
disumanità. Per questo il gruppo del PD ha ribadito il proprio NO. Nella stessa
seduta è stato approvato un ordine del giorno, di cui sono stato primo
firmatario, a sostegno dei lavoratori della Star.
Il PD Lombardo Veneto
Lunedì scorso abbiamo incontrato i colleghi del
gruppo PD della Regione Veneto, guidato da Alessandra Moretti. Abbiamo deciso
di lanciare insieme la sfida al duo Maroni-Zaia sui temi dell'autonomia, delle
ricadute della riforma costituzionale e del riassetto degli enti locali.
Porteremo nei nostri consigli una proposta unitaria per l'attuazione del
regionalismo differenziato senza ricorrere agli inutili e costosi referendum di
stampo leghista.
La Pedemontana
Tre province (Varese, Como, Monza Brianza), decine
di comuni, due problemi unificanti: l'inadempienza della società Pedemontana
rispetto agli impegni assunti con l'accordo di programma per le opere
compensative e l'eccessivo costo del pedaggio che scoraggia l'uso dei tratti
già in esercizio e riversa traffico sulla viabilità ordinaria. Il PD regionale
sta raccogliendo in un dossier queste criticità e le presenterà al ministro
Delrio che si è reso disponibile ad un incontro a breve. Dal Governo deve
arrivare un forte richiamo a Maroni, principale responsabile dell'opera,
affinchè chiarisca come intende procedere, con quali risorse e con quali tempi.
Il pericolo è che nel frattempo si continuino a drenare gli unici soldi
disponibili da Serravalle, indebolendo di molto questa società da cui le
province di Milano e Monza ricavavano buona parte del necessario alla
manutenzione della propria rete viaria.
Diario della crisi: alberghi ed energia
400 lavoratori della catena Atahotel, che nel milanese gestisce 5
alberghi, rischiano il posto di lavoro per la chiusura delle strutture dal 31
dicembre scorso. Il problema nasce dal fatto che l'Enpam, proprietario dei
muri, ha disdetto il contratto di locazione, preferendo affittare ad altri
operatori. I subentranti non intendono accollarsi il personale precedente, in
quanto formalmente non tenuti e, soprattutto, più conveniente per loro
assumerne di nuovo usufruendo della riduzione contributiva e delle regole
previste dal Jobs Act. Altri 250 esuberi
sono invece previsti dal gruppo General Electric, che ha rilevato la Alstom di
Sesto San Giovanni. In questo caso la motivazione addotta è il calo della
domanda di energia da fonti termiche, dovuta sia ai minori consumi che allo
sviluppo di fonti alternative.
Insomma, il conto della crisi ha un solo pagatore:
il lavoro.
Appuntamenti
Mercoledì 24 febbraio alle 21.00 Direzione
provinciale a Monza, giovedì 25 alle 17.00 a Milanow, sabato 27 alle 9.00
convegno PD Monza e Brianza sulle riforme.
Enrico Brambilla
www.enricobrambilla.it
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