Per fare confusione si dice che i candidati sono tutti uguali. Non è vero, le differenze ci sono eccome.
Tra noi e loro c’è un confine, prima ancora che etico e culturale, proprio di carattere e di approccio: in una parola, di stile.
Il mondo di oggi ci presenta ad ogni momento problemi complicati: spesso prima che pensare alle soluzioni, bisogna sapere come gestirli. Questo è il saper fare di cui c’è bisogno.
Loro son schematici e impulsivi. La competenza è il merito non è un loro problema, loro preferiscono affiliati e affidabili. Non hanno tempo per aspettare.
Per noi occorre pazienza e saper fare, doti che pensiamo di avere e in cui ci alleniamo.
Per loro la rudezza e la minaccia è la prima risposta, con cui non si risolve proprio nulla.
Oggi fare è farsi carico, ascoltare; e non urlare ed aggredire come fanno loro.
Noi siamo per il rispetto, loro per l’irrisione.
Noi parliamo, condividiamo, loro ringhiano e si appropriano.
Noi ci guardiamo intorno e vediamo fiumi di verde che attraversano la città, loro fanno leggi che permettono fiumi di cemento; noi vogliamo prati, loro consumano suolo e ci tolgono l’erba sotto i piedi.
Noi curiamo le nostre radici perché vogliamo grandi ali con cui volare sul mondo. Loro costruiscono muri e barricate, scavano trincee nelle quali cresce solo l’odio.
Noi vogliamo amore tra le persone: ciascuno ha diritto di amare e di costruire nella serenità il proprio futuro e quello dei figli. Loro non conoscono le differenze e non le rispettano: accendono luci sul Pirellone, che non rischiarano la notte, ma la rendono più buia.
Le loro idee, la loro ideologia, come più volte nella storia, è rigida ed aggressiva. Noi sappiamo resistere. E la nostra è una resistenza saggia e paziente, una ostinazione civile che si nutre di una certezza: il mondo è di chi lo ama nella sua infinità diversità.
E alla fine l’amore vince sempre. Anche l’amore per la nostra città.
http://www.associazioneumbertoambrosoli.it/
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