2 maggio 2016

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA

Sabato 30 Aprile 2016
Povero federalismo
La notizia più preoccupante della settimana riguarda il calo delle aspettative di vita in Italia: 80,1 anni per gli uomini (contro 80,3 nel 2014) e 84,7 per le donne (contro 85 nel 2014). Strepitoso il Corriere dello Zar (alias Corriere della Sera) prontissimo nell'individuare il colpevole: il federalismo fallito della Sanità (titolone del 28 aprile). I 20 diversi sistemi sanitari non garantirebbero le medesime opportunità di cura per tutti. Ci sarebbe molto da discutere sulle cause di variazione dei tassi di mortalità: l'impoverimento generale non è certamente fattore estraneo. Quel che però più mi sorprende è come si sia passati, nel giro di pochi anni, dal considerare il federalismo quale panacea per risolvere ogni male a causa di ogni problema. Servirebbe maggior equilibrio. E comunque, io non credo affatto che se i nostri ospedali venissero governati direttamente da Roma funzionerebbero meglio.
La settimana in Regione
L'evento più significativo, in una settimana priva di seduta consiliare, è stata la visita del Vescovo di Aleppo. Le sue amare riflessioni sulla Siria, sul ruolo di Putin, sulla disperante alternativa tra l'Isis ed Assad, si sono concluse con un appello  all'accoglienza dei profughi, risultato sgradito ai pochi leghisti presenti. A Palazzo Lombardia invece Maroni ha ancora rinviato la nomina dell'assessore alla sanità, precisando che i fatti di Roma (l'appoggio di Berlusconi a Marchini) potrebbero avere anche ripercussioni locali. Il che rafforzerebbe le quotazioni di Viviana Beccalossi (Fratelli d'Italia) contro le pretese forziste. Infine, nella seduta di Giunta di ieri, oltre ad aver assunto determinazioni sulle misure "Bonus famiglia" e "Nidi gratis", su cui riferirò nel prossimo numero, ha annunciato iniziative straordinarie contro l'abusivismo nelle Aler e sconti per chi paga con addebito automatico. La campagna elettorale fa miracoli.

Maroni candidato, processo rinviato?
Roberto Maroni si è candidato nella lista della Lega per le comunali di Varese. Ci siamo in tanti interrogati sulle ragioni di questa scelta assai singolare: voglia di dare una mano per mantenere al centrodestra l'unico capoluogo di provincia o necessità di ribadire una leadership nel suo movimento oggi offuscata da Salvini? Nessuna delle due spiegazioni è convincente. Ora si svela la motivazione vera: la prossima settimana dovrebbe finalmente iniziare il processo a suo carico, già rinviato per un paio di volte. La campagna elettorale potrebbe essere ragione di legittimo impedimento, per spostare ancora di almeno un paio di mesi un dibattimento assai spiacevole. La decisione ora spetta ai giudici.

Come è difficile semplificare
Negli ultimi dieci anni Regione Lombardia ha investito oltre due miliardi di euro sull'informatica sanitaria, traendone scarsi risultati. Siamo al 12° posto in Italia sulla ricetta farmaceutica dematerializzata, mentre quella per le prestazioni ambulatoriali è ferma al 4%. Anche la prenotazione delle visite avviene ancora col tradizionale metodo della coda: su oltre 178 milioni di prestazioni erogate nel 2015 solo 3,5 milioni sono passate attraverso il costoso call center regionale e 56 mila tramite internet. Dati sconfortanti, che il settore sanitario condivide con altri, ad esempio quello agricolo. Anche lì è stato messo in piedi un farraginoso sistema informatizzato per la gestione delle misure di sostegno, con risultati imbarazzanti. Il filo rosso che lega questi servizi malfunzionanti lo offre da anni Lombardia Informatica, società in house guidata da un fedelissimo del Carroccio.


Diario della crisi: IBM Italia
Parlare di crisi per una società che ha chiuso gli ultimi due bilanci con centinaia di milioni di utile e che si appresta a sbarcare a Rho-Fiera sull'ex area Expo è piuttosto singolare. Eppure IBM Italia, società interamente posseduta dalla casa madre olandese, licenzia. Dopo aver ceduto a Modis (controllata da Adecco) 306 dipendenti ad inizio anno, ora ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 290 lavoratori, 190 dei quali dirigenti. Il motivo è sempre riconducibile all'età avanzata ed al profilo non più interessante dei soggetti che si vogliono espellere dall'azienda, per rimpiazzarli con nuovi ingressi meno costosi e più funzionali. Rimane l'interrogativo, ormai retorico: è giusto poter assumere utilizzando incentivi pubblici dopo aver licenziato e scaricato sulla collettività costi sociali?

Appuntamenti
Domenica festa del 1 maggio al circolo ARCI Motta di Vimercate, con lumache e polenta; lunedì 2 maggio alle 10 a Palazzo Pirelli convegno del gruppo PD su Eusalp, la strategia europea sulla macro regione alpina.
Enrico Brambilla

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