24 gennaio 2018

LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA


Sabato 20 Gennaio 2018

La razza bianca
L’infelice uscita di Attilio Fontana a Radio Padania sulla razza bianca, messa a repentaglio dalla presunta invasione islamica, non è stata frutto di un malinteso.
Il neo-candidato del centrodestra alla presidenza di Regione Lombardia, al di là dell’apparenza rispettabile, la pensa proprio così ed è ossessionato dai migranti (e non solo). La sua battuta, oltre ad essere stata fatta ad arte per guadagnargli una notorietà mediatica di cui non disponeva, fa intendere chiaramente quel che accadrà se dovesse essere lui il successore di Maroni. C’è da aspettarsi un ulteriore scatto nelle azioni discriminatorie e di manifesta avversione verso tutti coloro che non rientrano nei canoni padani. Il passaggio di testimone da un avvocato varesino all’altro andrebbe a scapito dei più deboli e di chi in questi anni ha cercato, con fatica, di organizzare progetti di accoglienza.

La settimana in Regione
Le due sedute conclusive della X legislatura hanno visto l’approvazione di ben 7 progetti di legge, oltre ad una risoluzione ed un paio di atti amministrativi.
Oltre alle due norme in materia elettorale di cui riferisco a parte i provvedimenti varati hanno riguardato: il sostegno alle vittime del dovere, la promozione e valorizzazione del termalismo lombardo, l’istituzione del codice identificativo per case ed appartamenti per vacanze, misure a sostegno delle emittenti radiotelevisive locali. Infine è stata approvata una razionalizzazione dell’ordinamento regionale, con l’abrogazione di 200 leggi preesistenti. Le giornate d’aula sono state caratterizzate da forti fibrillazioni interne alla maggioranza, incapace di garantire in più occasioni il numero legale anche per l’agitazione della Lista Maroni. I suoi consiglieri infatti si sono sentiti abbandonati dal loro leader, hanno sfiduciato il capogruppo e votato non sempre in maniera allineata. Solo dopo alcune sospensioni è tornato il sereno, ma la schiarita è solo temporanea.

Meno firme
Gli interventi sulla legge elettorale regionale sono stati due: con il primo, votato all’unanimità, si sono ridotte della metà le firme necessarie per presentare liste prive di rappresentanza nel Consiglio uscente. Sono stato il proponente di questa legge, dopo che un analogo emendamento a dicembre era stato respinto dalla maggioranza. C’è chi teme che questo finisca per essere un regalo a liste con noi competitive: viceversa ritengo che la mancanza del proprio simbolo spinga l’elettore ancor più all’astensionismo ed al rifiuto della politica. Il successo elettorale va costruito acquisendo consenso al proprio progetto, non impedendo l’accesso ad altri. Credo sia giusto porre un filtro minimo, per evitare abusi: le circa diecimila sottoscrizioni ora necessarie per essere presenti in tutta la Regione (contro le ventimila precedenti) sono un numero adeguato, in linea con le richieste nazionali e coi ristretti tempi di raccolta.

Sliding doors
Molto più contrastata la seconda modifica, passata per un solo voto. Su proposta di Forza Italia è stata infatti introdotta l’incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di assessore regionale. D’ora in avanti l’eletto che fosse chiamato a far parte della giunta cesserà di far parte del Consiglio: è la stessa regola applicata nei Comuni. Con una differenza però: non si tratterebbe di decadenza ma di sospensione, con diritto al reintegro nel proprio scranno in caso di cessazione dell’esperienza assessorile. La ragione di questa scelta è duplice: aumentare i posti a disposizione ed assicurare i numeri della maggioranza in aula anche in assenza degli assessori. La controindicazione principale sta nell’assimilare un’assemblea legislativa ad un Consiglio comunale, mentre in Parlamento non c’è incompatibilità tra l’essere deputato e ministro. È una soluzione inedita in Italia: in Toscana, ad esempio, c’è l’incompatibilità ma con decadenza. Le porte girevoli stanno solo in Lombardia.

L’ultima recita
Roberto Maroni si è presentato per l’ultima volta in Consiglio lo scorso martedì. Ha illustrato lo stato d’avanzamento della trattativa col governo sull’autonomia. Annunciando che entro fine febbraio potrebbe essere sottoscritta una pre-intesa che fissi alcuni principi. Sperava forse di suscitare entusiasmo, ha dovuto ascoltare le considerazioni del sottoscritto che prendevano atto dell’ennesimo fallimento del suo quinquennio. Che si chiuderà, anche in questo campo, con un nulla di fatto. Bisognerà ripartire daccapo nella prossima legislatura, visto il tempo colpevolmente perso per l’ossessione referendaria. Il governatore se ne è quindi andato, scocciato, senza salutare, senza una parola sulla sua scelta di non ricandidarsi. Una brutta uscita di scena.

Appuntamenti
Domenica 21 dalle 9:30 presidio antifascista in Piazza Roma a Vimercate. La Direzione regionale del PD è convocata lunedì 22 alle 17.30 per approvare il regolamento sulle candidature e sabato 27 alle 10.00 per approvare le liste per le elezioni regionali.
Martedì 23 alle ore 21.00 Direzione provinciale PD Monza e Brianza.

Enrico Brambilla

www.enricobrambilla.it


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