6 febbraio 2018

Ci ha lasciato una persona da non dimenticare

La Resistenza di 'Cif' Villani:
"Mi salvò un repubblichino che avevo deciso di non uccidere"
Il racconto di un partigiano milanese.
Dall'8 settembre al 25 aprile, passando dalle carceri della Repubblica di Salò e i tentativi di liberare Parri
di ZITA DAZZI

Giunto a Milano l'8 settembre 1943, col ritorno dei fascisti che pretendevano di reclutare i giovani, a Villani sembrò del tutto normale rispondere di no e schierarsi contro. Si collegò subito ad Arturo Capettini, gappista milanese, che gli diede fiducia e lo incaricò di organizzare un gruppo di giovani autonomi e che battezzò "Giovani studenti per la libertà".
Villani si mise in contatto con alcuni giovani e Azione e libertà, divenne amico e collaboratore del giovane Bruno Trentin, oltre che di Leo Valiani. Riesce ad agganciare  alcuni lavoratori dell'Atm in preparazione sciopero del marzo 1944. Il raggruppamento diviene numeroso e fa capo a Sergio Kasman, capo di Giustizia e libertà a Milano, braccio destro di Ferruccio Parri, ucciso il 9 dicembre 1943.

Il raggruppamento del quale faceva parte Villani si era spinto ad affiggere manifesti in piazza del Duomo a Milano,  tra febbraio e marzo 1945, ma l'azione andò male. Giuseppe Canevari, un giovane antifascista  di 17 anni venne catturato, condotto nella sede della Muti di via Rovello e ucciso.

Ferruccio Parri e il partigiano Walter de Hoog, di origine olandese, nome di battaglia Tulipano, stretto collaboratore di Parri, vengono arrestati il 2 gennaio 1945 in via Vincenzo Monti 92 dai tedeschi. Per liberarlo, Cif con Edgardo Sogno e Bruno Trentin, si reca al Comando generale della banda repubblichina Carità a Porta Venezia, vestiti tutti e tre da brigatisti neri. Salgono al terzo piano dell'edificio e, mitra spianati, ordinano a tutti di alzare le mani. "Mentre Sogno parlava, uno dei brigatisti seguitava a muoversi. MI avvicinai allungandogli la bocca del mitra tra collo e orecchio. Questo atto di clemenza mi salvò la vita, qualche mse più tardi". 

Quel viso Villani infatti lo avrebbe rivisto durante la sua carcerazione a Como e fu proprio quel repubblichino graziato, che gli risparmiò la vita. l tentativo fallisce perché Tulipano era già stato fatto salire su un convoglio diretto a Mauthausen.

Villani
lucidissimo ricorda anche quando con Trentin viene di nuovo affidato il compito di liberare Parri, che secondo le informazioni sarebbe stato trasportato dall'Albergo Regina all'ospedale militare. Villani e Trentin predispongono l'assedio all'ospedale militare, ma ricevono poi l'ordine dal comando di tornare alle proprie basi. Anche questa operazione sfuma. Una lunga storia di battaglie e di azioni militari, fino al giorno della LIberazione.

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