Domenica, 28 Luglio 2019
Dalla Direzione
Ieri ho partecipato per la prima volta alla Direzione Nazionale del PD, in qualità di membro della Commissione Nazionale di Garanzia.
Ne sono uscito rinfrancato e con la convinzione che, per quanto lungo potrà essere il nostro cammino nel deserto gialloverde, valga la pena di percorrerlo insieme.
Buona parte del merito va riconosciuta a Nicola Zingaretti, capace di condurre il gruppo ed indicare una meta. Riconosco però anche a molti di coloro che sono intervenuti con posizioni critiche di averlo fatto quasi sempre nel merito, contribuendo quindi ad una sintesi migliore.
Siamo in una situazione del tutto inedita: c’è una crisi permanente di governo, palese ma ufficialmente negata. Nulla sembra più unire Lega e 5 stelle se non la difesa del potere: eppure la maggioranza in parlamento è ampia ( si veda quanto successo sul decreto sicurezza-bis ) ed il rapporto con il Paese ancora apparentemente solido. Nè i pessimi risultati economici nè gli scandali Siri e Russia-gate sembrano incidere sul l’orientamento degli italiani, semmai più colpiti dalle manipolazioni del caso Bibbiano alimentato tutto in chiave anti PD.
L’assenza di una qualsiasi cultura istituzionale tra i protagonisti rende ad oggi imprevedibile qualsiasi esito: io presumo che questo governo durerà ancora a lungo: ma se così non fosse, ieri è stato chiaramente ribadito che il PD non sarà disponibile a nessun accordo in questa legislatura.
Abbiamo quindi evitato di dividerci su un argomento degno della miglior teologia bizantina: l’anima dei cinquestelle, ovvero se siano uguali, migliori o peggiori della Lega.
Mettiamola così: sono ugualmente pericolosi nel disprezzo della democrazia rappresentativa, meno oscurantisti su alcuni temi etici (vaccini a parte), più inaffidabili e settari.
In ogni caso è da escludere qualsiasi ipotesi di alleanza con loro e con questo gruppo dirigente.
Ciò detto occorre guardare al futuro, lavorare sulle loro contraddizioni, evitare di schiacciarli sulla Lega, alimentarne gli smottamenti, recuperare almeno in parte il loro elettorato.
Affinché ciò sia possibile il PD deve darsi un’identità più netta e riconoscibile, concorrenziale al M5S ed alternativa alla Lega.
Facendo, infine, attenzione al pericolo ancor maggiore: la capacità di del centrodestra di ricompattarsi quando necessario. Ne abbiamo avuto un segnale chiaro ieri a Monza e Brianza, nell’elezione del nuovo Presidente della Provincia. Purtroppo per un pugno di voti Concetta Monguzzi è stata sconfitta. Non ho ancora tutti gli elementi per capire cosa ci sia mancato, ma è chiaro cosa abbia fatto vincere gli altri.
Buona estate
Enrico Brambilla
www.enricobrambilla.it
Nessun commento:
Posta un commento