22 maggio 2018
21 maggio 2018
LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA
Sabato 19 Maggio 2018
Cronache dall’Ergife
Cominciamo dalla fine: con 294 voti favorevoli, 8 astenuti e nessun contrario l’Assemblea nazionale del PD ha approvato la relazione del segretario reggente Maurizio Martina. I punti salienti sono così riassumibili: mettersi al lavoro per correggere gli errori che ci hanno portato alla sconfitta, opposizione al governo Lega-M5S escludendo però aperture a Forza Italia, impegno a portare al congresso entro l’anno (e con forme diverse dal passato) per l’elezione del nuovo segretario, nel frattempo nuova gestione collegiale del partito. Conclusione tutto sommato positiva (anche se a platea ormai ridotta) di una giornata nata male e che faceva presagire esiti peggiori. Un discreto pareggio che muove la classifica, ma ora occorre migliorare la qualità del gioco.
L’Ordine del giorno
I mille delegati accorsi a Roma da tutt’Italia avrebbero dovuto discutere di un diverso odg: i provvedimenti conseguenti alle dimissioni del segretario (secondo Statuto, elezione di un nuovo segretario ovvero scioglimento e convocazione del congresso). Dopo oltre un’ora e mezzo di ritardo il Presidente dell’Assemblea Orfini ha messo ai voti il rinvio di queste decisioni ad una prossima seduta, per dedicare la giornata ad una discussione sulla fase politica. La proposta è passata a maggioranza. Ho votato contro sia per rispetto delle regole (neppure in un’assemblea di condominio si cambiano così all’ultimo momento gli argomenti) sia e soprattutto perchè i rinvii sono in genere manifestazione di debolezza ed incapacità di fare scelte. Cose entrambe dannose alla tenuta del PD.
17 maggio 2018
Anche a Sulbiate è una realtà
Lombardia, regione leader nel commercio equosolidale
Redazione di Vita.it
81 organizzazioni, 139 punti vendita e un giro d’affari di oltre 60 milioni di euro i dati del primato lombardo. Presentata la ricerca “Lombardia equa e solidale” che affronta anche il tema del “domestic fair trade”
La Lombardia è la regione italiana dove ha maggior successo il Commercio Equo e Solidale. Sono infatti 81 le organizzazioni censite dalla ricerca realizzata da Altreconomia per la Regione Lombardia, che vantano sul territorio non meno di 139 punti vendita (le cosiddette “Botteghe del mondo”) e fatturati per oltre 16 milioni di euro. È possibile stimare che i lombardi spendano oltre 60 milioni di euro in prodotti del fair trade.
Distribuzione provinciale di punti vendita e organizzazioni (fonte ricerca "Lombardia equa e garantita")
Redazione di Vita.it
81 organizzazioni, 139 punti vendita e un giro d’affari di oltre 60 milioni di euro i dati del primato lombardo. Presentata la ricerca “Lombardia equa e solidale” che affronta anche il tema del “domestic fair trade”
La Lombardia è la regione italiana dove ha maggior successo il Commercio Equo e Solidale. Sono infatti 81 le organizzazioni censite dalla ricerca realizzata da Altreconomia per la Regione Lombardia, che vantano sul territorio non meno di 139 punti vendita (le cosiddette “Botteghe del mondo”) e fatturati per oltre 16 milioni di euro. È possibile stimare che i lombardi spendano oltre 60 milioni di euro in prodotti del fair trade.
Distribuzione provinciale di punti vendita e organizzazioni (fonte ricerca "Lombardia equa e garantita")
14 maggio 2018
Intervista a Maurizio Martina.
"Un anno per il rilancio della sinistra e del Pd"
Scritto da Redazione PD Monza
“La nostra idea di partito si è rivelata insufficiente. Anche rispetto alle sfide di un radicamento nei territori. Occorre ripensare a come si sta nelle periferie, come si organizza una presenza di prossimità”. Intervista della giornalista Giovanna Vitale.
«Sono giorni duri per il Pd, ma io sono assolutamente convinto che possiamo ripartire». Alla vigilia di un appuntamento cruciale, per il futuro dei dem e un po’ pure per il suo, il reggente Maurizio Martina lancia la sua sfida al vertice del partito. «Di fronte alla nascita del governo più a destra della storia recente, è giusto dirsi che non basteranno gli anatemi: dobbiamo costruire un’alternativa popolare alla saldatura tra Lega e M5S superando le divisioni del passato, allargando ad energie nuove, ribadendo il nostro ruolo da protagonisti nel campo progressista. Perciò io mi proporrò segretario in assemblea con una idea: un anno di lavoro costituente per aprire una pagina nuova per il Pd, in grado di riscrivere la nostra funzione nel cuore del centrosinistra».
Scritto da Redazione PD Monza
“La nostra idea di partito si è rivelata insufficiente. Anche rispetto alle sfide di un radicamento nei territori. Occorre ripensare a come si sta nelle periferie, come si organizza una presenza di prossimità”. Intervista della giornalista Giovanna Vitale.
«Sono giorni duri per il Pd, ma io sono assolutamente convinto che possiamo ripartire». Alla vigilia di un appuntamento cruciale, per il futuro dei dem e un po’ pure per il suo, il reggente Maurizio Martina lancia la sua sfida al vertice del partito. «Di fronte alla nascita del governo più a destra della storia recente, è giusto dirsi che non basteranno gli anatemi: dobbiamo costruire un’alternativa popolare alla saldatura tra Lega e M5S superando le divisioni del passato, allargando ad energie nuove, ribadendo il nostro ruolo da protagonisti nel campo progressista. Perciò io mi proporrò segretario in assemblea con una idea: un anno di lavoro costituente per aprire una pagina nuova per il Pd, in grado di riscrivere la nostra funzione nel cuore del centrosinistra».
9 maggio 2018
Impastato, 40 anni dall’uccisione la sua voce è più viva che mai
Peppino Impastato aveva trent’anni quando quarant’anni fa, il 9 maggio del 1978, venne trovato morto, dilaniato da 4 kg di tritolo sui binari della linea Palermo-Trapani, dove il suo corpo fu portato già privo di vita.
Peppino era l’anima di Radio Aut, l’emittente che da Cinisi, il paese del boss Gaetano Badalamenti, denunciava a voce alta la potente mafia locale, quella che all’epoca si nutriva soprattutto di omertà, sbeffeggiandola e rivelandone crimini, soprusi e affari illeciti.
Ma Peppino era anche un militante di Democrazia proletaria – era tra i candidati al consiglio comunale alle elezioni che si sarebbero svolte di lì a una settimana -. E tanto bastò agli inquirenti che si occuparono del caso, il maggiore dei carabinieri Antonio Subranni – oggi condannato nel processo sulla trattativa Stato-mafia – e il maresciallo Alfonso Travali, per archiviare quella morte come un fallito attentato, o al massimo un suicidio.
Continua a leggere...»
Peppino era l’anima di Radio Aut, l’emittente che da Cinisi, il paese del boss Gaetano Badalamenti, denunciava a voce alta la potente mafia locale, quella che all’epoca si nutriva soprattutto di omertà, sbeffeggiandola e rivelandone crimini, soprusi e affari illeciti.
Ma Peppino era anche un militante di Democrazia proletaria – era tra i candidati al consiglio comunale alle elezioni che si sarebbero svolte di lì a una settimana -. E tanto bastò agli inquirenti che si occuparono del caso, il maggiore dei carabinieri Antonio Subranni – oggi condannato nel processo sulla trattativa Stato-mafia – e il maresciallo Alfonso Travali, per archiviare quella morte come un fallito attentato, o al massimo un suicidio.
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Aldo Moro e la lezione del dialogo oltre le ideologie
Tante parole sono state scritte, perché immenso è stato il contributo di pensiero di Aldo Moro. Personalmente desidero ricordare uno dei “padri costituenti” con questa meravigliosa fotografia. Un’immagine presente anche in tanti circoli del Pd capace ancora di fare battere il cuore. La stretta di mano insieme a un altro gigante della storia, Enrico Berlinguer.
4 maggio 2018
Da dove ripartire?
Scritto da Maurizio Montanari - sito PD Monza
In un breve articolo su Repubblica del 28 Aprile l'economista Emanuele Felice cita due fatti : L'Italia è il paese dell'eurozona con i più bassi livelli di istruzione e quello con la disuguaglianza più alta, tolti Grecia e Portogallo.
Ne consegue che “i livelli di istruzione e gli squilibri tra generazioni e tra Nord e Sud devono essere i punti cardinali di una politica riformista”.
Io ripartirei da qui.
E ripartirei cercando il dialogo con le altre forze politiche e le parti sociali del centrosinistra. Consapevoli che, per riaprire davvero questo dialogo, il PD dovrà essere disponibile a rivedere alcune delle proprie posizioni e realizzazioni di governo.
Come possiamo pensare di recuperare consenso se non dimostrando, con atti di discontinuità, che stiamo cercando vie nuove? E che le stiamo cercando non da soli?
In un breve articolo su Repubblica del 28 Aprile l'economista Emanuele Felice cita due fatti : L'Italia è il paese dell'eurozona con i più bassi livelli di istruzione e quello con la disuguaglianza più alta, tolti Grecia e Portogallo.
Ne consegue che “i livelli di istruzione e gli squilibri tra generazioni e tra Nord e Sud devono essere i punti cardinali di una politica riformista”.
Io ripartirei da qui.
E ripartirei cercando il dialogo con le altre forze politiche e le parti sociali del centrosinistra. Consapevoli che, per riaprire davvero questo dialogo, il PD dovrà essere disponibile a rivedere alcune delle proprie posizioni e realizzazioni di governo.
Come possiamo pensare di recuperare consenso se non dimostrando, con atti di discontinuità, che stiamo cercando vie nuove? E che le stiamo cercando non da soli?
2 maggio 2018
30 aprile 2018
1° Maggio FESTA dei Lavoratori
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro», recita l’articolo 1 della nostra Costituzione. La Festa del Lavoro — anche chiamata dei lavoratori — che lo celebra ha una lunga tradizione: il primo «Primo Maggio» nasce infatti a Parigi il 20 luglio del 1889.
L’idea viene lanciata durante il congresso della Seconda Internazio-nale, riunito nella capitale francese (l’intento dell’organizzazione, nata dalle ceneri della prima Internazionale era quello di coordinare l’attività di tutti i partiti nazionali collegati con il movimento operaio, ndr).
Venne indetta una grande manifestazione per chiedere alle autorità pubbliche di ridurre la giornata lavorativa a otto ore.
Perchè questa data?A far ricadere la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e conosciuti come rivolta di Haymarket. A metà Ottocento, infatti, i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, e spesso morivano sul luogo di lavoro. Il Primo maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò tre giorni e culminò appunto, il 4 maggio, col massacro represso nel sangue: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.

Venne indetta una grande manifestazione per chiedere alle autorità pubbliche di ridurre la giornata lavorativa a otto ore.
Perchè questa data?A far ricadere la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e conosciuti come rivolta di Haymarket. A metà Ottocento, infatti, i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, e spesso morivano sul luogo di lavoro. Il Primo maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò tre giorni e culminò appunto, il 4 maggio, col massacro represso nel sangue: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.
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